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Incontri sui temi della Società

Approfondimenti

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"Una storia che merita di essere letta.
Il post di un medico commuove il web"

Articolo della Redazione del giornale online "2ANEWS.IT"


Il giovane medico Dott. Marco Deplano - Foto "2ANEWS.IT"

<Un post davvero commovente. Questo testimonia che il rapporto che si viene a creare tra medico e paziente spesso va oltre il rapporto professionale. Non sempre naturalmente. In genere i medici sono freddi e distaccati. Del resto se così non fosse non riuscirebbero a svolgere il loro lavoro con lucidità e professionalità. Ma a volte una parola di conforto vale più di una medicina. Non è unica questa storia ma è una delle tante a dimostrazione che in una drammatica situazione si possono instaurare rapporti umani. Il messaggio è stato pubblicato da un medico dell’ospedale Sirai di Carbonia, in Sardegna, è subito diventato virale per la sua grande emozione. Lo stesso dottore, Marco Deplano, si dice lusingato e meravigliato nel vedere che questo post è diventato un putiferio mediatico, poiché lui lo considera uno stralcio di quotidianità. La signora che è affetta da un tumore terminale ha dato una lezione di vita al medico ed a tutti noi. Una storia che merita di essere letta. Una storia che mette in discussione “l’accanimento terapeutico”.>.

Il POST del MEDICO

<Oggi mi chiamano per una consulenza in un altro reparto. Una delle solite e molteplici consulenze della giornata… ordinaria amministrazione. Paziente con un tumore in fase ormai terminale con insufficienza renale da compressione degli ureteri. Arriva con il letto una paziente tra i 70 e gli 80 anni, bianca bianca, capello rosso carota con due dita di ricrescita ma smalto rosa impeccabile.

-“Buongiorno signora”.

-“Buongiorno a lei dottore”.

Vedo la cartella, la visito e ripeto l’ecografia.

-Allora signora in questo momento i suoi reni hanno difficoltá a scaricare le urine per cui non potendo eliminare le urine per via naturale devo posizionare un tubicino, una specie di rubinetto che scavalca l’ostacolo cosi farà pipí da due tubicini nella schiena collegati a due sacchette…”.

-“Scusi se la interrompo… avró un’altra sacchetta anche dietro?” (aveva la colostomia).

-“Si signora…”.

Silenzio assordante di un minuto che sembrava interminabile.

Sorridendo mi dice:”Scusi dottore come si chiama?”.

-“Deplano”.

-“No il nome”.

-“Marco”.

-“Marco che bel nome…hai due minuti per me?”.

-“Certo signora ci mancherebbe…”.

-“Lo sai che io sono già morta?”.

-“Scusi non la seguo… non è così immediato…”. -“Si… sono morta 15 anni fa”. Silenzio.

-“15anni fa mio figlio a 33 anni e venuto a mancare… ha avuto un infarto. Io sono morta quel giorno lo sai?”.

“Mi spiace signora…”.

-“Io dovevo morire con lui 15 anni fa, dovevo morire 10 anni fa quando mi hanno trovato la malattia e adesso io non devo più fingere per gli altri. I figli sono sistemati, i nipoti pure… io devo tornare da lui. Che senso ha vivere qualche giorno in più con sacchette soffrendo e facendo penare i miei cari… io ho una dignità. Ti offendi se non voglio fare nulla… io sono stanca e mi affido alle mani di Dio. Dimmi la verità soffriró?”.

-“No signora… lei può fare quello che vuole… ma mettendo due…”.

-“Marco ti ho detto no. La vita e mia e ho deciso cosi. Anzi fai una cosa sospendi la trasfusione che ho voglia di tornare a casa e mangiare un gelato con mio nipote”.

Piano piano ogni parola mi ha spogliato come quando si tolgono i petali a una rosa.

Ho scordato la stanchezza, la rabbia e tutto quello che mi angoscia.

Non c’erano più gli anni di studio, le migliaia di pagine studiate, le linee guida… nulla tutto inutile.

Nudo e disarmato dinanzi a un candore e una consapevolezza della morte che mi hanno tramortito.

Mi sono girato per scrivere la consulenza per evitare che mi vedesse gli occhi lucidi e l’infermiera si è allontanata commossa.

Non sono riuscito a controllarmi e chi mi conosce sa che non è da me…

-“Marco ti sei emozionato?”.

-“Si signora un pochino, mi scusi”.

-” É bello invece, mi fai sentire importante. Senti fammi un altro favore. Se vengono i miei figli e ti prendono a urla chiamami che li rimprovero per bene. Tu scrivi che io sto bene cosí…Ok?”.

-“Si signora”.

-“Marco posso chiederti una cosa?”.

-“Si signora dica”.

-“Sei un ragazzo speciale io lo so e sei destinato a grandi cose. Me lo dai un bacio? Come quelli che i figli danno alle mamme”.

-“Si signora”.

-“Preghero per te e per mio figlio. Spero di riverderti”.

-“Anche io signora… grazie.”.

In quel momento era la donna più bella del mondo, luminosa, decisa, mamma, nonna… in una parola amore puro. Forse é stata la volta in cui sono stato contento di fare una figura di merda. Smontato, denudato e coccolato da chi avrei dovuto aiutare e invece mi ha impartito la lezione di vita piu toccante della mia vita.

La morte vista come fase finale della vita, senza ansia, paura, egoismo. Consapevolezza che anni di studio mai ti insegneranno…il mio curriculum valeva meno di zero… Anni di studio, master, corsi… Il nulla. Parlavano le anime. Tutto é relativo e io sono piccolo piccolo davanti a tanta grandezza. Tutto quello che riguarda la vita, quando la si cerca, quando la si ha o la si perde fino a quando finisce va vissuto intimamente nella massima libertà e discrezione. L’unico momento che davvero unisce chi si vuol bene cancellando litigi e negatività. Sembra paradossale ma il dolore che è un aspetto dell’amore unisce a volte più dell’amore stesso.

Io credo molto nell’accompagnamento in queste fasi: a volte una parola dolce ha più beneficio di molte medicine.

Comunque vada buon viaggio.>.

La Redazione di "2ANEWS.IT"


Nota
Si ringrazia la Redazione del giornale online "2ANEWS.IT", per la cortese concessione alla diffusione in questo website, dell'articolo soprariportato, pubblicato il 30 luglio 2016, all'esatto URL di pagina http://www.2anews.it/una-storia-che-merita-di-essere-letta-il-post-di-un-medico-commuove-il-web.


Info e contatti
Website "2ANEWS.IT"

e-mail: redazione@2anews.it


Fonte news (testo e immagini)
Giornale online "2ANEWS.IT"
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"IL SUCCESSO RENDE FELICI"
Una frase tanto scontata che pare inutile discuterci, ma Massimo non la pensa così...
Articolo di Oliviero Piccinelli su LinkedIn "Pulse" del 1° agosto 2016




<Allora ecco una bella risposta a Massimo, che forse è troppo distratto dalle sirene del consumismo per guardarsi dentro un momento e riflettere...

Quale successo Massimo..? Successo come vincere alla lotteria e quindi felice perché ho vinto, forse incredulo ed entusiasta. Successo perché ho un tenore di vita da far schifo. Successo perché posso non pormi il problema di scambiare il mio tempo per denaro ma ho il mio denaro che lavora per me. Successo perché grazie alla mia posizione sociale gli altri mi adorano, amano o invidiano... Bellissima questa felicità derivante dal successo che mi rimane in tasca..!!

Peccato che i ricchi si suicidano (le percentuali parlano chiaro) o muoiono perché sono soli, e la fama li divora e quel successo li rende schiavi e irrequieti, non sopportano più firmare autografi e si rifugiano nell'alcool o nella droga..

La felicità consiste  nell'essere se stessi, nel trovare e nel cercare valori, nel gioire per le piccole cose,ma che danno sale alla vita, e nell'accettare il dolore per trarne esperienza diretta e non disperazione..

Quando si è in coda in auto, c'è chi bestemmia, chi impreca, chi strombazza, chi legge il giornale, chi alza lo stereo a manetta e canta, c'è chi si abbraccia e c'è chi discute, c'è chi scende dall'auto, ne approfitta e sgranchisce le gambe. La manifestazione della felicità in tanti di noi.. la luce più o meno accesa.. o il buio piu o meno spento, si nota anche nella banalità del quotidiano

C'è troppa gente in giro che corre, che si affanna, che impreca, certo per la pagnotta, ma si è perso il vero senso del vivere..

C'è chi non osa più nemmeno guardarsi riflesso in una sporca pozzanghera per quanto è infelice è ha ormai quella luce quasi spenta per quanto  è fioca..

Cavalli, scommesse, grattaevinci, milionarie.. Quanta ipocrisia malcelata nasconde questo Stato con le sue Istituzioni che speculano su questa povera gente, come dicevo l'altro giorno a mio figlio.. Tutti a cercare il successo per esser felici e tutti a perfezionarsi esteriormente con corsi, life coach, fitness, leasing auto da brivido, finanziamenti per garantirsi la crociera ,case con mutuo a 30anni e tutto solo per apparire, per sembrare ciò che non si è o magari per nascondere a se stessi la verità

Nessuno si cura invece di cercare il ristoro interiore, quello che fa bene all'anima e che ti fa sentire ancora degno di appartenere al genere umano,che per altro è gratuito

Ci si concentra sull' AVERE e si trascura o non si capisce l'importanza dell'ESSERE, quel che sei..

La felicità per me è e sarà quando riuscirò a tornare sulla bocchetta delle Pisse sopra Alagna Valsesia, arrivare in cima con le mie gambe di rifugio in rifugio, guardar giù e ritornare a stupirmi di quanto sia ancora bella e mozzafiato quella valle da lassù dopo 20anni che non ci torni.. questa sarà la mia vera felicità priva di sofferenza alcuna...>.

Oliviero Piccinelli

Nota
Si ringrazia Oliviero Piccinelli, per la cortese concessione alla diffusione in questo website, dell'articolo soprariportato, pubblicato il 1° agosto 2016 nella pagina di LinkedIn "Pulse" all'URL https://www.linkedin.com/pulse/il-successo-rende-felici-una-frase-tanto-scontata-che-piccinelli?trk=prof-postrubrica.

Info e contatti

Oliviero Piccinelli
Giornalista pubblicista Copywriter



- LinkedIn


Fonte prelievo (testo e immagini)
LinkedIn "Pulse" - 1 agosto 2016
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Martin Luther King Jr, il Movimento di Sant’Agostino e l’acido nella piscina per bianchi
Articolo del 3 giugno 2016 di Barbara Picci sul suo blog personale
https://barbarapicci.com/2016/06/03/james-brock-piscina



Tipo:
Fotografia in bianco e nero

Autore:
Horace Cort

Anno:
1964

Luogo:
Sant’Agostino, Florida

Ragioni e scopi di questo articolo (sezione facoltativa)

<Ci sarebbe da aggiungere il genere. Horror senza esitazioni. La verità è che conosco questa foto, e questa storia, da anni e l’ho rimbalzata in bozza su varie rubriche ma non sono mai riuscita a pubblicarla. Fino ad ora almeno. Il motivo è che il razzismo rappresenta una delle stupidità umane che mi indispongono al punto da impedirmi di essere razionale. Tuttavia, visto che sono convinta che diffondere e rendere evidente la suddetta stupidità possa evitare che si perpetuino atteggiamenti di tal vile portata, mi son finalmente decisa a farlo.
Mi limiterò ad esporvi i fatti e a mostrarvi le foto. A voi le conclusioni.

Antefatto

A Martin Luther King, Jr. viene negato l'ingresso al ristorante 'solo-per-bianchi' del Monson Motor Lodge dal proprietario James 'Jimmy' BrockAndiamo per gradi. L’11 giugno 1964 al celebre attivista statunitense Martin Luther King Jr. viene negata l’entrata al ristorante solo per bianchi del Monson Motor Lodge e, alla fine dei giochi, viene arrestato per violazione di domicilio. Ad impedirne l’accesso è il proprietario James detto Jimmy Brock.
L’episodio desta scalpore e indignazione e va ad alimentare la tensione che già da tempo in città anima proteste pacifiche e manifestazioni che prendono il nome di Movimento di Sant’Agostino.

Fatto

James Brock versa acido nella piscinaIl 18 giugno 1964 un gruppo di attivisti neri e bianchi si butta nella piscina solo per bianchi del Monson Motor Lodge. La protesta è organizzata da Martin Luther King Jr. e due collaboratori.
Jimmy Brock, che oltreché proprietario del Motel, è anche presidente del Florida Hotel & Motel Association e membro di diverse associazioni massoniche (giusto per farvi capire il personaggio e la sua probabile vicinanza a KKK e derivati), non riesce a credere che i manifestanti abbiano osato tanto. Afferra una tanica di acido muriatico usato per il lavaggio delle piscine e ne rovescia il contenuto in acqua per indurli ad uscire. Tutto ciò mentre urla: “I’m cleaning the pool!” (Sto pulendo la piscina).
Ovviamente scoppia il panico fra i manifestanti finché uno dei nuotatori, sicuro che in tanta acqua quella quantità d’acido non rappresenti una minaccia, beve una sorsata mostrando agli altri l’assenza di pericolo. Successivamente fa irruzione la polizia che si butta in piscina e arresta tutti mentre Martin Luther King Jr assiste all’accaduto assieme ad altri manifestanti dall’altra parte della strada.

Note a margine

Poliziotto si lancia in piscinaQueste foto, e quelle dei poliziotti che si buttano in piscina per arrestare i manifestanti, fecero il giro del mondo e sono fra le più famose del Movimento per i diritti civili degli afroamericani. Nello specifico lo scatto sopra è del fotografo Horace Cort di cui ho trovato poco e tutto in relazione a Martin Luther King Jr. Probabilmente si trattava di un fotoreporter freelance o al soldo di qualche giornale.
La foto non è di particolare pregio ma risulta molto forte, è il classico scatto le cui considerazioni tecniche si annullano per tuffarsi nel vascone melmoso del sociale. La cosa più assurda, che vi fa capire i tempi e le umiliazioni che subivano i neri prima del riconoscimento dei loro diritti, è che molte persone del tempo ricordano Jimmy Brock come la vera vittima di questo incidente.
Per esigenze di brevità, la questione del Movimento dei diritti civili e di Martin Luther King Jr è trattata in modo rapido, ma val la pena approfondirla per cui vi ho fornito un po’ di fonti a chiusura dell’articolo. In galleria la sequenza dell’accaduto.>.

Fonti (clicca sui link)

Movimento per i diritti civili degli afroamericani – Wikipedia
Movimento Sant’Agostino – Wikipedia
Motel manager pouring acid in the water when black people swam in his pool, 1964
Hotel owner Brock dies – Man became focus of local civil rights protest
Remembering A Civil Rights Swim-In: ‘It Was A Milestone’ Motel Manager Pouring Acid Into Pool to Drive Blacks Out, 1964
Martin Luther King Jr. – Wikipedia

Fonte news (testo e immagine)
Barbara Picci - Blog personale

Nota
Si ringrazia Barbara Picci per la cortese concessione alla diffusione in questo website, dell'articolo soprariportato, pubblicato il 3 giugno 2016 nella rubrica "Arte & curiosità dal mondo", del suo blog personale all'URL https://barbarapicci.com/2016/06/03/james-brock-piscina (clicca link). Nel servizio in questione, è visibile anche una galleria di immagini fotografiche  relative all'espisodio "storico" di cui trattasi, realizzate da Horace Cort nel 1964, in località Sant'Agostino nello Stato della Florida negli USA.
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BREAKING! TTIP leaks: Greenpeace Olanda rivela i testi segreti del TTIP
Avevamo ragione: confermati rischi per clima, ambiente e sicurezza dei consumatori
News del 2 maggio 2016 di GreenPeace Italia



<I cittadini hanno diritto di sapere: Greenpeace Olanda pubblica oggi su www.ttip-leaks.org parte dei testi negoziali del TTIP per garantire la necessaria trasparenza e promuovere un dibattito informato su un trattato che interessa quasi un miliardo di persone, nell’Unione Europea e negli USA. È la prima volta che i cittadini europei possono confrontare le posizioni negoziali dell’UE e degli USA.

Questi documenti svelano che noi e la società civile avevamo ragione a essere preoccupati: con questi negoziati segreti rischiamo di perdere i progressi acquisiti con grandi sacrifici nella tutela ambientale e nella salute pubblica!

Dal punto di vista della protezione dell’ambiente e dei consumatori, quattro gli aspetti seriamente preoccupanti:

Tutele ambientali acquisite da tempo sembra siano sparite


Nessuno dei capitoli che abbiamo visto fa alcun riferimento alla regola delle Eccezioni Generali (General Exceptions). Questa regola, stabilita quasi 70 anni fa, compresa negli accordi GATT (General Agreement on Tariffs and Trade) della World Trade Organisation (WTO – in italiano anche Organizzazione Mondiale per il Commercio, OMC) permette agli stati di regolare il commercio “per proteggere la vita o la salute umana, animale o delle piante” o per “la conservazione delle risorse naturali esauribili”. L’omissione di questa regola suggerisce che entrambe le parti stiano creando un regime che antepone il profitto alla vita e alla salute umana, degli animali e delle piante.

La protezione del clima sarà più difficile con il TTIP

Gli Accordi sul Clima di Parigi chiariscono un punto: dobbiamo mantenere l’aumento delle temperature sotto 1,5 gradi centigradi per evitare una crisi climatica che colpirà milioni di persone in tutto il mondo. Il commercio non dovrebbe essere escluso dalle azioni sul clima. Ma non c’è alcun riferimento alla protezione del clima nei testi ottenuti.

La fine del principio di precauzione

Il principio di precauzione, inglobato nel Trattato UE, non è menzionato nei capitoli sulla “Cooperazione Regolatoria”, né in nessuno degli altri 12 capitoli ottenuti. D’altra parte, la richiesta USA per un approccio “basato sui rischi” che si propone di gestire le sostanze pericolose piuttosto che evitarle, è evidente in vari capitoli. Questo approccio mina le capacità del legislatore di definire misure preventive, per esempio rispetto a sostanze controverse come le sostanze chimiche note quali interferenti endocrine (c.d. hormone disruptors).

Porte aperte all’ingerenza dell’industria e delle multinazionali


Mentre le proposte contenute nei documenti pubblicati minacciano la protezione dell’ambiente e dei consumatori, il grande business ha quello che vuole. Le grandi aziende ottengono garanzie sulla possibilità di partecipare ai processi decisionali, fin dalle prime fasi.

I documenti mostrano chiaramente che mentre la società civile ha avuto ben poco accesso ai negoziati, l’industria ha avuto invece una voce privilegiata su decisioni importanti.

Il rapporto pubblico reso noto di recente dall’UE ha solo un piccolo riferimento al contributo delle imprese, mentre i documenti citano ripetutamente il bisogno di ulteriori consultazioni con le aziende e menzionano in modo esplicito come siano stati raccolti i pareri delle medesime.

I documenti pubblicati da Greenpeace Olanda constano di 248 pagine in un linguaggio legale tecnicamente complesso: 13 capitoli di “testo consolidato” del TTIP più una nota interna dell’UE sullo stato del negoziato (Tactical State of Play of TTIP Negotiations – March 2016). Greenpeace Olanda ha lavorato assieme al rinomato network di ricerca tedesco di NDR, WDR and Süddeutscher Zeitung. Fino ad ora i rappresentanti eletti avevano potuto vedere parte di questi documenti in stanze di sicurezza, con guardie, senza consulenti esperti e senza poterne discutere con nessuno. Con questa pubblicazione, milioni di cittadini hanno la possibilità di verificare l’operato dei propri governi e discuterne con i loro rappresentanti.

Chi ha cura delle questioni ambientali, del benessere degli animali, dei diritti dei lavoratori o della privacy su internet dovrebbe essere preoccupato per quel che c’è in questi documenti. Il TTIP, si svela per ciò che davvero è: un grande trasferimento di poteri democratici dai cittadini al grande business.

Per fermare il TTIP, tutelare i diritti e i beni comuni e costruire un altro modello sociale ed economico, equo e democratico, ti aspettiamo sabato 7 maggio 2016 a Roma per un grande appuntamento nazionale!>

ENTRA in AZIONE CON NOI! (clicca link)

Firma, fai firmare e chiedi di bloccare il TTIP!

Fonte news (testo e immagine)

Newsletter e Website di GreenPeace Italia
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<Il referendum in Italia: storia e norme – inTema n° 2>
Dossier/Servizio su OpenBlog.it - Idee, Progetti e Azioni
Newsletter n. 62 del 29/03/2016 dell'Associazione OpenPolis



<Il prossimo 17 aprile gli italiani saranno chiamati al voto. Il 67° referendum abrogativo della storia repubblicana, per la prima volta richiesto dalle regioni, proporrà l’abrogazione della norma che concede di protrarre le concessioni per estrarre idrocarburi entro le 12 miglia nautiche dalla costa italiana sino all’esaurimento della vita utile dei rispettivi giacimenti. Il quesito è promosso dai consigli regionali di Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto.

Un appuntamento da cui prendiamo spunto per riflettere sul rapporto fra il nostro paese e questo fondamentale strumento di democrazia diretta. Come sono regolati i referendum dalla costituzione? Come sono andati quelli passati? Chi sono gli attori coinvolti nel processo? E quanto costano alle casse dello stato?

Referendum, come funziona in Italia

La storia del nostro paese inizia con un referendum. Era il 2 giugno del 1946 e i cittadini italiani furono chiamati a scegliere fra monarchia e repubblica. Da lì il rapporto del nostro paese con questo strumento si è evoluto e ha attraversato diverse fasi.

Il referendum rientra, insieme all’iniziativa legislativa popolare e alla petizione, tra gli istituti di partecipazione diretta dei cittadini alla democrazia. Nel nostro ordinamento sono previsti vari tipi di referendum, di cui i principali sono quello abrogativo e quello costituzionale.

   
Art. 75 della costituzione italiana – È indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati. La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. La legge determina le modalità di attuazione del referendum.

La prima tipologia, nonché quella più comune e quella che si terrà fra meno di un mese sulle trivelle, permette a 500 mila elettori (o cinque consigli regionali) di richiedere l’abrogazione parziale o totale di una legge. Per essere valido un referendum di questo tipo deve raggiungere il cosiddetto quorum, cioè devono aver partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto. Nella storia repubblicana si sono tenuti 66 referendum abrogativi.

   
Art. 138 della costituzione italiana – Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi. Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.

La seconda tipologia, che potrebbe coinvolgere i cittadini italiani dopo l’approvazione della riforma Boschi, è il referendum costituzionale. In seguito all’approvazione di un disegno di legge di natura costituzionale, entro tre mesi dalla pubblicazione, un quinto dei membri di una delle due camere o 500 mila elettori o cinque consigli regionali posso richiedere un referendum popolare.  Ad oggi ci sono stati due referendum di tipo costituzionale: uno nel 2001 per la modifica al titolo V della parte seconda della Costituzione (approvato), e uno nel 2006 per l’approvazione della legge di modifica alla parte seconda della Costituzione (non approvato).

A queste due tipologie principali, si aggiungono le eccezioni: il già menzionato referendum del 1946 per la scelta fra repubblica e monarchia, il referendum consultivo del 1989 per il conferimento del mandato costituente al parlamento europeo, reso possibile da una legge costituzionale ad hoc.

Ma come sono andati in pratica i 70 referendum che si sono tenuti in Italia dal 1946 ad oggi?

70 anni di referendum, una storia a fasi alterne

Fra i 66 referendum abrogativi, i 2 costituzionali, quello consultivo sul parlamento europeo e quello del 1946 sulla forma istituzionale dello stato, i cittadini italiani sono stati chiamati a dire la loro in 70 diverse occasioni.

Con una media di 1 referendum all’anno (dal 1946 ad oggi), diventa importante capire quali siano stati i risultati, in termini di affluenza, di queste votazioni. Analisi particolarmente utile per i referendum abrogativi, sia perché sono stati i più ricorrenti, sia perché, a differenze delle altre tipologie, richiedono il raggiungimento di un quorum di validità.



Il primo referendum abrogativo risale al 1974, quando il mondo cattolico chiedeva di abrogare la legge Fortuna-Baslini, con la quale era stato introdotto il divorzio. Con un’affluenza superiore all’87%, vinse il fronte del no con il 59,30% dei voti. Nello stesso decennio ci furono altri due quesiti (uno su ordine pubblico e l’altro sul finanziamento pubblico ai partiti), entrambi con quorum raggiunto e vittoria del no.

Il vero boom del fenomeno è avvenuto negli anni ’90, quando si sono tenuti 32 referendum abrogativi, di cui 24 promossi dal partito radicale. Di questi 32, il 34% non ha superato la soglia di validità richiesta. Anche gli anni 2000 sono stati caratterizzati da un numero elevato di quesiti (16), ma nessuno ha raggiunto il quorum.

L’ultima tornata, e parliamo di storia recente, è nel giugno del 2011: quattro quesiti, (due proposti dall’Italia dei valori e due dal comitato per l’acqua pubblica) tutti con quorum raggiunto e vittoria del sì. In questo caso l’affluenza registrata è stata relativamente bassa (di poco superiore al 54%), ma con una percentuale di consensi favorevoli molto alta, oltre il 94%.

Guardando i numeri in totale, scopriamo che il 40,91% dei 66 quesiti abrogativi non ha raggiunto il quorum necessario. Di quelli risultati validi, il 58,97% ha avuto esito positivo (vittoria del sì), e il restante 41,03% esito negativo (vittoria del no).



Il raggiungimento del quorum ha importanza per una una serie di motivi. Il primo è che sancisce o meno la validità dell’esito del voto: per quanto il sì possa aver vinto, se la maggioranza degli aventi diritto non partecipa alla consultazione, il risultato non sarà valido. Il secondo motivo è puramente economico: quando infatti un referendum abrogativo raggiunge il quorum, scattano i rimborsi da parte dello stato per i comitato promotori.

Il business dei referendum, i rimborsi ai comitati promotori


Le richieste di referendum sono soggette a un duplice controllo. Il primo da parte dall’ufficio centrale per il referendum, puramente tecnico, e il secondo da parte della corte costituzionale. Con la legge costituzionale del marzo 1953, infatti, sono state allargate le competenze della consulta, già regolate dall’articolo 134 della nostra costituzione.

Ad oggi sono più di 60 i quesiti “bloccati” dalla corte. Ultima vittima illustre in ordine di tempo è il referendum sulla legge Fornero proposto dalla Lega nord, che nel gennaio del 2015 è stato dichiarato inammissibile. Al contrario, proprio grazie al parere favorevole dei giudici costituzionali, il prossimo aprile si terrà il referendum “in materia di ricerca, prospezione e trivellazioni marine“.

Come visto in precedenza, fra gli attori che possono sottoporre un quesito alla consulta, ci sono gli elettori italiani, attraverso la raccolta di 500 mila firme. Il lavoro dei cosiddetti “comitati promotori” in questo processo è fondamentale. Per questo motivo il nostro ordinamento riconosce un “indennizzo” economico. Le legge 157 del giugno 1999, poi modificata e aggiornata nell’agosto del 2006, sancisce che:

   
e’ attribuito ai comitati promotori un rimborso pari alla somma risultante dalla moltiplicazione di un euro per ogni firma valida fino alla concorrenza della cifra minima necessaria per la validita’ della richiesta e fino ad un limite massimo pari complessivamente a euro 2.582.285 annui, a condizione che la consultazione referendaria abbia raggiunto il quorum di validita’ di partecipazione al voto. Analogo rimborso e’ previsto, sempre nel limite di euro 2.582.285 annui di cui al presente comma, per le richieste di referendum effettuate ai sensi dell’articolo 138 della Costituzione.

In pratica ai comitati promotori, nel caso di quesito dichiarato ammissibile e quorum raggiunto, viene riconosciuto un rimborso pari a un euro per ogni firma valida raccolta. Una forma di finanziamento pubblico che da un lato risarcisce i comitati civici che si attivano per proporre un referendum, dall’altro rimborsa anche quei partiti politici che hanno fatto di questo strumento un loro cavallo di battaglia.

Per esempio, grazie ai due referendum proposti nel 2011, l’Italia dei valori ha incassato oltre 1 milione di euro. Discorso analogo per il Comitato promotore per il sì ai referendum per l’acqua pubblica, che nel bilancio 2012 certificava 624.093 euro di rimborsi elettorali rimanenti grazie alla legge 157 del 1999.

Esborsi confermati dalle pubblicazioni in gazzetta ufficiale, sia per i due referendum proposti dall’Italia dei valori, sia per quelli del comitato per l’acqua pubblica. Parliamo di 500.000 euro a quesito, per un totale di 2 milioni di euro.

A questo punto la domanda è una: è giusto che a società civile e partiti politici venga riconosciuto lo stesso tipo di indennizzo per l’attività di promozione di un referendum?

Gli effetti di un referendum, cosa succede il giorno dopo

La legge 352 del 1970 regola le cose che devono accadere per rispettare l’esito del voto, negativo o positivo che sia. L’articolo 38 sancisce che qualora l’esito della consultazione sia negativo, non potranno essere proposti referendum per l’abrogazione della stessa legge per un periodo di 5 anni. Qualora invece il quesito venga approvato, l’articolo 37 dispone che il presidente della Repubblica debba dichiarare l’avvenuta abrogazione della legge tramite decreto pubblicato in gazzetta ufficiale. L’abrogazione ha valore dal giorno successivo alla pubblicazione del decreto.

Ma una volta che una norma è stata cancellata, o parzialmente cancellata, da un referendum popolare, è possibile per il parlamento o il governo ri-legiferare sulla materia? Come sancito dalla sentenza 199 (2012) della corte costituzionale la risposta è no, ma come sempre ci sono delle eccezioni:

   
Un simile vincolo derivante dall’abrogazione referendaria si giustifica, alla luce di una interpretazione unitaria della trama costituzionale ed in una prospettiva di integrazione degli strumenti di democrazia diretta nel sistema di democrazia rappresentativa delineato dal dettato costituzionale, al solo fine di impedire che l’esito della consultazione popolare, che costituisce esercizio di quanto previsto dall’art. 75 Cost., venga posto nel nulla e che ne venga vanificato l’effetto utile, senza che si sia determinato, successivamente all’abrogazione, alcun mutamento né del quadro politico, né delle circostanze di fatto, tale da giustificare un simile effetto.

Non è dunque possibile per parlamento e governo modificare quanto deciso dagli elettori, a meno che non si verifichino dei cambiamenti strutturali del quadro politico, o del contesto generale. Definizione ambigua e aperta a infinite interpretazioni, e che rende possibili le eccezioni. E a proposito di eccezioni, l’esempio forse più calzante è il referendum del 1993 per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, di fatto poi reintrodotto lo stesso anno dal parlamento sotto forma di rimborso elettorale.

La stessa cosa, secondo alcuni, sta avvenendo all’esito del referendum 2011 sull’acqua pubblica. Sulla materia è stato presentato un disegno di legge dall’intergruppo parlamentare “Acqua bene comune”, composto da tutti i parlamentari di Movimento 5 stelle e Sel, da una ventina di appartenenti al Pd e da un deputato di Scelta civica. Il provvedimento è però già al centro di tante polemiche per gli emendamenti proposti dal governo, accusato da membri dell’opposizione e del comitato promotore di andare contro la volontà dei cittadini.

Insomma, mentre su carta il “cosa succede il giorno dopo” sembra essere molto chiaro, in pratica, come sempre, il contesto politico e il dibattito parlamentare possono dare adito a situazioni poco chiare.

Referendum in Italia, una storia lunga 70 anni

Spesso si sente dire che l’uso del referendum come strumento di partecipazione politica dai parte dei cittadini andrebbe incrementato. Ma non è tutto così facile come sembra. Il fatto che il 40% dei referendum abrogativi non abbia raggiunto il quorum spiega bene le difficoltà che ci sono state in questi anni.

Le cause di queste difficoltà possono essere molteplici: dall’abuso dello strumento – basti pensare ai 32 quesiti referendari nei soli anni ’90 – ai problemi di comprensibilità degli stessi, passando per i tentativi da parte della classe politica di “neutralizzare” in vario modo i possibili effetti dei risultati elettorali (come nel già citato referendum sul finanziamento pubblico alla politica del 1993).

Con l’avvicinarsi della consultazione sulle trivelle nei mari italiani, prevista tra poche settimane, la storia pare ripetersi. Nei giornali se ne parla poco, e i principali partiti politici non sembrano interessati a fare un’aperta campagna in materia. Difficile al momento dire se il quorum verrà raggiunto, ma una cosa è certa: il rapporto dei cittadini, e della classe politica, con il referendum sembra ancora complicato.>.



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Fonte originale di prelievo (testo e immagini)
Website OpenBlog - Idee, Progetti, Azioni

Note
La pubblicazione del servizio quì riportato, è stata autorizzata via e-mail, previa esplicita richiesta, in data 30/03/2016. La Piazzetta news, ringrazia la Direzione/Redazione dell'Associazione OpenPolis, per la cortese concessione, formulando, nel contempo, i migliori auguri per il proseguimento dell'eccellente lavoro di documentazione e informazione fin quì svolto, a favore della collettività.
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<Ho smesso di fare l’avvocato perché la giustizia non esiste>
Articolo di Paolo Franceschetti dal suo omonimo blog
http://paolofranceschetti.blogspot.it        
 



<Perché ho smesso di fare l’avvocato? Perché preferisco insegnare il diritto teorico, ovverosia un’utopia, piuttosto che praticarlo. Perché per secoli la giustizia ha sempre condannato povera gente, contadini, schiavi, poveri, e mai i ricchi, i nobili, i potenti. E oggi non è diverso. A essere condannati sono ragazzi tossicodipendenti, contadini, spazzini, casalinghe, senzatetto, malati di mente, al massimo qualche studente. Mai politici, magistrati, architetti, avvocati, notai, agenti dei servizi segreti, poliziotti, carabinieri. Quelli, al massimo, si “suicidano”. Perché mi hanno sempre offerto di più per non difendere alcuni clienti che per difenderli, ove normalmente non si ricava nulla. Perché la stragrande maggioranza degli avvocati e dei magistrati il diritto non lo conosce. E in fondo fa bene, perché il diritto non viene mai applicato veramente. Perché la difesa dei deboli non è mai stata possibile nei secoli scorsi, e non si poteva pensare che dopo millenni di soprusi il cambiamento di un sistema legislativo potesse comportare anche un cambiamento di mentalità.

Perché non ci sarà mai una vera giustizia finché non verrà applicato quell’articolo del codice deontologico secondo cui l’avvocato ha il dovere di dire la verità e di collaborare col giudice per la ricerca della verità, ma questo presuppone: che i Franceschettimagistrati cerchino la verità e non il proprio interesse, cosa allo stadio attuale dell’evoluzione umana impossibile; che gli avvocati non colludano col cliente che delinque. Perché nessuno vuole che la giustizia funzioni veramente, e quindi ogni riforma non fa che peggiorare il sistema già traballante, in quanto tra le tante falle del sistema si insinuano e camminano spediti i corrotti, i criminali, i favoriti. Perché nelle cause più importanti ho sempre vinto dove avevo torto e perso dove avevo ragione. Perché in Italia (ma anche all’estero) non c’è mai stato un vero processo per strage, o per un delitto grave, in cui si sia saputa la verità. Perché le leggi sono fatte da chi commette i crimini più innominabili, e quindi sono già pensate in anticipo per mandare assolti i colpevoli.

Perché volevo fare l’avvocato per difendere i più deboli, ma poi ho scoperto che spesso il debole non vuole comunque essere difeso veramente e che la vittima spesso collude senza saperlo con il suo persecutore. Perché molti avvocati sono molto più criminali dei criminali che difendono, e i giudici sono molto più criminali dei criminali che condannano. Perché la situazione, oggi, non è diversa da quella descritta da Khalil Gibran un secolo fa; ma del resto è la stessa situazione che esisteva millenni fa. Perché finché ogni giurista troverà normale che sia punito l’omicidio ma si possa andare in guerra a fare milioni morti, che sia punito il furto ma si possano depredare i cittadini di milioni di euro, nessun sistema giuridico potrà mai essere chiamato “giustizia”. Perché se non cambia la società è inutile cambiare il diritto.>. (Paolo Franceschetti)

Nota importante

Ho richiesto espressamente all'autore di questo articolo, curatore anche di un interessante blog su varie tematiche sociali e culturali (i cui contenuti non sono da me sempre condivisi), l'autorizzazione alla pubblicazione, perchè ritengo che la sostanza del medesimo offra non pochi spunti, per approfondimenti sulla delicata e complessa problematica trattata. Nel merito, condivido le motivazioni che hanno condotto alla scelta coraggiosa di abbandonare l'attività forense, condensate nella frase finale "Perché se non cambia la società è inutile cambiare il diritto.". Probabilmente la pensiamo in modo assai diverso, sul come procedere e dove andare per una trasformazione profonda dell'attuale struttura economico-sociale ma, sicuramente, quella vigente, non è in grado di produrre Giustizia e Pace, in modo credibile, legislativamente, eticamente e umanamente accettabile.

Avvertenze

- L'articolo di Paolo Franceschetti soprariportato, prelevato dal blog omonimo del suo autore, in cui è stato pubblicato il 14/11/2014, è quì diffuso previa richiesta di autorizzazione, concessa via e-mail dallo stesso autore il 23/03/2016.
- Al medesimo articolo, l'autore ha collegato un brano tratto dal libro di poesia in prosa "Il Profeta" (clicca link) di Khalil Gibran (clicca link), importante poeta e scrittore libanese degli inizi del secolo scorso. Il brano in questione, è rinvenibile alla pag. 21 (di 46 complessive), intitolata "Leggi", visionabile nel PDF di cui all'URL del sito VerbumWeb.Net (clicca link).
- L'opera in questione è scaricabile liberamente, in quanto il "copyright" non è più operante poichè scaduto. Se ne consiglia la lettura, non solo per completezza informativa ma perchè offre spunti di riflessione in materia legislativa e anche esistenziale.
Questo testo è pubblicato come eBook, nei formati .epub e .pdf, dai curatori del sito www.LaParola.it (clicca link) con le illustrazioni concesse dall'artista Marinella Canonico (clicca link).  
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La Giornata della Memoria, per non dimenticare mai!
A 71 anni dalla Shoah e dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz
27 Gennaio 1945 - 27 Gennaio 2016



             
Video di Nando Atzori sui campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau
                 
Clicca sul pulsante del video a destra e ingrandisci le immagini

Giornata della Memoria - Campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau - Video di Ferdinando Atzori

“La RICORRENZA”


Auschwitz - Pannello della selezione (Snapshot dal video di Ferdinando Atzori)

<Il 27 gennaio 1945 i soldati dell’Armata Rossa abbattevano i cancelli di Auschwitz e liberavano i prigionieri sopravvissuti allo sterminio del campo nazista. Le truppe liberatrici, entrando nel campo di Auschwitz-Birkenau, scoprirono e svelarono al mondo intero il più atroce orrore della storia dell'umanità: la Shoah. Dalla fine degli anni ’30 al 1945 in Europa furono deportati e uccisi circa sei milioni di ebrei.
(*)

Con una legge del 20 luglio 2000, la Repubblica italiana ha istituito il Giorno della Memoria e nel primo articolo riconosce il 27 gennaio come data simbolica per "ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati".

Quello di quest’anno è il quattordicesimo appuntamento con il Giorno della Memoria, a sessantanove anni
(**) dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz e dalla fine della Shoah. In tutta Italia (e in molti paesi europei) vengono "organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti".

Primo Levi, il grande scrittore italiano deportato e sopravvissuto al lager di Auschwitz ha scritto che ogni qualvolta si pensa che uno straniero, o un diverso da noi è un Nemico, si pongono le premesse di una catena al cui termine c'è il Lager, il campo di sterminio.

A proposito del genocidio del popolo ebraico, ne "I sommersi e i salvati"
(***) Primo Levi ha detto: "E’ avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire".

La legge che istituisce il Giorno della Memoria cerca di prendere in carico il ricordo tremendo di quanto è accaduto e la responsabilità preventiva della nostra comunità e di quella europea in generale nei confronti del futuro. Lo scopo indicato dalla legge nell’articolo 2, è proprio quello di "conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere">. (RAI SpA)

NOTA BENE

Il testo soprariportato integralmente, a puro titolo divulgativo, in occasione della triste ricorrenza dei tragici fatti storici relativi all’Olocausto o Shoah, è stato prelevato dal sito web “La Giornata della Memoria”, immesso online dalla RAI (Radiotelevisione Italiana SpA), all’URL esatto di pagina http://www.giornodellamemoria.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-0ce5a9ba-6f38-4d70-8233-3bd93ed88320.html?refresh_ce
Mi scuso anticipatamente con la RAI e l’estensore sconosciuto del testo in questione, per non aver fatto a tempo a richiedere la preventiva autorizzazione alla pubblicazione. Mi dichiaro a disposizione per la sua eventuale immediata cancellazione da questo sito, anche se confido, stante la circostanza e le motivazioni socio-culturali dell’utilizzo, nella benevolenza della Dirigenza dell’Ente Radiotelevisivo nazionale, alfine di tenerlo in evidenza in questa pagina online. Grazie!  

POST SCRIPTUM (ndr)

(*) Oltre agli ebrei, furono sterminati tanti altri oppositori e dissidenti della dittatura nazifascista, tra cui anche anarchici, socialisti, comunisti, persone di etnia Rom e omosessuali.
(**) Il testo di cui trattasi, è stato probabilmente scritto nel 2014, poiché al c.a. 2016, gli anni trascorsi dal 1945 risultano essere 71.
(***) Trattasi del titolo originale scelto da Primo levi per la sua opera, che venne modificata dalla casa editrice “De Silva” in quella meglio conosciuta <Se questo è un uomo>.


Auschwitz - Pannello delle torture (Snapshot dal video di Ferdinando Atzori)

<Se QUESTO è un UOMO>
(Poesia di Primo Levi)
Leggi il testo e alcune citazioni, sul sito web “Books Blog”, all’URL di pagina
http://www.booksblog.it/post/38653/se-questo-e-un-uomo-poesia-citazioni

Note
La famosa Poesia di cui trattasi, è inserita nel libro omonimo “Se questo è un uomo” di Primo Levi, la cui 1^ edizione risale al 1947 per i tipi della piccola ma coraggiosa casa editrice torinese “F. De Silva”. Successivamente, nel 1958, il volume venne ristampato dall’editore Einaudi che, inizialmente, non aveva accettato il manoscritto.

Leggi lo scritto biografico sull’opera prima di Primo Levi nel sito web del “Centro Internazionale di Studi” a lui dedicato, all’URL di pagina
http://www.primolevi.it/Web/Italiano/Contenuti/Opera/110_Edizioni_italiane/Se_questo_%C3%A8_un_uomo

Leggi, inoltre, le note esegetiche, relative alla celebre poesia di Primo Levi, su “WikipediA” libera enciclopedia online, al seguente URL di pagina
https://it.wikipedia.org/wiki/Se_questo_%C3%A8_un_uomo


Auschwitz - Pannello delle uccisioni (Snapshot dal video di Ferdinando Atzori)


Documenti utili sull’Olocausto o Shoah (libri, film, documentari, etc.)

Breve storia dell’Olocausto o della Shoah
Dal sito web di “WikipediA” libera enciclopedia online
https://it.wikipedia.org/wiki/Olocausto

Tutti i libri che trattano l’argomento dell’Olocausto e la Shoah, oltre la “Giornata della Memoria” (27/02)
Dal sito web di “WUZ” Il social dei libri
http://www.wuz.it/articolo-libri/7528/giornata-della-memoria.html

Tutti i film che trattano l’argomento dell’Olocausto o Shoah
Dal sito web di “WikipediA” libera enciclopedia online
https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Film_sull'Olocausto

<27 Gennaio, Giorno della Memoria. I 10 migliori film sulla Shoah, per non dimenticare>
Dal sito web del Circolo del Cinema “Toby Dammit”
http://www.tobydammit.it/27-gennaio-giorno-della-memoria-i-10-migliori-film-sulla-shoah-per-non-dimenticare/

<Film e libri sulla Shoah: percorsi didattici>
Dal sito web del CEDC – Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (fondazione)
http://www.cdec.it/home2_2.asp?idtesto=1165

Bibliografia sulla Shoah
Dal sito web “Il Giorno della Memoria”
http://www.giornodellamemoria.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-5ff83d67-1ea1-467f-8798-bdcc1c3f3a28.html

Filmografia sulla Shoah
Dal sito web del “Museo della Shoah”
http://www.museodellashoah.it/materiali-e-documenti/filmografia/

Canzoni contro la guerra

Le canzoni fondamentali (Antiwarsong)
http://www.antiwarsongs.org/

Pace: 10 canzoni che la sostengono (VIDEO)
http://www.blogdimusica.it/le-10-canzoni-favore-della-pace-video-4224.html

Signori della guerra (Bob Dylan - Masters of War)
https://www.youtube.com/watch?v=exm7FN-t3PY

Joan Baez - Where have all the flowers gone
https://www.youtube.com/watch?v=5ZFlds146Fs

Joan Baez - We Shall Overcome
https://www.youtube.com/watch?v=RkNsEH1GD7Q

Amore e guerra (Neil Young - Love and war)
https://www.youtube.com/watch?v=16nKcc0lR1A

Canzone simbolo di Amore e Pace (John Lennon - Imagine)
https://www.youtube.com/watch?v=X-asa07vXOU

Compay Segundo - Guajira Guantanamera
https://www.youtube.com/watch?v=9QO4aegj-jA

Testo di Hans Leip e musica di Norbert Schultze (Lale Andersen - Lili Marleene)
https://www.youtube.com/watch?v=PxACw259VL0

Boris Vian - Le desérteur (il disertore)
https://www.youtube.com/watch?v=N5_vcVq_vSE

Lluis Llach - L'Estaca
https://www.youtube.com/watch?v=aX4eZ1fpYwA

Inti Illimani - La patria prisionera (Dall'album "Hacia la Libertad")
https://www.youtube.com/watch?v=QX-LjDu-qUA

Victor Jara - El derecho de vivir en Paz
https://www.youtube.com/watch?v=GssGeCif3fk

Violeta Parra - Gracias a la vida
https://www.youtube.com/watch?v=PYEw3e5x5Es

Noa - Beautiful That Way - La Vita è Bella
https://www.youtube.com/watch?v=VjDdFRgOxA0

Ani Difranco - Self evident
https://www.youtube.com/watch?v=IJcOWQ1rym8

Eric Bogle - The Green Fields of France
https://www.youtube.com/watch?v=DxkhBvO8_kM

Leon Gieco - Solo Le Pido A Dios
https://www.youtube.com/watch?v=Twn_Gn_cf-o

Mercedes Sosa e Leon Gieco - Sólo le pido a Dios
https://www.youtube.com/watch?v=Gvyl_zdji2k

Contro ogni conflitto (Fabrizio De Andrè - La guerra di Piero)
https://www.youtube.com/watch?v=KoYw0LHEWLM

La tragedia della Shoah (Fabrizio De Andrè - Fila La Lana)
https://www.youtube.com/watch?v=UmP5GdsGoZc

In ricordo di Edith Stein (Franco Battiato - Il Carmelo di Echt)
https://www.youtube.com/watch?v=tZoce2tKHn0

La canzone del bambino nel vento (Francecso Guccini - Auschwitz)
https://www.youtube.com/watch?v=GaR_1K2uGUs

Ligabue, Jovanotti, Pelù - Il mio nome è mai più
https://www.youtube.com/watch?v=lT4PvXNTeGA



Auschwitz - Muro della morte (Snapshot dal video di Ferdinando Atzori)

Video e/o documentari online (vedi sotto)

<Campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau>
Videoreportage di Ferdinando Atzori su YouTube
Pubblicato il 27 gennaio 2016 - Durata 9'48"
Categoria "Viaggi ed eventi" - Licenza Standard

https://www.youtube.com/watch?v=ZVpZ6H43D3U
(clicca link)

<Docuweb. Per non dimenticare: Il giorno della memoria della Shoah>
Da “DocuWebMrBlog” su YouTube della durata di 8'07'', caricato il 27 gen 2012
Video "Mr Blog" di Ambrogio Crespi a cura di Francesco Barozzi (vedi sotto)
(http://www.misterblog.it - http://www.spin-network.it)
https://www.youtube.com/watch?v=CMNkzJ2wrnA (clicca link)

Docuweb. Per non dimenticare: Il giorno della memoria della Shoah<br />Da “DocuWebMrBlog” su YouTube

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<SALVIAMO FRED e YVES dalla PENA di MORTE>
Petizione promossa da Amnesty International Italia
http://appelli.amnesty.it/congo-salviamo-fred-yves




"Il destino del Congo è nelle mani della sua gioventù!"

Fred e Yves sono due giovani attivisti del movimento Filimbi (“fischio” in swahili). Da anni sono impegnati per favorire il coinvolgimento dei giovani nel processo di democratizzazione del loro paese, la Repubblica Democratica del Congo. Pensano che il cinismo, la frustrazione, la rabbia, possano trasformarsi in energia positiva e in critica costruttiva.

Il 15 marzo 2015, durante una conferenza stampa di presentazione del movimento Filimbi, sono stati arrestati e portati in un luogo sconosciuto, dove sono stati interrogati senza poter vedere né gli avvocati, né tantomeno le loro famiglie.

In questo momento sono rinchiusi nella prigione di Kinshasa in attesa del processo.

Fred e Yves rischiano la pena di morte soltanto per aver sognato di cambiare il loro paese attraverso la partecipazione attiva.  

Fred e Yves devono essere rilasciati immediatamente e senza condizioni.

Le idee non si possono imprigionare!

Amnesty International Italia

Approfondimenti

Il CASO

Fred Bauma ha 26 anni ed è un attivista di Lucha (Lutte pour le changement – Lotta per il cambiamento), di cui è uno dei fondatori. Yves Makwambala ha 34 anni ed è disegnatore grafico.

Il 15 marzo 2015 le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nel centro giovanile Eloko Makasi a Kinshasa, dove era in corso una conferenza stampa organizzata da tre Ong locali per la presentazione ufficiale del movimento Filimbi. Sono state arrestate una trentina di persone, fra cui Fred e Yves, un diplomatico americano, giornalisti stranieri e militanti del movimento senegalese Y’en a marre e del gruppo burkinabé Balai citoyen.

Il diplomatico americano e i giornalisti stranieri sono stati rilasciati lo stesso giorno, i militanti senegalesi e burkinabé sono stati espulsi dal paese, mentre Fred e Yves sono stati portati in un luogo segreto e detenuti incommunicado fino al loro trasferimento presso il Centro penitenziario di rieducazione di Kinshasa.

I due attivisti sono stati accusati di: associazione sediziosa; cospirazione contro il capo dello Stato; attentato alla sicurezza dello Stato e al “regime costituzionale”; incitamento alla rivolta armata contro lo Stato. Fred è stato inoltre accusato di disturbo della pace e Yves di vilipendio del capo dello Stato; se riconosciuti colpevoli dei reati loro ascritti, rischiano la pena di morte.

L’opposizione da parte di gruppi della società civile e di esponenti politici alla candidatura del presidente Joseph Kabila, al potere da 14 anni, ha portato ad una forte repressione delle libertà di espressione, di associazione e di riunione.

La MOBILITAZIONE per LIBERARLI


Amici, colleghi e familiari di Fred e Yves si battono incessantemente per la loro liberazione, ma qualunque azione intrapresa, anche simbolica, è stata duramente repressa dalle autorità.

Quattro attivisti di Lucha, di cui Fred è fra i fondatori, avevano organizzato una manifestazione a Goma invitando le persone a fischiare ogni giorno dalle 17 alle 17.05.  Mentre distribuivano i fischietti e spiegavano il senso dell’azione, sono stati arrestati e accusati di attentato alla sicurezza nazionale, incitamento alla rivolta e partecipazione a manifestazione illegale. Dopo l’intervento di Amnesty International, sono stati rilasciati.

Il 20 gennaio 2016 tre giovani musicisti di Goma, con il supporto di Lucha e di Amnesty International, hanno realizzato un video musicale. La canzone “Liberté” vuole incoraggiare i giovani della Repubblica Democratica del Congo a continuare a lottare per la democrazia, la giustizia e la dignità del popolo congolese.

Note
Fonte prelievo teso, immagine e URL per firmare la petizione
Clicca link al website di Amnesty International - Sezione italiana


Per sostenere le iniziative umanitarie di Amnesty International
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<C'è chi spreca e chi muore: approviamo una legge contro gli sprechi alimentari>
Petizione diretta al Presidente del Consiglio, Parlamento, Organizzazioni Volontariato, Catene alimentari e Ristoranti
Promossa da Davide Messina sulla piattaforma Change.Org




<Uno dei paradossi della società e del nostro sistema alimentare è rappresentato dallo spreco di cibo che ogni giorno viene posto in essere. Come evidenziato anche Protocollo di Milano, promosso dalla Barilla Center for Food and Nutrition Foundation, ogni anno nel mondo sono sprecate 1,3 miliardi di tonnellate di cibo perfettamente commestibile, quantitativo tale da sfamare quattro volte gli 868 milioni di persone soffrono la fame nel mondo.

Così come recentemente approvata in Francia, una legge italiana che imponga ai grandi supermercati e alla Grande Distribuzione Organizzata di donare il cibo invenduto ad organizzazioni di volontariato o mense per i poveri è il primo passo per correggere questo crimine verso l'umanità e avere un mondo più equo.

Aiutaci, con una semplice firma, a combattere questo assurdo paradosso.>. (Daniele Messina - Siena)

LETTERA "A"

Al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Parlamento
Alle Organizzazioni di Volontariato
Alle Catene di Supermercati e GDO

<Uno dei paradossi della società e del nostro sistema alimentare è rappresentato dallo spreco di cibo che ogni giorno viene posto in essere. Come evidenziato anche Protocollo di Milano, promosso dalla Barilla Center for Food and Nutrition Foundation, ogni anno nel mondo sono sprecati 1,3 miliardi di tonnellate di cibo perfettamente commestibile, quantitativo tale da sfamare quattro volte gli 868 milioni di persone soffrono la fame nel mondo. Così come recentemente approvata in Francia, una legge italiana che imponga ai grandi supermercati e alla Grande Distribuzione Organizzata di donare il cibo invenduto ad organizzazioni di volontariato o mense per i poveri è il primo passo per correggere questo crimine verso l'umanità e avere un mondo più equo. Un legge italiana che combatta gli sprechi alimentari è un segno di civiltà degno del nostro Paese.>.

APPROFONDIMENTI

Clicca il link al sottostante titolo, per leggere l'articolo postato da Fabio Balocco, nella Rubrica "Ambiente&Veleni" del giornale online "IlFattoQuotidiano.it" del 18/01/2016.
"Doggy bag: e se ci abituassimo tutti a chiederla al ristorante?"

Leggi anche il servizio di Agnese Tondelli, "Spreco alimentare: la Francia obbliga i supermercati a donare il cibo in scadenza. E l’Italia?", pubblicato il 12/01/2016 sul sito web "AmbienteBio".

NOTE


Fonte news, immagine e per firmare:
Piattaforma Petizioni online di Change.Org
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<I AVE a DREAM - IO HO un SOGNO>
Omaggio a Martin Luther King

Nel giorno dell’87° anniversario della nascita ed a 48 anni dal suo assassinio, voglio ricordare Martin Luther King. Grande Uomo, anima nobile e non violenta, che si battè strenuamente a costo della sua vita, per la Giustizia e la Pace, i diritti umani e civili della gente di “colore” (e non solo), negli USA e altrove.

<I AVE a DREAM - Io HO un SOGNO>
Il celebre e memorabile discorso, tenuto da Martin Luther King il 28 agosto del 1963, davanti al Lincoln Memorial di Washington, al termine di una pacifica marcia di protesta per i diritti civili.

Leggi il testo integrale del discorso in italiano







Leggi la biografia del carismatico attivista statunitense, leader dei diritti umani e civili, sulla
libera eniclopedia online Wikipedia

Leggi anche i servizi pubblicati su diversi siti web e giornali quotidiani online

Biografieonline.it - "I have a dream"
www.martinlutherking.uceb.it - Biografia di martin Luther King Jr.
Ilquotidianoitaliano.it - "Martin Luther King, 87 anni fa nasceva il simbolo della rivoluzione nera"
YouTube - Martin Luther King: "I have a dream"
Focus.it - I have a dream, la storia del discorso di Martin Luther King
Frasi celebri.it - Frasi celebri di Martin Luther King
Il Post.it - La marcia su Washington

Visiona i seguenti filmati dell'epoca

YouTube - Mahalia Jackson "How i Got Over"
Thedailybeast.com - Bob Dylan, Joan Baez & More Music at 1963’s March on Washington
YouTube - Bob Dylan and Joan Baez 1963 March on Washington

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Statuto dei Lavoratori Autonomi: vergognoso dietro front per la tutela della malattia
Aggiornamento di Daniela Fregosi alias "Afrodite K", della Petizione per Assistenza Sanitaria ai Lavoratori Autonomi
http://tumoreseno.blogspot.it




<Da quando come lavoratrice autonoma sono stata colpita da una malattia grave come il cancro ho capito chiaramente quali sono le 3 cose da cui le partite iva (soprattutto quelle individuali ed i freelance) devono costantemente difendersi: indifferenza, pregiudizi e....promesse non mantenute. Tra dicembre 2015 e l'inizio del nuovo anno moltissimi lavoratori autonomi stavano cominciando a credere che Babbo Natale fosse finalmente arrivato anche per loro. E invece sul fronte della tutela della malattia ci sono brutte novità....

Mentre proprio in questi giorni viene portata a compimento una grande battaglia di civiltà e giustizia (l'esenzione dalle fasce di reperibilità per i malati colpiti da patologie oncologiche o invalidanti sarà adesso possibile non solo per i dipendenti pubblici ma anche per quelli privati) ai noi lavoratori autonomi, non solo tutto ciò è negato, ma vengono tolte anche quelle poche concessioni promesse dal governo nell'ultimo mese.
Per quanto riguarda la tutela della malattia, infatti, la prima bozza dello Statuto dei lavoratori autonomi, se pur ancora imperfetta in alcune parti (esclusione di commercianti ed artigiani), iniziava almeno a prendere in considerazione alcune delle richieste contenute nella Petizione "Diritti ed assistenza per i lavoratori autonomi che si ammalano".
E invece no. O almeno.... rimarebbe il congelamento dei contributi ma per quanto riguarda la copertura del periodo di malattia c'è stato un dietro front del governo.
"Gli autonomi dovranno curarsi dal tumore in due mesi, oppure ricorrere a un’assicurazione privata perché un tumore non si cura in otto settimane. Una scelta che non si pone per molti lavoratori perché, lo dimostrano le ricerche dell’Adepp o della Cgia di Mestre, i loro redditi sono in molti casi inferiori alla soglia di povertà. Questa imprevista marcia indietro da parte del governo, dovuta a quanto sembra dalla “mancanza di coperture” per una misura economicamente modesta, conferma che lo stato fa differenza tra lavoratori autonomi e dipendenti. Una distinzione che la malattia non fa. Questa tragica consapevolezza ha caratterizzato la lunga battaglia di Daniela Fregosi, freelance di Grosseto, che con il suo Blog Afrodite K e l’appoggio di Acta, ha raccolto 86 mila firme per una petizione online e realizzato un crowdfunding per coprire le multe collegate al suo sciopero contributivo contro l’Inps. A ottobre, quando il Pd e il governo hanno presentato la bozza di Ddl che il Consiglio dei ministri dovrà ratificare entro fine gennaio per consegnarlo ai lavori parlamentari, la battaglia della freelance toscana è stata recepita dall’iniziativa governativa. Ora si torna indietro" (Roberto Ciccarelli dal Manifesto del 16/01/16)
Non solo....
Come sottolinea l'associazione dei Freelance ACTA, dallo Statuto scompare il comma «I periodi di malattia certificata come conseguente a trattamenti terapeutici delle malattie oncologiche sono equiparati alla degenza ospedaliera» che aveva due conseguenze importanti: permetteva di pagare di più i giorni impegnati in queste terapie ed allungava il periodo di copertura della degenza domiciliare riconducibile a queste terapie.
Tutto questo non fa altro che aggiungere ulteriore senso ed importanza alla causa legale che Afrodite K ha in corso. Ora più che mai è importante far arrivare alla Corte Costituzionale la profonda iniquità e discriminazione di cui sono oggetto i lavoratori autonomi colpiti da malattia grave e prolungata rispetto agli altri lavoratori.

E adesso? Adesso la battaglia prosegue e lo fa con gli strumenti che abbiamo.
Occorre far conoscere a tutti i cittadini ed a tutti i lavoratori questa profonda ingiustizia: divulgate questo post, scrivetene di vostri, bussate alle porte dei vostri contatti, pressate i politici.
Insomma, fatevi sentire!
Perchè passare sopra ad un diritto fondamentale come quello della tutela del lavoratore in caso di malattia è davvero molto, molto pericoloso. Come possiamo pensare di venir riconosciuti a livello di categoria professionale con i nostri diritti se non ci possiamo neppure ammalate?
Anzi no, mi correggo, ci dicono che i nostri di tumori durano 8 settimane, quelli dei dipendenti sono più lunghi. Deve essere una roba genetica...>. (Daniela Fregosi alias "Afrodite K")

Fonte testo e immagine (clicca)
Daniela Fregosi alias "Afrodite K"      


Firma la petizione su Change.Org
Diritti ed assistenza ai lavoratori autonomi che si ammalano
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Siria: Assedio e fame a Madaya
Medici senza Frontiere - Medecins sans Frontieres
Comunicato Stampa dell'8 gennaio 2016

<Evacuare i pazienti e garantire forniture mediche immediate è essenziale per salvare vite umane
Circa 20.000 abitanti della città assediata di Madaya, nel Governatorato del Rif di Damasco in Siria, sono drammaticamente privati del necessario per sopravvivere e 23 pazienti del centro sanitario supportato da Medici Senza Frontiere (MSF) sono morti di fame dal 1 dicembre 2015. MSF accoglie con favore che il governo siriano autorizzerà il rifornimento di cibo nell’area, ma chiede che anche la consegna immediata di medicinali salva-vita attraverso la linea d’assedio sia una priorità e che i pazienti malati vengano evacuati con urgenza in posti sicuri dove essere curati.

Dal luglio 2015, le forze del governo siriano hanno assediato la città e dopo la distribuzione una-tantum di cibo, il 18 ottobre, questo assedio si è stretto in una vera morsa per la popolazione. Dei 23 pazienti deceduti, 6 avevano meno di un anno, 5 più di 60 anni e gli altri 12 erano tra i 5 e i 60. Diciotto erano uomini e cinque donne. MSF è estremamente preoccupata per i pazienti attualmente in cura e per i 20.000 abitanti della città, che per mesi hanno avuto pochissimo cibo a disposizione.

“È un chiaro esempio di cosa significa utilizzare l’assedio come strategia militare” dichiara Brice de le Vingne, direttore delle operazioni di MSF. “Ora che l’assedio è così serrato, i medici che supportiamo non hanno più farmaci negli scaffali, mentre i pazienti malati e affamati aumentano. I medici si sono ridotti ad alimentare i bambini malnutriti con sciroppi medicinali, perché sono l’unica fonte di zucchero ed energia disponibile, e così le poche scorte dei farmaci rimasti diminuiscono ancora di più. Oltre a fornire cibo, l’unico modo per uscire da una situazione ormai catastrofica è garantire l’evacuazione medica immediata dei pazienti malati e garantire il rifornimento dei farmaci.”

La situazione a Madaya è un esempio estremo degli assedi imposti in diverse zone del paese sia dal governo siriano che dai gruppi armati dell’opposizione. MSF è seriamente preoccupata che possano insorgere situazioni simili in altre aree assediate.

“In questo momento Madaya è una vera prigione a cielo aperto per circa 20.000 persone, tra cui neonati, bambini e anziani. Non c’è modo di entrare né di uscire e le persone vengono lasciate morire” continua de le Vingne di MSF. “I medici che supportiamo riportano di persone ferite o uccise da mine e spari mentre tentavano di lasciare la città. La disperazione è così acuta che al punto di distribuzione di MSF, pensato per rifornire i più vulnerabili, le persone litigano per accaparrarsi le ultime razioni di cibo disponibile.”

MSF supporta una struttura medica e un punto di distribuzione di cibo a Madaya dall’agosto 2015. Anche se difficile, all’inizio era ancora possibile organizzare la fornitura di cibo e medicine, ma di recente è diventato del tutto impossibile far passare qualunque bene. Lo staff medico supportato da MSF lavora in condizioni estreme e senza forniture adeguate per rispondere a bisogni medici già gravissimi esacerbati dall’insicurezza alimentare e dalla malnutrizione. Una distribuzione una-tantum non mitigherà i problemi nei mesi a venire.

MSF chiede l’evacuazione urgente dei pazienti malati verso un posto sicuro dove essere curati e l’accesso immediato e senza impedimenti delle forniture mediche salva-vita per la popolazione civile a Madaya.>.

Fonte prelievo news
Medici senza Frontiere - Sezione italiana

MSF Italy
Via Magenta, 5 | 00185 Roma
Tel 06 88806000 | Fax 06 88806020 | CF 97096120585 | msf@msf.it
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Campagna vaccinazioni di massa
Medici seenza Frontiera - Italia

                                                                  

<Abbiamo avviato una campagna di ‪#‎vaccinazioni‬ di massa senza precedenti in Repubblica Centrafricana. Obiettivo: vaccinare circa 220.000 bambini contro le principali malattie responsabili di mortalità infantile nel paese. È un'azione di portata eccezionale anche a causa del costo proibitivo del vaccino contro la polmonite.
Affinchè salvare la vita a migliaia di bambini non resti un'eccezione, aiutaci a convincere le case farmaceutiche Pfizer e GSK ad abbassare il prezzo del vaccino antipneumococcico a 5$ a bambino.>.
FIRMA ORA www.msf.it/ilvaccinogiusto

Ricerca "Digital Team" MsF

Medici senza Frontiere - Italia

                                            

<Vuoi entrare a far parte del Digital Team di Medici Senza Frontiere?
Stiamo cercando un/a DIGITAL CONTENT EDITOR per l’ideazione, lo sviluppo e l’editing di contenuti audiovisivi (Montaggi Video, Slideshow fotografici, videointerviste, Infografiche, etc.), e della disseminazione sui canali YouTube, Instagram, ThingLink, Exposure e siti web di Medici Senza Frontiere.
Contratto full time a tempo determinato per 12 mesi. Sede di lavoro Roma. E’ possibile inviare la propria candidatura entro il 15 Gennaio 2016.
Leggi il bando completo e tutti i dettagli della posizione visitando il nostro sito web: http://archivio.medicisenzafrontiere.it/…/Digital%20Content…
CANDIDATI ORA oppure condividi il bando con persone che potrebbero essere interessate!>.

Firma l'appello #milionidipassi‬
Medici senza Frontiere - Italia





<Vogliamo cominciare l'anno con gli occhi di questa bambina che abbiamo soccorso nel Mare Egeo. Noi non abbiamo dubbi sulle nostre priorità per il 2016: continueremo ad assistere le persone intrappolate nelle peggiori crisi umanitarie e chiederemo di garantire vie legali e sicure per chi fugge. Sarai con noi?
Firma l'appello #milionidipassi‬ ► http://bit.ly/milionidipassi>.

Fonte prelievo news e immagini
Pagina Facebook "Medici senza Frontiere" - Italia
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<Stop the bombs on Syria petition>
Petizione internazionale per fermare i bombardamenti in Siria

http://www.genocideinsyria.org/#!stop-the-bombs-petition-/hn6rq



<Millions are living under the brutal regime of bashar Al Assad and suffering daily from his barbaric barrel bombs many thousands are fleeing with many drowning in the Sea whilst trying to find safety in Europe please sign this Petition and tell the World leaders to stop this brutal Massacre of the Syrian people and its children>.

Milioni di persone vivono sotto il brutale regime di Bashar Al Assad e soffrono tutti i giorni a cause delle bombe, derivanti da lotte barbariche; tantissimi siriani stanno fuggendo e molti di loro annegano in mare, mentre cercano di trovare sicurezza in Europa. Si prega di firmare questa petizione, per sollecitare i leader mondiali, affinchè fermino questo brutale massacro del popolo siriano e dei suoi figli. (traduzione effettuata in gran parte con l'ausilio dell'apposito programma di Google).

Guarda il video su YouTube (attenzione, perchè vi sono presenti immagini molto "crude", che potrebbero turbare non poco le persone sensibili)
https://youtu.be/kl1qA6ZmVYc

Per effettuare una donazione nonprofits
http://www.genocideinsyria.org/#!donate/o9e94

Per contatti - Contact Us

http://www.genocideinsyria.org/#!contact/c1d94

Fonte prelievo testo e immagine
http://www.genocideinsyria.org

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Le MIGLIORI BUONE NOTIZIE del 2015
"Comunità risarcite dalle multinazionali, rilascio di prigionieri di coscienza, passi avanti verso l'abolizione della pena di morte: sono queste alcune delle buone notizie del 2015 ottenuto grazie all'impegno di chi sta dalla parte dei diritti umani"
Amnesty International Italia




Gennaio Nigeria
Il 7 gennaio la Shell ha accettato di risarcire la comunità di Bodo, nel delta del fiume Niger, devastata dal 2008 da due fuoriuscite di petrolio. Un'azione legale promossa nel 2011 nel Regno Unito dalla comunità di Bodo ha costretto la compagnia petrolifera a una conciliazione extragiudiziale in base alla quale risarcirà 55 milioni di sterline (circa 70 milioni di euro), di cui 35 ripartiti tra 15.600 persone e 20 destinati alla comunità di Bodo.


Febbraio El Salvador
Carmen Guadalupe Vasquez, una giovane donna che nel 2007, all'età di 18 anni, era stata condannata a 30 anni di carcere perché sospettata di aver abortito illegalmente, è stata scarcerata il 20 febbraio. Un mese prima, il 22 gennaio, a seguito di una campagna di Amnesty International e di altre organizzazioni per i diritti umani, l'Assemblea parlamentare aveva votato in favore della grazia.

Marzo Suriname
Il 6 marzo l'Assemblea nazionale ha approvato la legge che abolisce la pena capitale. L'ultima esecuzione aveva avuto luogo nel 1982.

Aprile Iran
Il 2 aprile Ghoncheh Ghavami, condannata il 2 novembre 2014 a un anno di carcere per il reato di "diffusione di propaganda contro il sistema", poi rilasciata su cauzione, ha ottenuto la commutazione del residuo di condanna in una multa. Ghavami, 25 anni, era stata arrestata il 20 giugno 2014 per aver voluto assistere a una partita di pallavolo maschile.

Maggio Irlanda
Il 22 maggio l'Irlanda è diventata il 19esimo paese al mondo e il primo attraverso un referendum ad aver introdotto nella legge l'uguaglianza dei matrimoni a prescindere dall'orientamento sessuale. Un successo storico, cui ha contribuito anche la campagna per il sì di Amnesty International Irlanda.

Giugno Camerun
Dopo una campagna di Amnesty International, 84 minorenni arrestati alla fine del 2014 all'interno di una scuola coranica col sospetto che venissero indottrinati da Boko haram, sono stati rilasciati tra il 24 e il 30 giugno.

Luglio Belize
Il 13 luglio l'ultimo uomo in attesa di esecuzione, Glenford Baptist, nel braccio della morte dal 2000 per omicidio, ha ottenuto la commutazione della condanna da parte della Corte suprema. Il braccio della morte del paese si è così svuotato.

Agosto Siria
Mazen Darwish, direttore del Centro siriano per i media e la libertà d'espressione, è stato rilasciato il 10 agosto. Era stato arrestato, insieme ad altri colleghi, a metà del febbraio 2012 per pretestuose accuse di terrorismo. Amnesty International aveva lanciato una campagna per la loro scarcerazione.

Settembre Etiopia
Il 16 settembre, dopo 539 giorni di detenzione, una corte federale ha assolto i blogger Natnael Feleke, Atnaf Berhane e Abel Waleba da ogni accusa di terrorismo. Soliyana Gebremichael, un altro blogger in esilio negli Usa, è stato a sua volta assolto.

Ottobre Stati Uniti d'America
Il 30 ottobre, dopo 13 anni di prigionia nel centro di detenzione di Guantánamo, il cittadino saudita Shaker Hamer è stato rilasciato ed è rientrato nel Regno Unito, dove ha la residenza essendo sposato con una britannica. Era stato arrestato nel 2002 in Afghanistan perché sospettato di far parte di un'organizzazione terrorista ma non era mai stato formalmente accusato né processato. Hamer è la sedicesima persona rilasciata nel 2015 da Guantánamo, dove restano ancora 111 detenuti.

Novembre Indonesia
Il 19 novembre Filep Karma, attivista per l'indipendenza di Papua, è stato rimesso in libertà dopo aver scontato due terzi della condanna a 15 anni, inflittagli il 26 maggio 2005 per aver sventolato, un anno prima, la bandiera papuana durante una manifestazione pubblica. Amnesty International lo aveva adottato come prigioniero di coscienza e nel 2011 lo aveva segnalato tra i casi della maratona "Write for Rights", inviandogli oltre 65.000 messaggi di solidarietà.

Dicembre Messico
Il 2 dicembre Cristel Piña, 25 anni, madre di due figli, è stata rilasciata dopo aver trascorso oltre due anni in carcere. Era stata arrestata nel 2013 e sottoposta a stupro e ad altre torture affinché confessasse di aver realizzato filmati compromettenti a scopo di estorsione, accusa poi rivelatasi falsa. Sempre il 2 dicembre Adrián Vásquez, conducente di autobus e padre di quattro figli, è stato rilasciato dopo aver trascorso oltre tre anni in carcere. L'uomo era stato arrestato nel 2012 e torturato affinché confessasse di essere un importante trafficante di droga, accusa poi rivelatasi falsa.

Fonte prelievo testo e immagine
Amnesty International Italia

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<RIPARTE il FUTURO> (Libera & Gruppo Abele)
"La lotta alla corruzione di un milione di italiani: tutti i fatti e le emozioni dell'anno. Vittorie, sconfitte, piccoli passi avanti e passi indietro che abbiamo vissuto insieme nel 2015. La nostra battaglia non si ferma"

Senza corruzione Riparte il Futuro




<Quest’anno abbiamo gioito, ci siamo arrabbiati, abbiamo faticato molto e, senza alcun dubbio, non ci siamo mai arresi. Abbiamo lottato insieme per fare di questo Paese un luogo migliore. Tra vittorie, e purtroppo anche sconfitte (ancora brucia la recente approvazione dell'innalzamento del tetto del contante), siamo riusciti ad agire concretamente contro la corruzione, contribuendo a modificare leggi, pungolando le Istituzioni e diffondendo la cultura della trasparenza.
Siamo fermamente convinti che dire "si poteva fare meglio" sia del tutto inutile per non dire deleterio. Tre anni fa Riparte il futuro era solo un'idea, oggi è una grande realtà che cresce ogni giorno, grazie a un milione di persone che la sostengono. Questo ci dà la forza di sfidare battaglie ancora più difficili.
Buon anno a chi partecipa e sostiene questo progetto e a tutti gli italiani in generale (tranne a quelli corrotti!).
Ecco la sintesi di un anno vissuto intensamente: condividi più che puoi!>

01. I RICOLLOCATI RESTANO AI LORO POSTI
(di potere)
Riparte il futuro si batte da mesi per porre fine alla pratica dei ricollocamenti degli ex politici ai vertici di Authority e società controllate dallo Stato. Ciascuno è libero di scegliere come investire le sue competenze nel pubblico o nel privato ma il passaggio tra i due mondi, quello del servizio al cittadino e quello a favore di un'impresa che resta sotto controllo pubblico, non può avvenire senza un necessario scarto temporale. Dal 2013 la legge italiana prevede che intercorra una pausa di almeno due anni (tre, in alcuni casi) tra un ruolo pubblico e un nuovo incarico in realtà private che riferiscono allo Stato. Ciò però vale solo per gli amministratori di enti locali e territoriali, ma non per chiunque abbia ricoperto ruoli nazionali - ex ministri, ex parlamentari, ex sottosegretari, e tutti i vice - che possono migrare a piacimento da un incarico all'altro, senza limiti. Nulla ad oggi è stato fatto per porre fine a questa vergogna.

02. STOPVITALIZIO AI CONDANNATI
(solo ad alcuni)
Centinaia di migliaia di cittadini hanno chiesto a gran voce la cessazione immediata di qualsiasi vitalizio erogato agli ex parlamentari condannati in via definitiva per reati come mafie e corruzione. In pochi mesi la petizione ha superato il mezzo milione di adesioni diventando di fatto la più vasta mobilitazione digitale mai organizzata in Italia. Il 7 maggio 2015 la delibera sui vitalizi per i parlamentari condannati è stata finalmente approvata bloccando di fatto il vitalizio a deputati e senatori condannati a pene superiori a due anni per i delitti di mafia, per i delitti che vanno dal peculato alla concussione e per tutti quelli che hanno una pena massima prevista di 6 anni. Si poteva fare meglio? Sicuramente sì: tra una cosa e un'altra sono solo 18 i nomi di coloro ai quali è stato cancellato il vitalizio, e ci sono volute circa 29mila firme di cittadini per ognuno di loro. Un rapporto troppo alto per ritenerci soddisfatti. Poteva andare peggio? È ancora più sicuro: se nemmeno questa delibera fosse stata approvata tutto sarebbe rimasto come prima.

03. 416TER, AUMENTANO LE PENE

A settembre 2015 la Camera ha approvato a larghissima maggioranza l'innalzamento delle pene per il 416ter portandole a 6-12 anni. A più di un anno dalla modifica della norma sul voto di scambio politico mafioso, chiesta a gran voce dai circa 400.000 cittadini sostenitori della nostra campagna, si è tornati a mettere mano all'articolo per correggere le imprecisioni presenti nel testo. Si tratta di un positivo passo in avanti ma si può ancora migliorare dal punto di vista normativo. Se nel 2014, grazie all'impegno di Riparte il futuro, siamo riusciti a far inserire il concetto di "altra utilità" tra le ragioni dello scambio politico-mafioso, finalmente è stato riparato quello che già al tempo definimmo un madornale errore, ossia l'abbassamento delle pene. Ci auguriamo ora che si prosegua su questa strada, chiarendo anche i dubbi interpretativi sul concetto di metodo mafioso citato nella legge. È infatti evidente che la violenza delle organizzazioni criminali è connaturata alla struttura stessa del vincolo mafioso. Non dovrebbe dunque ritenersi necessario dimostrare ogni volta la capacità di intimidazione dei soggetti incriminati come alcune interpretazioni suggerirebbero.

04. IL DDL ANTICORRUZIONE È LEGGE
Il famoso ddl anticorruzione è rimasto fermo per oltre 700 giorni, poi è stato più volte emendato dal governo e definitivamente approvato il 21 maggio 2015. Una riforma che non poteva più aspettare ma da completare. Il testo, pur rappresentando un importante passo avanti, è lacunoso in molti punti: ad esempio è completamente carente in materia di whistleblowing, ossia la tutela di chi segnala casi di corruzione sul luogo di lavoro.

05. HABEMUS INTERGRUPPO IN EUROPA (ma dorme)
Si è svolto ad aprile 2015 a Strasburgo il lancio ufficiale dell’Intergruppo su Integrità, Trasparenza, Corruzione e Crimine Organizzato (ITCO): è la prima volta che all’Europarlamento viene istituzionalizzato un gruppo specifico su questi temi. Per Restarting the Future, piattaforma internazionale di Riparte il Futuro, è una prima importante vittoria perché si compie un percorso iniziato un anno fa quando ai candidati alle elezioni europee sono stati chiesti impegni chiari contro la corruzione. Tuttavia le cose procedono molto a rilento, in linea purtroppo con i tempi biblici dell'agenda europea, e il nostri 90 eurodeputati impegnati contro coruzione e criminalità faticano a passare dalle parole ai fatti. Sveglia!

05. VITTORIA SUGLI ECOREATI!
Fino al maggio 2015 non esistevano nel nostro Codice Penale né il delitto di inquinamento né tantomeno quello di disastro ambientale. Uno squilibrio di sanzione anacronistico, insostenibile e a danno dell’intero Paese, che garantiva spesso l’impunità totale agli ecocriminali e agli ecomafiosi, anche grazie all'istituto della prescrizione. Libera e Legambiente insieme ad altre 23 sigle associative hanno promosso tramite Riparte il futuro l'appello "In nome del popolo inquinato" che ha raccolto in pochi mesi quasi 80.000 firme e ha fatto pressione sul Parlamento perché approvasse urgentemente, senza cambiare neanche una virgola, il nuovo testo di legge. Dopo numerosi sit-in in Piazza per chiedere di sbloccare in più occasioni l'iter, finalmente è arrivata la svolta: con l'approvazione definitiva del Senato abbiamo vinto una battaglia storica. Da ora in poi gli ecomafiosi e gli ecocriminali non la faranno più franca.  

06. PARADOSSI SUL CONTANTE
Sulla vicenda dell'aumento della soglia del contante, contenuta nella legge di Stabilità, ne abbiamo viste di cotte e di crude: il Premier Renzi che mette il provvedimento al voto di fiducia e poi dichiara che è la digitalizzazione è la chiave della lotta all'evasione, ministri che si contraddicono da un giorno all'altro, Confindustria che prima sostiene che il contante fa bene ai consumi e poi propone di limitarlo al massimo e altri paradossi. In questo caos totale la voce di 50.000 cittadini firmatari della petizione #Renziciripensi è rimasta inascoltata fino all'approvazione finale al Senato.

07. ERRORI SUL FALSO IN BILANCIO

Dall'approvazione del ddl anticorruzione di cui abbiamo parlato sopra, finalmente torna a essere perseguibile il falso in bilancio senza prevedere soglie e con la procedibilità d'ufficio. L’intenzione era di cancellare la legge del 2002, che aveva sostanzialmente depenalizzato il reato, e ripristinare sanzioni adeguate. Ma purtroppo l'effetto è stato l’opposto: la nuova legge ha aperto al falso in bilancio uno spazio ancora più largo. Ma cosa è accaduto nel dettaglio? Lo spieghiamo in questo articolo.

08. NESSUN RIBASSO SUL WHISTLEBLOWING
L'istituto del wisthleblowing, per proteggere chi denuncia episodi di corruzione di cui è vittima o testimone sul posto di lavoro, ha avuto una vita tromentata fin dalla sua prima apparizione nel dibattito politico italiano (mente in molti altri Stati è una pratica consolidata per contrastare la corruzione all'interno della Pubblica amministrazione). Le ultime notizie di cronaca parlamentare parlano di bagarre e improvvisi cambi di rotta da parte di alcune forze politiche e si teme che il testo possa di nuovo arenarsi in Aula. Sarebbe davvero un'altra occasione persa.

09. ASPETTANDO IL FOIA ITALIANO
A pochi giorni dalla scadenza del mandato governativo si sa ancora poco sul decreto attuativo in materia di Freedom of Information Act (il libero accesso alle informazione della Pubblica amministrazione) atteso prima di Natale. Tuttavia un passo avanti è stato fatto durante il convegno organizzato dall'Istituto Bruno Leoni il mese scorso a Roma: le istituzioni si sono pubblicamente confrontate con chi rappresenta le richieste dei cittadini firmatari della petizione Foia4Italy e alcuni punti sono stati chiariti. Ciò che è emerso è che il Foia italiano, come ha spiegato Bernardo Mattarella, riprenderà il modello usato in altri Paesi, in particolare in quelli anglosassoni, seguendo un principio di trasparenza, «che attualmente nella nostra Costituzione non c'è». Ma restano ancora molti timori, in particolare riguardo alle eccezioni all'accesso che, di fatto, potrebbero rendere inutile il provvedimento.

10. INVESTIMENTI LAST MINUTE PER I COMUNI
Alcuni recenti provvedimenti permetteranno alle amministrazioni locali di sbloccare le risorse accumulate negli annicome avanzi di bilancio destinati agli investimenti. Si tratta di un’importante boccata d’ossigeno per moltissimi sindaci, sempre più a corto di risorse da investire per lavori di manutenzione e opere pubbliche, ma tutto va approntato entro il 31 dicembre. Per fare in tempo le macchine amministrative stanno lavorando forsennatamente perché le opere vengano assegnate entro la fine dell’anno ed è altissimo il rischio che la fretta vada a discapito della trasparenza. Occhi aperti.  

11. LO SPORTELLO ANAC FUNZIONA (?)
Osannata e demolita a intervalli regolari, l'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha presentato a ottobre 2015 una rendicontazione che dimostra come l'80% delle 340 segnalazioni dei cittadini giunte durante l’anno 2014 hanno dato avvio a procedimenti contro gli enti segnalati. Per ben 270 volte, l’Anac ha dato un senso al monitoraggio civico dei cittadini innescando sulla base di questo il proprio monitoraggio istituzionale. Con il “potere di ordine” di cui dispone ha dunque indicato agli enti che cosa dovesse andare online e in quali tempi. Secondo il report il 75% delle amministrazioni coinvolte ha adeguato il proprio sito dopo la prima richiesta, il 14% l’ha fatto solo in parte, l’1% lo sta ancora facendo e solo il 10% non si è ancora messo in regola. Per tutti coloro che non hanno ancora adempiuto alle richieste, l’Anac potrà infine ricorrere al proprio potere sanzionatorio.

12. APPALTI, QUALCOSA SI MUOVE
Due città italiane hanno dimostrato quest'anno che esiste una via possibile per depurare dalla corruzione il meccanismo dell'assegnazione degli appalti pubblici. A Udine è stato firmato a luglio un Protocollo che obbliga tutte le imprese a segnalare tempestivamente eventuali richieste illecite (tangenti e simili), pena la risoluzione del contratto. L’appaltatore inoltre sarà obbligato a comunicare i nominativi di tutte le aziende che lavorano per lui, e anche queste dovranno rispettare le normative antimafia.

Anche a Bologna è stato firmato un accordo triennale che pone regole più ferree rispetto a quanto stabilito dalla normativa nazionale. La ricetta bolognese prevede l’abbandono delle gare al massimo ribasso in favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa (che riserva meno peso al prezzo delle offerte e può considerare fattori di integrità), il riconoscimento nei bandi di gara del rating di legalità delle imprese, la co-progettazione del welfare con utenti e aziende del settore. Non secondaria la misura del “curriculum di reputazione” delle imprese, che prevede un punteggio maggiore a chi rispetta al meglio da dignità e la stabilità dei lavoratori. L'auspicio è che questi modelli si diffondano a macchia d’olio in tutte le amministrazioni del Nord e del Sud Italia.

NOTA
Campagna promossa da LIBERA e GRUPPO ABELE - Created with "LATTE creative"

Fonte (testo e immagine) della news
Senza Corruzione RIPARTE il FUTURO


AVVERTENZA
Diffondiamo queste news a tutti i nostri contatti!
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<Ua firma per cambiare: dai vitalizi al made in Italy, un anno di petizioni con Change.org>
Testo di Marianna Bruschi del 29 dicembre 2015
Il Tirreno Toscana - Gelocal.it




"Un anno di raccolte firme, di mobilitazioni grandi e piccole. Un anno di storie, come quella di Patrizia licenziata per il cancro e poi reintegrata, o quella di Gonzalo, il senzatetto che ora ha una casa. Il 2015 raccontato attraverso le petizioni di Change.org, la piattaforma che in Italia conta 4 milioni e 850mila utenti attivi".

<ROMA. La domanda sulla homepage del sito di Change.org punta a una direzione precisa: «Tu cosa cambierai?». Niente condizionale, niente ipotesi. L’idea è questa: unendo le forze le raccolte firme possono portare dei risultati. E il 2015 sarà l’anno di Yassine Rachik, atleta di 22 anni di origine marocchina cresciuto in Italia che ha ottenuto la cittadinanza grazie a una petizione. Sarà l’anno di Gonzalo, senzatetto di sessant’anni, che ora ha un camper che è diventato la sua casa, l’anno del fondo da 400 milioni di euro per la non autosufficienza sbloccato grazie dal Governo Renzi grazie alla sottoscrizione di Salvatore Usala. Il 2015 sarà l’anno di Patrizia Zoe, licenziata dopo aver scoperto di essere malata di cancro: con 80mila firme è riuscita a far sospendere il provvedimento. Sono vittorie tutte italiane che segnano questo 2015.

Lo strumento della raccolta firme segue anche l’onda emotiva e dell’emergenza. È successo per la Pasta Rummo. Il pastificio di Benevento distrutto da un nubifragio nella notte tra il 14 e il 15 novembre è stato aiutato dai tanti cittadini che hanno iniziato a comprare i loro prodotti. E di più: su Change è partita la sottoscrizione per portare il marchio nelle mense scolastiche, con 67mila adesioni il risultato è stato raggiunto. Uno dei gestori italiani di mense nelle scuole ha adottato la pasta Rummo tra i prodotti che serve a migliaia di bambini e ragazzi.>.

«Il 2015 è stato l'anno dello stop al vitalizio ai parlamentari condannati per mafia e corruzione, ma anche l'anno di Soheil, salvato da una condanna a morte in Iran per un post su Facebook grazie alla tenacia di Sabri Najafi, un'attivista iraniana che vive in Italia dal 1980. Una donna straordinaria che ha già vinto ben tre petizioni su Change.org. È stato anche l'anno in cui in cui Change.org in Italia ha prima raggiunto i 4 milioni di utenti attivi, per poi quasi arrivare a quota 5 milioni, dimostrando di essere - anche in Italia - la più grande piattaforma aperta di petizioni online», spiega Elisa Liberatori Finocchiaro, country lead per l’Italia.

«Change.org è il luogo ideale anche per aziende e amministratori pubblici che vogliono scegliere il dialogo e la trasparenza coinvolgendo la propria base elettorale e i propri consumatori attraverso le pagine verificate Change.org - aggiunge Liberatori Finocchiaro - Come fa già il sindaco De Magistris a Napoli e il leader di Podemos in Spagna. Il 2015 ci ha insegnato che persone come Sabri, o come Yassine Rachik, prima destinatario e poi promotore di una petizione per la cittadinanza italiana, e insieme a loro 4.8 milioni di utenti, credono nella possibilità di creare vero cambiamento sociale attraverso la tecnologia».

La top 10 delle vittorie


01
Stop al vitalizio agli ex parlamentari condannati per mafia. Con 516mila firme è la petizione con più sostenitori. Ci è voluto quasi un anno per raggiungere l’obiettivo.
02
Nessun vitalizio ai mafiosi. Con 158mila firme anche questa è una vittoria. La petizione è partita dal caso dell’ex governatore della Sicilia Totò Cuffaro e si è allargata a tutti i parlamentari condannati per mafia.
03
Il formaggio si fa con il latte. La legge italiana proibisce l’uso di latte in polvere per fare il formaggio. La petizione nasce dopo l’invito della Commissione Europea a cambiare questa legge per garantire la libera circolazione delle merci. In poco più di due mesi Slow Food ha superato le 130mila firme. La vittoria è stata siglata dall’impegno del Governo a non cambiare la legge.
04
Salviamo Soheil, condannato a morte per un post su Facebook.Sabri Najafi è nata a Shiraz, nel sud dell’Iran, dopo gli studi in scienze politiche a Teheran nel 1980 si è trasferita in Italia «spaventata dai provvedimenti del regime di Khomeini». È lei a lanciare l’appello per aiutare Soheil Arabi, fotografo e blogger condannato a morte per aver insultato Maometto e alcuni politici italiani su Facebook. La petizione in Italia ha raccolto oltre 100mila adesioni ma in totale sono state 240mila con l’appello diffuso anche in Francia e negli Stati Uniti. Le firme sono state consegnate all’ambasciatore iraniano in Italia. Il capo di imputazione nei confronti del blogger è stato cambiato.
05
Licenziata per il cancro chiedo di tornare al lavoro. La motivazione ufficiale era stata “riassetto aziendale” ma per Patrizia Zoe la vera motivazione era la sua malattia. Dopo 80mila firme e alcuni mesi di attesa è tornata al lavoro.
06
Riconoscere il giusto risarcimento a Roberto Mancini. Anni di indagini sui rifiuti tossici della camorra, Roberto Mancini ha respirato veleni, li ha toccati, per anni. Veleni che gli hanno lasciato un tumore ai linfonodi. La petizione ha chiesto per lui un indennizzo. Niente può ridargli la salute ma le 74mila firme hanno chiesto per il vice commissario un giusto riconoscimento per le sue condizioni invece del solo risarcimento di 5mila euro proposto dallo Stato. Roberto Mancini è morto ma è stato riconosciuto vittima del dovere.
07
No alla depenalizzazione dei reati contro gli animali. Con 73mila firme in poco più di due mesi si è arrivati alla vittoria: i reati contro gli animali non sono stati depenalizzati.
08
Un intervento per la lingua italiana #dilloinitaliano. Annamaria Testa è riuscita a raccogliere quasi 69mila adesioni al suo invito in apparenza semplice: parlare di più in italiano. Un appello rivolto soprattutto alle istituzioni, ma anche ai media, alle imprese. Un esempio? Perché usare “form” se si può dire “modulo”? O “jobs act” quando c’è “legge sul lavoro”? La petizione era rivolta in particolare all’Accademia della Crusca perché si facesse portavoce di questa richiesta. E così è stato.
09
Pasta Rummo in tutte le scuole!La petizione ha seguito #saveRummo, campagna social per aiutare il pastificio di Benevento distrutto da un nubifragio. La richiesta sostenuta da 67mila persone? Portare la pasta Rummo nelle scuole. Obiettivo raggiunto: una delle aziende che si occupa dei servizi mense in moltissime scuole italiane ha accettato.
10
Stop tortuna piccoli uccelli per farne richiami vivi. Alfonso Pecoraro Scanio è partito dalla procedura di infrazione dell’Unione Europea nei confronti dell’Italia per l’uso di richiami vivi nella caccia: piccoli uccelli migratori vengono catturati con le reti e usati per ingannare con il loro canto altri uccelli così che i cacciatori li possano abbattere. Con quasi 65mila firme obiettivo raggiunto: è arrivato lo stop alla Camera.

Fonte con link del testo e dell'immagine
Il Tirreno Toscana - Gelocal.it
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MEDICI senza FRONTIERE
I ringraziamenti e gli auguri della Sezione italiana di MSF
Comunicazione di Gabriele Eminente, Direttore Generale MSF Italia



<Il 2015 non lo dimenticheremo, come non dimenticheremo i colleghi uccisi nel bombardamento del nostro ospedale a Kunduz, in Afghanistan. È stato un attacco senza precedenti ai principi umanitari internazionali. Ma non ci siamo mai fermati né ci fermeremo di fronte alle violenze, ai conflitti vecchi e nuovi e agli attacchi indiscriminati ai civili.
Quest’anno nuove aree di crisi - in Ucraina, Yemen, Burundi - si sono aggiunte ai tanti tragici conflitti ancora in corso: Siria, Iraq, ma anche crisi decennali, come nel Corno d'Africa, Afghanistan, Sud Sudan e Repubblica Centrafricana.
Sono gli scenari che spingono centinaia di migliaia di persone ad affrontare lunghi percorsi per salvare la propria vita. Noi li assistiamo nei paesi di provenienza e lungo il loro tragitto. Da maggio, li abbiamo soccorsi anche in mare con le nostre navi nel Mediterraneo, salvando più di 20.000 donne, uomini e bambini.
Nel corso dell’anno abbiamo portato la nostra azione medico umanitaria in più di 60 paesi, sempre in prima linea nella reazione a catastrofi naturali, come in Nepal, nel contrasto alle epidemie e nella risposta al dramma dell’Ebola.
Gli operatori umanitari italiani hanno dato, come sempre, un importante contributo sul campo. Ma altrettanto fondamentale è il sostegno dei tanti donatori privati: solo grazie a loro, a te, possiamo portare avanti la nostra azione in modo indipendente, neutrale e imparziale. Oggi più che mai, il tuo supporto è essenziale.
Ti ringrazio di cuore e ti auguro un sereno 2016.>.

Gabriele Eminente
Direttore Generale di MSF Italia

Fonte prelievo testo e immagine

Medici senza Frontiere Italia
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CAMPAGNA "CORRI CON ME"
Maratona con petizione internazionale per i diritti umani e civili
Promossa da Amnesty International - Sezione italiana




<Da qualche parte del mondo proprio in questo momento soffro, mi stanno torturando, incarcerando senza ragione, mi impediscono di esprimere la mia opinione, mi stuprano.

Per impedire tutto questo comincia a correre, è una corsa contro il tempo, la corsa della mia vita. Partecipa alla maratona mondiale dei diritti umani "Write for rights": firma gli appelli, chiedi giustizia e #corriconme>.

Corri con me per salvare:

   
Phyoe Phyoe
   Picchiata e incarcerata per aver manifestato pacificamente
   Leggi la sua storia

Corri con me per salvare:

   
Yecenia
   Picchiata e stuprata per farla confessare
   Leggi la sua storia

Corri con me per salvare:

   
Maria
   È solo una bambina ma è costretta a sposarsi
   Leggi la sua storia

Corri con me per salvare:

   
Rania
   Sequestrata con la sua famiglia da agenti del governo
   Leggi la sua storia

Corri con me per salvare:

   
Zunar
   Rischia molti anni di carcere per un tweet
   Leggi la sua storia


Leggi le storie terribili di queste persone e firma le singole petizioni internazionali per tentare di salvarle, liberarle dal'incubo tragico che è loro capitato addosso solo perchè sono libere di pensiero e credono nei diritti umani e civili che stanno negandogli. Clicca sul link sottostante, relativo alla fonte di prelievo di questa petizione, oppure sull'immagine in alto. Io ho già firmato convintamente. Poi, se la diffondete tra i vostri contatti e con i vostri mezzi di comunicazione (Social Media/Network, Siti Web, E-Mail, etc.) sicuramente farete un'ulteriore buona e utile azione verso la speranza. Più siamo e meglio sarà, soprattutto per Phyoe, Yecenia, Maria, Rania e Zunar. Grazie!

Link alla Fonte della petizione online
Amnesty International - Sezione italiana
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Libertà per il poeta Ashraf Fayadh
Petizione internazionale diretta al Re Salman bin Abdelaziz al Saud dell'Arabia Saudita
https://www.change.org




<Ashraf Fayadh, poeta, curatore e artista, è stato condannato a morte da un tribunale dell’Arabia Saudita, paese dove è nato da genitori palestinesi.

È accusato di aver promosso l’ateismo con i suoi testi inclusi nell’antologia poetica "Instructions within" (2008), di aver avuto relazioni illecite, di aver mancato di rispetto al profeta Maometto e di aver minacciato la moralità saudita. La sentenza è stata emessa il 17 novembre ed è previsto che Fayadh possa presentare una richiesta d’appello entro trenta giorni.

Fayadh, 35 anni, è rappresentante dell’organizzazione di artisti britannico-saudita Edge of Arabia. Nel 2013 è stato tra i curatori della mostra Rhizoma alla Biennale di Venezia. È stato arrestato nel gennaio del 2014 e nel maggio dello stesso anno è stato condannato a quattro anni di prigione e 800 frustate da un tribunale di Abha, nel sudovest dell’Arabia Saudita.

Dopo che il suo primo ricorso è stato respinto, una nuova corte lo ha condannato a morte.

Mona Kareem, poeta e attivista per i diritti dei migranti che ha lanciato una campagna per la liberazione di Fayadh, ha detto al Guardian che il poeta non può chiedere a un avvocato di difenderlo perché dal giorno del suo arresto non ha più i documenti d’identità. Secondo Kareem, Fayadh sarebbe vittima di discriminazione perché di origine palestinese.

Durante le udienze il poeta ha dichiarato di essere musulmano e ha respinto le accuse.

Libertà per il poeta #AshrafFayadh condannato a morte in Arabia Saudita.>


Autore della petizione e fonte della stessa
Alberto Scrinzi su Change.Org del 22/11/2015

Testo, immagine e URL per la firma della petizione online

https://www.change.org

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Dai tragici fatti di Parigi alla guerra di Hollande (e non solo)
La Piazzetta news del 16/11/2015
Gianfranco Ghironi

Dopo i fatti ultimi di Parigi del decorso 13 novembre, sono giornate di tristezza, preoccupazione e lutto internazionale, anzi, mondiale e globale. Da questi tragici eventi, in particolare da quello voluto al “Bataclan” (un autentico massacro di persone innocenti), tutto il pianeta deve prendere atto che quanto avvenuto nella capitale francese, esula dai confini di una Nazione, di uno Stato, di una metropoli (come forse qualcuno si era illuso che fosse) multietnica come Parigi; ammettere finalmente e purtroppo, che qualcosa di serio bisogna mettere in atto, per impedire o quantomeno arginare questi autentici crimini contro l’umanità. Ci troviamo difronte ad una potentissima organizzazione terroristica internazionale, che conta proseliti in ogni dove, pronti a dare la propria vita in nome di un Dio della guerra e della vendetta, che non ha riscontro alcuno nelle Sacre Scritture delle religioni monoteiste. Sono ben equipaggiati militarmente (anche a causa degli "Stati canaglia" e/o delle multinazionali che gli hanno fornito le armi) e soprattutto ideologicamente, intendendo il termine nel suo senso più esteso; fanatici disposti a tutto e anche consapevoli che al termine delle loro azioni, oltre i lutti e le distruzioni che avranno apportato, saranno inesorabilmente sconfitti dalla storia e dall’umanità. Ciò nonostante, andranno avanti come se niente fosse, perché si sono cacciati, consequenzialmente alle logiche applicate, in un vicolo cieco quasi identico a quello intrapreso dagli Stati che hanno generato questo “fenomeno”, con le loro scellerate politiche economico-finanziarie e non sllo.
Se si “scendesse in campo” per difendere i veri valori della democrazia, i principi basilari delle persone in quanto tali, diritti umani e civili, scaturiti dalla Rivoluzione francese, dal “secolo dei lumi”, dal vero pensiero liberale, giuro che, anche se in età avanzata, vengo anch’io a lottare contro queste barbarie ed i criminali vigliacchi che le mettono in atto. Se, invece (come penso), si sta entrando in guerra per difendere politiche internazionali ingiuste, espansionistiche, colonialistiche se non addirittura imperialistiche; destabilizzanti di intere regioni del pianeta, di regimi locali sostituiti da altri definiti “fantoccio” alle dipendenze di potenze esterne o sfuggiti al loro controllo, alfine di profittare delle risorse naturali esistenti e di accordi commerciali favorevoli; condizionare la finanza e le “borse”, vendere armi sempre più sofisticate e/o “scarti di magazzino”, etc., beh, allora ci penso non una ma tre volte, perché questa guerra non è la mia, non mi rappresenta e non risolverà niente. In primis, perché i bombardamenti versus l’ISIS non avranno efficacia duratura, perché non si tratta di uno Stato geograficamente localizzato e stabile, ma di vere e proprie “piattaforme multitasking” che si muovono in continuazione come fossero dei “caravan wi.fi” perfettamente attrezzati. Certo che bisogna implementare la collaborazione tra le varie “intelligence”, creando un coordinamento organico e funzionale (chissà perché non lo si è già fatto…), tra i Governi dei Paesi componenti la UE ed extra.
Si avverte, ora più che mai, la necessità di creare un esercito europeo di PACE e di INTERDIZIONE che, all’occorrenza, sappia anche reagire autonomamente e diversamente rispetto alla NATO (organismo solo militare) e dall'ONU (organizzazione politica in agonia) ma, soprattutto, si capisce che occorre costruire l’Europa dei POPOLI, ove la SOCIALITA’ sia perseguita dalla POLITICA messa al suo servizio. Tutto questo oggi non esiste proprio e l’attuale UE serve soltanto poteri forti e interessi nazionali egoistici, soprattutto dopo l’avvento della moneta unica. Se vogliamo difendere i mercati, la finanza speculativa neoliberista e selvaggia, che in un giorno brucia la “spending review” annuale di un intero Stato, gli interessi sporchi delle multinazionali, i furti di terra e altre risorse naturali perpetrati ai danni dei Paesi poveri, costretti alla fame, alla sete e alle malattie da delinquenti locali (appoggiati o meno dall’esterno), ribadisco che non è guerra giusta né, tantomeno, santa. Non mi appartiene, come non mi appartengono le azioni terroristiche di ogni tipologia ideologica. Certo che bisogna estirpare l’ISIS anche con la forza ma, contestualmente, bisogna iniziare convintamente ad operare un cambiamento radicale nella politica dei Paesi occidentali che, invece, non si mettono minimamente in discussione e chi lo ricorda, viene tacciato di essere traditore perché favorisce i “cattivi”, che stanno mettendo a repentaglio le nostre economie, gli “stili di vita”, le “abitudini”, le “tradizioni”, la nostra cultura (?!), etc.. Quando queste sono errate e causano gravi danni agli altri, bisogna rimetterle in discussione e cambiarle, volenti o nolenti, perché altrimenti, distrutto l’ISIS ora come Al Qaeda prima, nasceranno altre formazioni criminali, in quanto non sarà stato eliminato il problema che ne causa l’origine. Con la guerra (strumento sbagliato, storicamente documentato), si alimenta il fondamentalismo estremo, perché è come buttare benzina sul fuoco, mentre questo va estinto privandolo dell’ossigeno di cui si alimenta. E questo non lo si vuole fare, perché non conviene ai grandi del pianeta, governato non più dalla POLITICA ma da potenti lobby internazionali ivi compresa quelle delle armi, aziende multinazionali forti come uno Stato, dalle grandi banche e dalle compagnie assicurative, dalle aziende petrolifere a quelle della produzione dei farmaci salvavita, che utilizzano i mercati e le borse in modo da condizionare la vita di intere popolazioni a vantaggio di pochi. Difendersi dagli attacchi è legittimo e doveroso. Cercare di eliminare la possibilità che si ripetano è ancor più giusto. Ma i bombardamenti non serviranno allo scopo, perché non sono l’arma giusta per combattere questo terrorismo fortemente militarizzato (armato da non pochi Paesi occidentali), se non saranno supportati anche da convinte e profonde azioni politiche di revisione di questo sistema capitalistico e neoliberista ormai putrescente (che va in modo stupido, contro le sue stesse ragioni d’essere), che sta letteralmente distruggendo il pianeta e tutti i suoi esseri viventi (flora e fauna), compresa la specie cosiddetta umana.

Gianfranco Ghironi
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<Expo, chiusi i cancelli. Mattarella: "Abbiamo abbracciato il mondo">

Considerazioni post EXPO Milano 2015
Gianfranco Ghironi

  


Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha pronunciato il suo discorso di chiusura dell’EXPO di Milano 2015 che, a dire degli organizzatori, è stato un successo dell’Italia che lavora, crea e produce. Certo, i 22 milioni circa di biglietti venduti sono un dato su cui riflettere (positivamente) e testimoniano indubitabilmente che intorno a questa edizione dell’esposizione universale, si sono concentrati molti e forti interessi nazionali e internazionali. Ci si augura, pertanto, positive ricadute economiche, sociali e culturali, nel senso auspicato dagli “scommettitori” iniziali. Si, ho usato il termine di scommettitori apposta, perché il vero successo di questa manifestazione mondiale, non si dovrà misurare solo con il metro delle vendite dei “ticket” d’ingresso ma, nel futuro prossimo venturo, valutandole con la qualità e la quantità degli scambi commerciali con l’estero, con la ripresa del vero “Made in Italy” (stra-venduto a società estere), nella  crescita e nella stabilizzazione dell’occupazione giovanile (in primis, di quelli che hanno lavorato quasi gratis all’EXPO stessa; nella valorizzazione delle enormi potenzialità offerte dal nostro territorio, in merito a eccellenze enogastronomiche, artigianali, artistiche, storiche, culturali e ambientali. Già, culturali e ambientali, due temi chiave dell’EXPO italiana, che sono stati trattati in convegni, dibattiti, seminari e stage organizzati al proprio interno, ma sui quali dubito che ci saranno le positive e significative ricadute tanto auspicate, se non si mette seriamente in discussione il presupposto fondamentale su cui poggia tutta l’economia (sarebbe meglio dire la finanza) mondiale, ovvero il profitto, sempre e comunque. Il sistema capitalistico liberista e selvaggio nel quale siamo completamente immersi, condizionato dall’umore estremamente variabile delle borse, dalle grandi banche e assicurazioni, dalle politiche egoistiche e folli di determinati Stati, dalle multinazionali senza scrupoli, fa a pugni con la cultura e l’ambiente. In poche parole si può affermare, purtroppo, che confligge perennemente con la soddisfazione dei diritti primari, con l’affrancamento dalla fame e dalla sete, con la cura delle malattie, con i diritti umani e civili delle persone in quanto tali, con la dignità dei popoli. Per esprimere un giudizio oggettivo e significativo, quindi, sugli obiettivi che ritengo l’EXPO dovesse aiutare a perseguire (non dico raggiungere, perché ciò è compito della politica dei governi), sui delicati temi della nutrizione umana nel pianeta, ritengo si debba attendere almeno qualche anno. Chi sbandiera ora il successo tutto italiano dell’Esposizione Universale cerca, infatti, di depistare l’attenzione dei MMedia e dei cittadini dal vero nodo del problema alimentare mondiale, che sempre più si allontana dal potere della politica in senso umanistico e si avvicina pericolosamente sempre più, alla speculazione internazionale di lobby e interessi contro l’umanità (leggasi TTIP e simili). D’altronde, l’accoppiata di potenti sponsor dell’EXPO, era già un segnale allarmante in questo senso. Se la “Coca Cola” e “McDonald’s”, praticano e promuovono una giusta e sana alimentazione nel mondo, allora io sono un guerrafondaio, arrivista, cinico e straricco. E’ come se le potenti multinazionali del tabacco, finanziassero la ricerca e le cure per i tumori, derivati dalla vendita e dal fumo delle sigarette. Se non del tutto scettico, sono quantomeno molto, molto perplesso, in merito ai veri intenti, ai risultati fino ad ora conseguiti ed a quelli che eventualmente si realizzeranno, rispetto alla direzione da me auspicata. Ai posteri (prossimi venturi) l’ardua sentenza ma, personalmente, sono quasi sicuro che al termine dello stesso dovremo ammettere che "l'elefante ha partorito un topolino". Peccato!

Gianfranco Ghironi (09/11/2015)

Fonte del titolo e riferimenti
<Expo, chiusi i cancelli. Mattarella: "Abbiamo abbracciato il mondo">
Repubblica.it del 31/10/2015

Logo cover

http://www.expo2015.org


Note utili
Breve Storia delle 34 EXPO -Esposizioni Universali- dal 1851 al 2015
ANSA.it
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<STOP AI TRASFERIMENTI DI ARMI IN YEMEN!>
Appello-Petizione di Amnesty International sezione italiana
Indirizzata al Ministro Gentiloni e al Governo
http://appelli.amnesty.it/conflitto-yemen



Profughi a Khamir, luglio 2015 (c) Amnesty International

PREMESSA all'APPELLO-PETIZIONE

<Stop ai trasferimenti di armi in Yemen!>

"C'erano 19 persone nella casa quando è stata bombardata; erano tutti bambini e donne tranne uno. I bambini di solito giocavano fuori ma era l'ora di pranzo ed erano in casa. Sono stati tutti uccisi o feriti. Uno aveva solo 12 giorni" - ha dichiarato Abdullah Ahmed Yahya al-Sailami, che ha perso il figlio di appena un anno.
Da marzo 2015, il sanguinoso conflitto in Yemen ha ucciso oltre 2100 civili, tra cui almeno 400 bambini. In tutto lo Yemen è in corso una disperata crisi umanitaria e oltre 1.400.000 persone sono sfollate. Le schiaccianti prove di crimini di guerra commessi nello Yemen dalla coalizione a guida saudita, che riceve armi da diversi paesi tra cui l'Italia, evidenziano l'urgente bisogno di una sospensione dei trasferimenti di una serie di armi.
Nel rapporto "Piovono bombe dal cielo giorno e notte", Amnesty International ha rivelato prove di attacchi aerei illegali compiuti dalla coalizione a guida saudita, alcuni dei quali costituiscono crimini di guerra, e ha dimostrato quanto sia indispensabile fermare le forniture di armi che vengono usate per commettere queste violazioni dei diritti umani.
Il rapporto di Amnesty International mette in evidenza il costante disprezzo per la vita dei civili mostrato dalla coalizione a guida saudita, che in violazione del diritto internazionale ha dichiarato obiettivi militari le intere città di Sa'da e Marran. In almeno quattro attacchi, le abitazioni distrutte sono state colpite più di una volta e ciò lascia intendere che fossero proprio loro gli obiettivi degli attacchi, pur in assenza di alcuna prova che fossero usate per scopi militari.
Le prove raccolte in mesi di ricerche da Amnesty International dimostrano come tutte le parti in conflitto abbiamo commesso violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, con attacchi indiscriminati, usando armi imprecise, in aree densamente popolate.
La maggior parte delle vittime civili nel conflitto dello Yemen è stata causata dagli attacchi aerei della coalizione a guida saudita. Sa'da è la città che ha subito le maggiori distruzioni.
I ricercatori di Amnesty International hanno rinvenuto resti di due tipi di bombe a grappolo: le sub-munizioni BLU-97 col loro contenitore CBU-97 e la più sofisticata CBU 105 Sensor Fuzed Weapon. Le bombe a grappolo, vietate dal diritto internazionale, rilasciano numerose piccole bombe in un'area molto vasta. Molte di queste non esplodono all'impatto e diventano una minaccia mortale per chiunque vi entri in contatto.
Gli stati che inviano armi a coloro che prendono parte al conflitto nello Yemen hanno il dovere di assicurarsi che i trasferimenti da loro autorizzati non stiano favorendo gravi violazioni del diritto internazionale umanitario.
Amnesty International chiede la sospensione dei trasferimenti, ai paesi membri della coalizione a guida saudita impegnati nella campagna militare dello Yemen, di armi e munizioni che sono state usate per commettere violazioni del diritto internazionale umanitario, crimini di guerra compresi: in particolare, le bombe della serie MK (MARK) 80 e altri tipi di bombe per uso generico, aerei ed elicotteri da combattimento e loro parti e componenti.
Le armi italiane
Comtrade è un database open source amministrato dall'Onu che compila le statistiche del commercio di armi di più di 170 paesi. Il registro delle armi convenzionali è stato fondato nei primi anni 90 dall'Ufficio delle Nazioni Unite per il disarmo per monitorare i trasferimenti di armi tra stati "per evitare l'accumulo eccessivo e destabilizzante di armi. . . al fine di promuovere la stabilità e rafforzare la pace e la sicurezza regionale o internazionale".
Secondo i dati Comtrade, i maggiori fornitori di armi verso l'Arabia Saudita nel periodo 2010-2014 per la categoria 93 (armi e munizioni) sono in ordine di grandezza:
Usa: US $ 1.475.074.339
Uk: US $ 1.046.093.252
Italia: US $ 331.256.631
Sebbene Comtrade e il registro delle Nazioni Unite delle armi convenzionali siano fonti ufficiali, è importante notare che molti paesi non riportano a questi organismi dati completi, ma le informazioni raccolte rappresentano solo i trasferimenti attraverso i confini e non la destinazione finale e/o l'utente finale. Il dato va quindi considerato al ribasso.

TESTO INTEGRALE dell'APPELLO-PETIZIONE al GOVERNO ITALIANO

Paolo Gentiloni
Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale
Piazzale della Farnesina, 1
00135 Roma
Fax: 06.3236210

<Egregio Ministro,

sono un sostenitore di Amnesty International, l'organizzazione non governativa che dal 1961 lavora indifesa dei diritti umani, ovunque siano violati.
Le chiedo di sospendere tutti i trasferimenti di armi ai membri della coalizione a guida saudita che stanno effettuando attacchi in Yemen. È necessario sospendere l'invio di armi, munizioni, parti e componenti e altre apparecchiature che comportano un rischio sostanziale che vengano utilizzate per commettere o facilitare gravi violazioni del diritto internazionale umanitario in questo conflitto.
Le chiedo di condannare l'uso di munizioni a grappolo nella crisi dello Yemen.
La invito a usare le relazioni bilaterali con i governi degli Stati Uniti d'America e del Regno Unito per sollecitarli a soddisfare tali richieste e ad avviare un'indagine sul potenziale abuso dell'uso delle armi statunitensi da parte dell'Arabia Saudita in Yemen. Come principale fornitore di armi dell'Arabia Saudita, gli Stati Uniti hanno infatti un obbligo particolare nel fermare ogni fornitura che contribuisce alle violazioni del diritto internazionale umanitario e le violazioni dei diritti umani.
Le chiedo di sostenere attivamente l'applicazione del Trattato sul commercio delle armi.
Le chiedo di sostenere gli sforzi per stabilire immediatamente un'indagine approfondita, indipendente e imparziale sulle presunte violazioni del diritto internazionale umanitario da parte della coalizione a guida saudita durante gli attacchi contro i civili e gli edifici civili in Yemen e sugli attacchi sproporzionati e sul lancio di razzi indiscriminati da parte degli houti e dei gruppi armati anti-houti nei pressi delle aree civili. Ci deve essere una piena assunzione di responsabilità per tali crimini. Gli stati devono essere pronti ad avviare indagini penali e procedimenti giudiziari presso i propri tribunali.
La ringrazio per l'attenzione.>.

APPROFONDIMENTO

Il 25 marzo 2015 una coalizione internazionale guidata dall’Arabia Saudita (sostenuta da Usa e Regno Unito) ha lanciato attacchi aerei contro i gruppi armati houti innescando un conflitto armato nel paese, che già viveva un’instabilità politica caratterizzata dalla violenza seguita alla rivolta popolare del 2011 e all’uscita di scena del presidente Saleh.

Alle milizie houti (e unità dell’esercito fedeli all’ex presidente Saleh) si contrappongono i gruppi armati anti-houti (e unità dell'esercito fedeli al presidente in esilio Abd Rabbu Mansour Hadi), supportati dalla coalizione internazionale.
Questa guerra ha ucciso oltre 2100 persone, di cui almeno 400 bambini, e costretto più di 1.400.000 yemeniti a lasciare le abitazioni. Oggi la vita di 4 yemeniti su 5 dipende dall’assistenza umanitaria.
Le prove raccolte sul campo da Amnesty International dimostrano come tutte le parti in conflitto abbiano violato i diritti umani.
La maggior parte delle vittime civili è stata causata dagli attacchi aerei della coalizione a guida saudita. Sa'da è la città che ha subito le maggiori distruzioni.
Nel nostro rapporto “Piovono bombe dal cielo giorno e notte” abbiamo denunciato gli attacchi aerei illegali della coalizione saudita, alcuni dei quali costituiscono crimini di guerra. Inoltre sono state rinvenute resti di bombe a grappolo, vietate dal diritto internazionale.
Diversi stati, tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Italia inviano armi all’Arabia Saudita e ai paesi che stanno bombardando lo Yemen.
Le richieste. Amnesty International chiede all’Italia di:

   sospendere tutti i trasferimenti di armi ai membri della coalizione a guida saudita.
   condannare l'uso di munizioni a grappolo
   usare le relazioni bilaterali con i governi degli Usa e del Regno Unito perché sospendano i trasferimenti di armi e si indaghi sul potenziale abuso di armi Usa da parte dell’Arabia Saudita.
   sostenere attivamente l'applicazione del Trattato sul commercio delle armi.
   sostenere l’apertura di un'indagine approfondita, indipendente e imparziale sulle possibili violazioni del diritto internazionale umanitario della coalizione a guida saudita e sul lancio di razzi indiscriminati da parte degli houti e dei gruppi armati anti-houti nei pressi di aree civili.

Fonte di prelievo della petizione (clicca l'URL per andare alla stessa e sottoscriverla)
http://appelli.amnesty.it/conflitto-yemen
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AMNESTY INTERNATIONAL Italia
Tunisia: è ora di smettere di punire le vittime!
Appello-Petizione internazionale contro la violenza alle donne
http://appelli.amnesty.it/tunisia-proteggere-vittime-stupro


<Sei sopravvissuta a uno stupro. Sei sopravvissuta a un'aggressione. Ma puoi sopravvivere alle conseguenze quando la legge tunisina ti delude in ogni momento?

In Tunisia, se sei sopravvissuta a una violenza sessuale, troppo spesso, la reazione che ottieni è il biasimo, la vergogna e l'accusa. Invece di essere protetta e sostenuta, diventi vittima anche della legge. Non ti rimane nessuno a cui chiedere aiuto.

Un'adolescente costretta a sposare il suo stupratore, una donna incapace di denunciare lo stupro perché il suo aggressore è anche il marito, uomini e donne aggrediti a causa del loro orientamento sessuale o identità di genere. Sono vittime, non criminali. Se non è la legge a discriminarli, sono i tabù sociali.

In un modo o nell'alto, alle vittime vengono negate giustizia e cure mediche appropriate a cui hanno diritto. Viene loro detto ripetutamente di "affrontare il problema", ma non è tempo che lo facciano le autorità tunisine?

Chiedi al Primo ministro tunisino di affrontare il problema dando priorità al contrasto alla violenza sessuale e di genere e garantendo che le vittime ottengano la giustizia e l'assistenza sanitaria di cui hanno bisogno.>.

Testo dell'appello


Prime Minister, Habib Essid
Place du Gouvernement
La Kasbah 1008
Tunis Tunisie
Email: prm@ministeres.tn

<Eccellenza,

La Tunisia è orgogliosa di essere leader nella regione per i diritti delle donne e per l'eguaglianza di
genere, ma quando questi diritti sono violati, la legge delude le vittime.

Le vittime di violenze sessuali e di genere sono discriminate dalla polizia e hanno l'onere di provare di essere state aggredite. Con scarso accesso a consulenza legale, sostegno psicologico o protezione, non hanno nessuno a cui rivolgersi per chiedere aiuto. Nel 2014 la Tunisia ha promesso di proteggere e sostenere le vittime di questo tipo di crimini. È tempo di mantenere quella promessa.

Eccellenza, la sollecito a:

- garantire che le vittime di violenza sessuale o di genere abbiano pieno accesso all'assistenza sanitaria e alla giustizia senza affrontare pregiudizi legali o sociali;
- adottare una legge di vasta portata per affrontare la violenza contro le donne e le ragazze, in linea con gli obblighi internazionali della Tunisia sui diritti umani;
- incoraggiare la revisione delle leggi lesive, in particolare:
- riconoscere lo stupro coniugale, ridefinendo lo stupro in linea con gli standard internazionali (articolo 227);
- impedire a stupratori e rapitori di sfuggire all'azione penale sposando le loro vittime adolescenti (abrogando gli articoli 227bis e 239);
- smettere di criminalizzare i rapporti sessuali fra adulti consenzienti non sposati e i rapporti omosessuali (abrogando gli articoli 236 e 230).

Questa è la sua occasione per fare la storia – per favore la colga!>.

Cordiali saluti

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Approfondimento

<In Tunisia, le donne sono discriminate nella legge e nella prassi.

Nonostante la nuova costituzione del gennaio 2014 abbia migliorato la tutela dei diritti delle donne, sono state mantenute le norme discriminatorie su questioni quali l’eredità e la custodia dei figli.

Se da un lato l’art. 46 della costituzione ha garantito alle donne una maggiore protezione contro la violenza, il codice penale è rimasto controverso, in particolare l’art. 227 bis, secondo cui gli uomini che stuprano ragazze o donne al di sotto dei 20 anni non sono perseguibili penalmente se sposano la loro vittima.

Lo stupro nel matrimonio non è riconosciuto come reato specifico e le relazioni sessuali consensuali al di fuori del matrimonio, così come quelle omosessuali, sono considerate reato: questo può scoraggiare chi ha subito uno stupro a denunciarlo per timore di essere incriminato se non si crede all’accusa di stupro.

Le statistiche ufficiali sulla violenza contro le donne in Tunisia sono scarse. Uno studio ufficiale del  2010, realizzato su un campione di 3873 donne, che ha rivelato che il 15,7% delle donne aveva subito violenza sessuale almeno una volta nella loro vita, di queste il 7,4% nei 12 mesi precedenti l’indagine. Nel 78,2 % dei casi, la violenza sessuale era stata commessa dal marito/compagno.>.

Per avere maggiori informazioni, è a disposizione il nostro Servizio Sostenitori: email infoamnesty@amnesty.it | tel. 06 44.90.210 | fax 06 44.90.243

Fonte appello, petizione e approfondimento
Amnesty International - Sezione Italiana, Via Magenta 5, 00185 Roma
http://appelli.amnesty.it/tunisia-proteggere-vittime-stupro
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LINK alle PRINCIPALI ONG
Onlus e No-Profit italiane e internazionali



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EMERGENCY
http://www.emergency.it

Chi siamo

"Emergency è un'associazione italiana indipendente e neutrale, nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà.
Emergency promuove una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani.
L'impegno umanitario di Emergency è possibile grazie al contributo di migliaia di volontari e di sostenitori.
Dalla sua nascita a oggi, Emergency ha curato oltre 6 milioni di persone in 16 Paesi.".

Fonte logo e testo:
http://www.emergency.it/chi-siamo.html
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SAVE the CHILDREN
http://www.savethechildren.it

Chi siamo

"Save the Children è la più importante organizzazione internazionale indipendente dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti, subito e ovunque, con coraggio, passione, efficacia e competenza.
Nata nel 1919, opera in 119 paesi del mondo con programmi di salute, risposta alle emergenze, educazione e protezione dei bambini dagli abusi e dallo sfruttamento.
Save the Children International è una Ong (Organizzazione non governativa) con status consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC).
Save the Children Italia è stata costituita alla fine del 1998 come Onlus (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale) ed ha iniziato le sue attività nel 1999. Oggi è una Ong (Organizzazione non governativa) riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri. Porta avanti attività e progetti rivolti sia ai bambini e alle bambine dei cosiddetti paesi in via di sviluppo che a quelli che vivono sul territorio italiano.".

Fonte logo e testo:

http://www.savethechildren.it/chi_siamo.html
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MSF - MEDICI SENZA FRONTIERE
http://www.medicisenzafrontiere.it

Chi siamo (le origini)

"In Nigeria, durante la guerra di secessione del Biafra, alcuni medici francesi che lavoravano con la Croce Rossa, rimangono scioccati dal genocidio in corso e frustrati dal silenzio a cui erano tenuti. Lo stesso accade ad alcuni giornalisti, reduci di un’emergenza umanitaria in Bangladesh.Decidono così di creare un’organizzazione medica d’urgenza più libera nelle parole e nelle azioni. Nel 1971 Raymond Borel e Philippe Bernier, giornalisti della rivista medica “Tonus”, lanciano un appello per creare un’équipe di medici pronti ad aiutare le persone che soffrono nelle più gravi catastrofi.
Medici senza Frontiere nasce ufficialmente il 22 dicembre del 1971 con 300 volontari, compresi i 13 medici e giornalisti fondatori. Il loro sogno è quello di fare un passo in più rispetto ai principi tradizionali dell’intervento umanitario: inaugurano un nuovo stile dell’azione d’emergenza, in grado di combinare immediatezza e professionalità con indipendenza e testimonianza. Salvare vite e curare ma anche raccontare e denunciare.".

Fonte logo e testo:
http://www.medicisenzafrontiere.it/chi-siamo/storia/fondazione
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AMNESTY ITNERNATIONAL
http://www.amnesty.it/index.html

Chi siamo

"Amnesty International è un'Organizzazione non governativa indipendente, una comunità globale di difensori dei diritti umani che si riconosce nei principi della solidarietà internazionale. L'associazione è stata fondata nel 1961 dall'avvocato inglese Peter Benenson, che lanciò una campagna per l'amnistia dei prigionieri di coscienza. Attualmente, Amnesty International è un movimento globale di oltre sette milioni di persone che svolgono campagne per un mondo in cui i diritti umani siano goduti da tutti.

Siamo presenti in quasi tutti i paesi del mondo, con oltre due milioni di soci e sostenitori che portano avanti la nostra lotta per i diritti e più di cinque milioni di attivisti che danno forza alle nostre richieste di giustizia. In Italia i soci e sostenitori sono oltre 72.000.".


Fonte logo e testo:

http://www.amnesty.it/chi-siamo/organizzazione-indipendente-difensori-diritti-umani-solidarieta-internazionale.html
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ACTIONAID
https://www.actionaid.it/

Chi siamo

"Siamo un’organizzazione internazionale e indipendente, impegnata nella lotta contro la fame nel mondo, la povertà e l’esclusione sociale.
Da oltre 40 anni, in tutto il mondo, aiutiamo le comunità in difficoltà a crescere da sole e a garantirsi migliori condizioni di vita.
Da 25 anni in Italia, ActionAid Italia lavora insieme a 65.000 attivisti e 142.000 sostenitori per contribuire al cambiamento.

E grazie a queste persone e al supporto dei donatori, delle aziende e delle fondazioni, che è stato possibile realizzare 25 progetti sul territorio italiano e più di 200 in Africa, Asia e America Latina.

La nostra visione è per un mondo senza ingiustizie, dove ogni persona e comunità povera ed esclusa possa godere pienamente dei propri diritti. E' questa la visione da cui ActionAid trae ispirazione e forza.
Solo in un mondo dove ognuno ha pieni diritti è possibile una vita in cui si può costruire il futuro e crescere una famiglia.".

Fonte logo e testo

https://www.actionaid.it/il-mondo-actionaid
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LIBERA
http://www.libera.it

Chi siamo

"Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie" è nata il 25 marzo 1995 con l'intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia. Attualmente Libera è un coordinamento di oltre 1500 associazioni, gruppi, scuole, realtà di base, territorialmente impegnate per costruire sinergie politico-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalità. La legge sull'uso sociale dei beni confiscati alle mafie, l'educazione alla legalità democratica, l'impegno contro la corruzione, i campi di formazione antimafia, i progetti sul lavoro e lo sviluppo, le attività antiusura, sono alcuni dei concreti impegni di Libera. Libera è riconosciuta come associazione di promozione sociale dal Ministero della Solidarietà Sociale. Nel 2008 è stata inserita dall'Eurispes tra le eccellenze italiane.  Nel 2012 è stata inserita dalla rivista The Global Journal nella classifica delle cento migliori Ong del mondo: è l'unica organizzazione italiana di "community empowerment" che figuri in questa lista, la prima dedicata all'universo del no-profit.".

Fonte logo e testo

http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/41
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NESSUNO TOCCHI CAINO
http://www.nessunotocchicaino.it

Chi siamo

Gli obiettivi della campagna di Nessuno tocchi Caino (estratto parziale del documento)


"Dalla fondazione nel 1993 di Nessuno tocchi Caino a oggi, ben 62 dei 97 Paesi membri dell’ONU allora mantenitori della pena di morte hanno smesso di praticarla, 20 dei quali lo hanno fatto dal 2006, cioè dopo il rilancio dell’iniziativa al Palazzo di Vetro. La via del dialogo, liberale e antiproibizionista della moratoria – e non dell’abolizione tout court della pena di morte – che sin dal 1993 Nessuno Tocchi Caino e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito hanno scelto di percorrere e proporre in tutte le sedi internazionali, ha dimostrato di essere la via maestra per superare ostacoli apparente insuperabili e aprire porte altrimenti inaccessibili, come è accaduto, ad esempio, in Cina. Nessuno Tocchi Caino continuerà a percorrerla con una serie di iniziative volte a dare attuazione concreta alla Risoluzione approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU.  Noi, sottoscritti, siamo fermamente convinti che l’abolizione della pena di morte non sia solo una necessità dell’individuo, il rafforzamento ulteriore della sua sfera di inviolabilità, ma sempre più una necessità storica e universale, il punto di approdo della nostra epoca, il punto di incontro di civiltà diverse. “Nessuno tocchi Caino”, è scritto nel Libro, e questo antico imperativo per noi vuol dire che lo Stato non può disporre della vita dei suoi cittadini. Con il voto del 18 dicembre 2007, ribadito a dicembre 2008 e dicembre 2010, all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla Moratoria Universale delle esecuzioni capitali, abbiamo raggiunto un obiettivo di portata storica e di grande rilievo umano e civile per il mondo intero.". ./.

Fonte logo e testo

http://www.nessunotocchicaino.it/bancadati/index.php?tipotema=arg&idtema=19000647
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