Istanze provenienti da Cittadini e Associazioni, Gruppi e Movimenti - La Piazzetta news

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Istanze provenienti da Cittadini e Associazioni, Gruppi e Movimenti

Approfondimenti

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Un'unica voce contro tutte le ingiustizie #herestoyou
Facciamoci sentire perchè le ingiustizie preferiscono il silenzio
Video appello su YouTube di Amnesty International – Sezione Italiana



<Il 23 agosto 1927 negli Stati Uniti è stata eseguita la sentenza di morte per Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Condannati alla sedia elettrica per un delitto mai commesso. Nel 1970, Joan Baez ed Ennio Morricone hanno dedicato «Here’s to you» ai due italiani, una ballata che è diventata un simbolo della lotta contro le ingiustizie e per i diritti umani.

La celebre canzone, reinterpretata da attivisti per i diritti umani, testimonial e da centinaia di persone che hanno raccolto l’appello di Roberto Saviano, è il nostro omaggio speciale a Nicola e Bartolomeo. Un modo per far sentire la nostra voce, perché le ingiustizie crescono nel silenzio.>.

Fonte news (Video-Appello)
Amnesty International – Sezione Italiana
Un'unica voce contro tutte le ingiustizie #herestoyou
Pubblicato su YouTube il 23 agosto 2016
Categoria Non profit e attivismo - Licenza YouTube standard

Immagine fotografica di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti

Snapshot dal video YouTube https://www.youtube.com/watch?v=HNKPUuxaLRE

Altri contributi Audio/Video
Sacco e Vanzetti, l'omaggio di una turista a Roma: "Here's to you"
Webnotte, il meglio di "Here's to you" live per la campagna di Amnesty
Joan Baez - Here's to you, Nicola and Bart
ennio morricone/joan baez - The ballad of Sacco and Vanzetti


Altre iniziative recenti

Fermare l'orrore delle carceri siriane
Data di pubblicazione dell'appello: 18/08/2016

"Verità per Giulio Regeni" alla Notte della Taranta
27 agosto 2016 da Melpignano (LE) e in TV su RAI 3

Per i migranti e i rifugiati
Video informativo

Amnesty torna a scuola!
Iscrivi la/e tua/e classi
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Stop al caporalato. Coltiviamo la legalità
Petizione promossa da "Progressi -L'Italia in movimento"
http://www.progressi.org/caporalato



<Con la stagione della raccolta, ormai alle porte, torna il caporalato. Il fenomeno coinvolge oltre 400 mila lavoratori agricoli, italiani e stranieri, sfruttati per meno di 3 euro l'ora.

Il caporalato rappresenta una fonte di economia illegale che produce un giro di affari tra i 14 e i 17 miliardi di euro e che affossa l’economia sana del nostro Paese, da Nord a Sud.

Un business feroce che calpesta i diritti e la dignità. I braccianti sono spesso costretti a vivere nascosti tra le campagne, senza elettricità né servizi igienici, sotto la costante minaccia dei loro aguzzini. Alcuni arrivano alla morte, a causa delle dure condizioni di lavoro.

Da tempo le organizzazioni sindacali propongono un piano concreto per contrastare il lavoro irregolare nel settore. In Parlamento è fermo da diversi mesi il Ddl 2217 sul contrasto al lavoro nero e allo sfruttamento in agricoltura, in cui sono previsti anche la confisca dei beni alle aziende colpevoli, l'arresto in flagranza di reato e l'indennizzo alle vittime.

Per questo motivo chiediamo al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Maurizio Martina, al Ministro della Giustizia Andrea Orlando, al Ministro del Lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, al Presidente del Senato Pietro Grasso e al Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini:

- la rapida discussione e approvazione del Ddl 2217 contro il caporalato, anche ricorrendo alla decretazione d’urgenza;-
- il ridimensionamento dell’uso dei voucher esclusivamente per la remunerazione del lavoro occasionale;
- il rilancio della “Rete del Lavoro Agricolo di Qualità" attraverso il coinvolgimento di tutte le parti sociali e il riconoscimento di agevolazioni fiscali per le imprese che producono e vendono nella legalità.>.

Possiamo fermare lo sfruttamento. Firma e condividi la petizione (clicca link).

Fonte news (testo e immagini)
Sito web di "Progressi - L'Italia in movimento"

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UE: diciamo a Erdoğan adesso basta!
Petizione Internazionale promossa da WeMove.EU
https://act.wemove.eu/campaigns/turchia




Destinatari della Petizione

Presidente e membri del Consiglio europeo, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza and Commissario per l’allargamento e la politica di vicinato

Testo della Petizione


<L’Unione europea deve immediatamente sospendere tutte le negoziazioni di adesione con la Turchia e prendere delle misure che garantiscano la protezione dei diritti umani e lo stato di diritto nel paese. Ciò significa che bisogna, oltre a rafforzare la società civile e mantenere un dialogo costruttivo, creare l’istituzione di una missione UE con il compito di monitorare lo sviluppo dei diritti fondamentali e dello stato di diritto in Turchia.>

Perché è importante?


<In una reazione ingiustificatamente sproporzionata per contrastare gli istigatori del tentato colpo di Stato militare, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan non si è limitato a consegnare alla giustizia i sospetti. Al contrario, ha colto l’opportunità di lanciare un vero e proprio attacco alla democrazia e allo stato di diritto. Per ottenere il potere totale ha calpestato i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini turchi.

Nei giorni seguenti al fallito colpo di Stato, decine di migliaia di impiegati statali, militari ed insegnanti hanno perso il lavoro (e in alcuni casi la libertà) senza alcun diritto d’appello. Agli accademici è stato proibito di viaggiare. I giornalisti sono stati incarcerati senza processo e lo Stato sta censurando i media[1]. La rapidità e la portata della repressione del governo fa sospettare una pulizia sistematica per cambiare il regime.

Purtroppo sembra che la repressione sia solo agli inizi. La notte di mercoledì 20 luglio Erdoğan ha introdotto lo stato d’emergenza e la sospensione della Convenzione europea sui diritti umani [2] con la scusa di difendere la democrazia. In questa maniera ha completamente messo fine ad ogni preteso sostegno ai diritti umani, ai principi democratici e di legalità. Ha perfino proposto di ripristinare la pena di morte, avvicinando ancora di più la Turchia verso un regime autoritario.

A lungo la Turchia ha aspirato a diventare membro dell’UE e le negoziazioni per l’adesione sono avanzate lentamente. Ma non vi è posto nella comunità europea per il regime di Erdoğan, ossia un regime che viola i nostri valori base: la libertà d’espressione, la protezione delle minoranze e il diritto ad un processo giusto. Anche se la Turchia ha dei legami importanti con l’UE sul commercio, la migrazione e la sicurezza, questo non deve rendere i nostri politici ciechi nei confronti delle difficoltà dei cittadini turchi e degli abusi di potere di Erdoğan.

Dobbiamo chiedere all’Unione europea di sospendere tutte le negoziazioni di adesione con il regime turco e vincolare tutte le trattative future in modo tale che il governo assicuri che vengano difesi i principi di legalità, i diritti umani e la democrazia.>.

Fonti

[1] http://www.independent.co.uk/news/world/europe/turkey-coup-attempt-human-rights-president-erdogan-purge-turkish-military-a7148166.html
[2] http://www.independent.co.uk/news/world/europe/turkey-coup-attempt-human-rights-president-erdogan-purge-turkish-military-a7148166.html

Fonte news (testo e immagine)
Sito Web di WeMove.EU

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L’Italia consenta una discussione democratica sul CETA
Se pensavamo che il TTIP fosse una minaccia il CETA non è da meno, anzi...
Petizione promossa da "Progressi - l'Italia in movimento"




<Se pensavamo che il TTIP fosse una minaccia all’economia italiana, alle nostre imprese e al lavoro, non conoscevamo il CETA, il nuovo trattato di libero scambio tra Unione Europea e Canada.
Tra pochi giorni, a fine giugno, nel corso del Consiglio europeo si deciderà se coinvolgere i parlamenti nazionali nell’approvazione del trattato oppure no, come vorrebbe la Commissione.
In questa decisione la posizione dell’Italia è determinante.
Infatti, mentre gli altri Paesi dell’UE rivendicano il diritto a partecipare alla discussione, il ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda sta sostenendo la proposta della Commissione di ratifica in sede europea, scavalcando la volontà dei singoli Stati.
È necessario intervenire subito.
Pretendiamo che qualsiasi decisione venga presa in maniera trasparente e nel pieno rispetto dei processi di partecipazione democratica.
Firmiamo la petizione al ministro Calenda e ai presidenti di Camera e Senato affinché il trattato passi al vaglio dei parlamenti nazionali http://www.progressi.org/stopceta e condividiamo la petizione via email e attraverso i nostri canali social>.

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Testo della Petizione da Firmare


<La posizione del governo italiano è determinante per la consultazione dei parlamenti europei sul CETA, l’accordo commerciale tra Canada e Unione Europea, alla fine di giugno.
Il CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), come il TTIP, fa parte di una nuova generazione di trattati economici con l’obiettivo dichiarato di aprire ulteriormente i mercati per favorire crescita e lavoro.
In realtà - come emerso da diverse inchieste - questi accordi andranno a svantaggio dei piccoli produttori, favorendo le multinazionali che potrebbero persino rivalersi sui singoli Stati in caso di nuove leggi a tutela dei lavoratori, dei consumatori e dell’ambiente. Cosa ancora più grave è che stanno avvenendo per lo più in segreto, senza la consultazione dei parlamenti.
A fine giugno, nel corso del Consiglio Europeo, si deciderà sulla competenza esclusiva dell’Unione sul trattato o sulla possibilità di adottare un accordo misto, che prevede  il consenso di tutti e 28 gli Stati membri.
Il governo italiano sta scavalcando la volontà dei Paesi che rivendicano la propria sovranità in materia, supportando la proposta della Commissione di ratifica in sede europea.
Il Ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda ha espresso il suo consenso in una lettera inviata alla Commissaria europea al Commercio Cecilia Malmström.
Riteniamo inaccettabile che la ratifica dell’accordo avvenga senza il consenso del Parlamento italiano e degli altri parlamenti nazionali.
Per questo chiediamo al ministro allo Sviluppo Economico e ai presidenti di Camera e Senato di:
• Riconsiderare la decisione sul CETA e rivendicare la consultazione degli accordi da parte dei parlamenti nazionali.
Firmiamo affinché l’Italia consenta la consultazione democratica in ogni Paese europeo, prima di approvare accordi che incideranno sulla nostra economia, sul lavoro, sui diritti e sull'ambiente.>.

Fonte news (testo e immagine) e URL per firmare la petizione
http://www.progressi.org/stopceta


La criminalizzazione della umanità
Petizione internazionale indirizzata alla Commissione Europea
Organismo promotore WeMove.EU in partneriato con SocialPlatform




Testo della Petizione

<Non lasciare che coloro che portano avanti la tradizione europea offrendo dignità ed umanità alle persone più vulnerabili vengano puniti. Ponete fine alla criminalizzazione di coloro che offrono assistenza umanitaria ai rifugiati e ai migranti.
Perchè è importante?

Il 14 gennaio il cittadino danese Saleem Aldeen ed altri volontari hanno ricevuto una richiesta di soccorso da una barca che stava affondando vicino all’isola greca di Lesvos. “Potevo sentire [...] i bambini urlare e vedere la disperazione negli occhi degli adulti.” Seguendo il protocollo, hanno chiamato la guardia costiera greca e hanno provveduto per offrire assistenza di salvataggio. Quando la guardia costiera è arrivata, i volontari sono stati arrestati per traffico di esseri umani.
[1]

Per mesi, i nostri governi hanno partecipato a numerosi riunioni d’emergenza, affrontando la questione rifugiati solo in termini di ‘sicurezza’, scordandosi del tutto del lato umano della vicenda. Quindi, quando persone come Saleem si attivano per offrire una vitale assistenza umanitaria a coloro che ne hanno disperatamente bisogno, ci si aspetterebbe che tali azioni vengano lodate all’unanimità. Ma con il peggioramento di questa crisi umanitaria e la repressione delle azioni dei volontari, l’Europa rischia davvero di diventare un ‘deposito di anime’.
[2]

La Commissione Europea sta ora lavorando su un nuovo pacchetto sul traffico dei migranti
[3] e sta chiedendo direttamente ai cittadini di esprimere un’opinione sulla criminalizzazione di coloro che offrono assistenza umanitaria. [4] Questa è la nostra possibilità di dire quello che pensiamo. Questo lunedì i nostri governi si riuniscono per l'ennesimo incontro sulla migrazione, e devono sapere che noi cittadini vogliamo che sia messo in primo piano il lato umano della crisi.

Firma ora per assicurare che non vengano incriminate penalmente le persone che offrono l’assistenza – attualmente pressoché assente - ai rifugiati e migranti in Europa.>.
(
Petizione in partneriato con SocialPlatform)

Altre news (clicca e vai alla petizione)

[1] Grecia, volontari arrestati mentre in mare i profughi continuano a morire
[2] Migranti: 10 giorni per evitare collasso, migliaia in marcia
[3] Refugee crisis: Commission reviews 2015 actions and sets 2016 priorities
[4] Public consultation on:Tackling migrant smuggling: is the EU legislation fit for purpose?

Fonte news (testo e immagine)
Link a WeMove.Eu

Petizione di WeMove.Eu d'intesa con SocialPlatform
Firma ora per difendere la nostra umanità e per proteggere i volontari che offrono aiuto a rifugiati e migranti
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Nel nome di Giulio Regeni: dichiariamo l'Egitto Paese non sicuro
Petizione promossa dal parlamentare italiano On.le Senatore Luigi Manconi
Diretta all'Alto Rappresentante dell'UE per gli Affari Esteri Federica Mogherini



Testo della petizione (Italiano)

<Qualche settimana fa, nel corso di una conferenza stampa promossa dalla Commissione diritti umani del Senato, Paola Regeni, con quel linguaggio dolce e potente che ha saputo elaborare dal proprio dolore, ha definito suo figlio "un giovane contemporaneo". Ovvero, una persona intelligente, curiosa, un ricercatore attento che allo studio e alla conoscenza aveva dedicato la sua vita, viaggiando, imparando le lingue, frequentando collegi e università in Paesi diversi.
Giulio incarnava il sogno dei padri fondatori dell'Europa, il miglior risultato di quelle politiche di scambio culturale e integrazione su cui abbiamo puntato alcuni decenni fa e che tanto profondamente hanno cambiato le nuove generazioni del continente.
Proprio per difendere questo pezzo fondamentale della nostra identità europea, l'uccisione di Regeni non può che portarci a chiedere di dichiarare l'Egitto Paese non sicuro.
Non lo è stato per Giulio e non lo è per migliaia di anonimi egiziani della cui sorte mai sapremo. E potrebbe non esserlo per i tanti turisti, lavoratori, studenti e ricercatori europei che vi si recheranno in futuro.
Non può essere considerato sicuro uno Stato con il quale si intrattengono relazioni regolari, ma dove un cittadino italiano di fatto non viene tutelato nella propria incolumità: e dove, nel caso che essa venga compromessa, non sono garantite adeguate indagini per individuare i responsabili e ottenere giustizia.
Non può essere considerato sicuro un Paese in cui centinaia di esseri umani vengono sequestrati, sottoposti a tortura e uccisi: solo negli ultimi otto mesi vi sono state 735 sparizioni e di circa 500 di queste persone non si hanno più notizie; mentre dal gennaio 2016 sono già 3 i morti accertati, con evidenti segni di tortura sul corpo.
Di conseguenza, nelle relazioni dell'Europa con l'Egitto la questione dei diritti umani non può essere un accessorio insignificante. Deve essere, piuttosto, una priorità fra le priorità. E non si può immaginare un sistema di rapporti, di qualsiasi tipo, fra uno Stato europeo e un altro Stato che al suo interno non garantisca la tutela dei diritti fondamentali.
L'oltraggio di cui è stata oggetto l'Italia da parte delle autorità egiziane nelle ultime settimane non colpisce solo questo Paese ma l'Europa tutta e l'insieme dei valori irrinunciabili in cui crediamo.
Per queste ragioni, sollecitiamo Federica Mogherini, Alto rappresentante per gli affari esteri dell'Unione europea, ad adoperarsi in tutti i modi possibili al fine di dichiarare l’Egitto paese in questo momento non sicuro, i cittadini europei, in particolare “i giovani contemporanei” del nostro continente, a non recarvisi. Questo fino a quando il regime lì dominante non abbia mostrato la concreta volontà di cooperare per la ricerca della verità su Giulio Regeni e garantito il pieno rispetto dei diritti umani.
Questo testo è stato sottoscritto nelle scorse settimane da circa un centinaio di europarlamentari, di tutti i Paesi e di tutti i partiti e indirizzato a Federica Mogherini, Alto rappresentante per gli affari esteri dell'Unione europea.
Invitiamo chiunque condivida questo testo a inviarlo ad amici e conoscenti in Italia ed altri paesi sollecitandone l’ulteriore diffusione.>.

Text of the petition (English)

Fonte news (testo e immagine) e per firmare
Piattaforma online di Change.Org
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Per una Politica credibile e responsabile
Campagna promossa dall'Associazione "Avviso Pubblico"
Petizione postata sulla piattaforma "Progressi - l'Italia in movimento"




<Le Mafie, la corruzione, l'evasione fiscale e l'illegalità diffusa danneggiano la qualità della nostra democrazia e inquinano la competizione elettorale.

La prevenzione e il contrasto di questi fenomeni, insieme al tema della questione morale, sono le priorità da cui la politica italiana deve ripartire.

Solo così potremo risanare i conti pubblici, stimolare crescita e sviluppo ma, soprattutto, recuperare fiducia e credibilità agli occhi dei cittadini, della comunità nazionale e internazionale.

Per questo chiediamo ai candidati Sindaco degli oltre 1.300 comuni che andranno al voto il prossimo 5 giugno, di sottoscrivere e mettere in pratica questi 7 principi:

- Legalità. Rispettare i vincoli di legge che fissano un tetto massimo di spesa per la campagna elettorale.
- Trasparenza. Rendicontare pubblicamente le spese sostenute, permettendo di identificare la fonte delle risorse.
- Attenzione e Prudenza. Rifiutare qualsiasi forma di sostegno che condizioni la corretta azione amministrativa.
- Responsabilità. Rendere pubblici curricula, reddito e patrimonio, potenziali conflitti di interesse ed eventuali procedimenti giudiziari o condanne subite.
- Rispetto e sobrietà. Osservare un comportamento consono al ruolo pubblico e favorire la più ampia libertà di espressione.
- Etica. Promuovere l'adozione da parte dell'ente di un codice etico-comportamentale sul modello della Carta di Avviso Pubblico.
- Contrasto alle mafie e alla corruzione. Contrastare le organizzazioni mafiose e promuovere misure di prevenzione della corruzione.

Firma anche tu per chiedere a tutti i candidati Sindaco di rispettare i #7principi per una politica credibile e responsabile.

Questa campagna è promossa dall'associazione "Avviso Pubblico" ed è rivolta a tutti i candidati sindaco delle prossime elezioni amministrative.>.



Organizzazione promotrice della Campagna
Associazione "Avviso Pubblico"



Fonte news e per firmare la petizione
Progressi - l'Italia in movimento
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TRENINO VERDE della SARDEGNA PATRIMONIO MONDIALE
Petizione online promossa da Mauro Pili su Change.Org
https://www.change.org/p/ministro-dei-beni-culturali




La proposta di cui al titolo in premessa è un aggiornamento sulla petizione
"DIFENDERE la SARDEGNA, il SUO MARE, il SUO GRANDE PATRIMONIO NATURALISTICO"
promossa da Mauro Pili - Italia, sulla piattaforma online di Change.Org


11 mag 2016 — PROSEGUE LA NOSTRA AZIONE PER DIFENDERE LA SARDEGNA PER CONTRASTARE SCELTE NEFASTE COME QUELLO DI CEDERE IL MARE A NORD DELLA SARDEGNA ALLA FRANCIA. IL GOVERNO HA BLOCCATO L'APPROVAZIONE DELL'ADOZIONE DEL TRATTATO CHE SCIPPA IL MARE DELLA SARDEGNA.
LA SARDEGNA, IL SUO GRANDE PATRIMONIO AMBIENTALE, E' ANCORA UNA VOLTA A RISCHIO PER LA DECISIONE DI CHIUDERE IMPORTANTI TRATTI DEL TRENINO VERDE UNA STRUTTURA FERROVIARIA STORICA CHE COLLEGA IL MARE CON L'ENTROTERRA DELLA SARDEGNA, ATTRAVERSO PERCORSI UNICI ED ESCLUSIVI.
PER QUESTA RAGIONE SE SEI INTERESSATO ALLA TUTELA DI QUESTO PATRIMONIO TI INVITIAMO A SOTTOSCRIVERE QUESTA NOSTRA PETIZIONE SU CHANGE.ORG.


Petizione
"TRENINO VERDE della SARDEGNA PATRIMONIO MONDIALE"
Diretta a
MINISTRO dei BENI CULTURALI - MINISTRO degli ESTERI - COMMISSIONE NAZIONALE UNESCO


<I sottoscritti firmatari di questa petizione chiedono al Ministro degli Esteri, al Ministro dei Beni Culturali e alla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, l’inserimento del Patrimonio Ferroviario del Trenino Verde della Sardegna nella Lista del patrimonio materiale mondiale  in pericolo e che necessita di urgente salvaguardia.

Il Trenino verde della Sardegna, con le sue articolazioni minerarie e costiere rappresenta un esempio unico e straordinario di rete ferroviaria a scartamento ridotto unica nel suo genere nell’intero mediterraneo.

Tale patrimonio risulta essere sempre più in stato di abbandono con gravissime ripercussioni sul patrimonio storico, architettonico, ingegneristico, ambientale, naturalistico e paesaggistico e sul piano turistico ed economico.

Si registrano tratti rilevanti di strada ferrata privi di alcuna manutenzione, con binari abbandonati, bulloni ferroviari sparsi lungo tutta la rete, traversine in disfacimento;

Un patrimonio unico nel suo genere lasciato in totale abbandono con un degrado totale, tutto funzionale alla dismissione non solo della tratta ogliastrina ma dell’intero compendio ferroviario naturalistico.

Tale patrimonio risulta essere meta mondiale di visitatori provenienti da tutti continenti, con particolare flusso dal Giappone, Australia, Cina e tutta l’Europa.

La mancata autorizzazione alla ripartenza del trenino verde e del suo spettacolare percorso nell'interno della Sardegna rischia di avviare un processo di dismissione e devastazione che farebbe perdere non solo al Mediterraneo un grande patrimonio di valenza mondiale unico nel suo genere.

Siamo dinanzi ad un patrimonio di tratte ferroviarie censite di oltre 466 km (la linea Mandas-Arbatax, la Mandas-Sorgono, la Sassari-Tempio Arzachena-Palau, la Macomer-Bosa);

Il Sistema ferroviario dell’antica ferrovia di Sardegna  è costituito dagli antichi viadotti, con travate metalliche o in pietra anche a due ordini d’archi, o dalle lunghe gallerie scavate nella roccia, costruite nell’Ottocento tra le montagne dell’interno, con tecniche di avanguardia per l’epoca.

Il tutto affiancato da caseggiati che segnano sul piano architettonico il paesaggio e il percorso della ferrovia, da ripristinare e ricondurre ad un uso produttivo.

Esiste, poi, un immenso quanto esclusivo patrimonio di mezzi rotabili storici con il parco storico di locomotive a Vapore (uno dei parchi mezzi storici più rilevanti d’Europa).

Esiste, ma anch’esso corre un grave rischio degrado, un sistema documentale, museale e dell’archivio storico della Ferrovia, che rappresenta una delle più vaste miniere documentali presenti in Sardegna, con la puntuale documentazione di una delle più significative realtà industriali dell’epoca, dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri.

L’Antica Ferrovia di Sardegna rientra nei sistemi naturalistici, forestali, di interesse geomorfologico, archeologico, di archeologia industriale, e come tale rappresenta un unicum di rilievo mondiale

Il sistema dell’Antica Ferrovia di Sardegna è caratterizzata da itinerari a forte valenza storica:

− delle ferrovie secondarie regionali;

− delle ferrovie minerarie, spesso ad altissima valenza paesistica, anche entro contesti costieri;

− delle “decoville”, che servivano le attività saliniere (Parco di Molentargius, come le saline di Carloforte e Sant’Antioco, etc.) o minerarie;

Tale petizione ha l’obiettivo di inserire tale Patrimonio dell’Antica ferrovia di Sardegna, denominato Trenino verde della Sardegna, nel patrimonio materiale mondiale  in pericolo e che necessita di urgente salvaguardia.

Si chiede ai destinatari di tale Petizione di adottare ogni utile iniziativa, secondo le procedure Unesco per il riconoscimento del Trenino Verde della Sardegna come Patrimonio dell'Umanità in pericolo e che necessita di urgente salvaguardia.>.

Fonte news (testo e immagine) e per firmare la proposta
Petizione su Change Org promossa da On.le Mauro Pili

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Fuori il TTIP dalla mia città
Contro il Trattato di liberalizzazione commerciale tra Unione Europea e Stati Uniti
Petizione promossa dall'Associazione "Progressi - l'Italia in movimento"




<I negoziati del TTIP - trattato di liberalizzazione commerciale tra Unione Europea e Stati Uniti - stanno avvenendo in segreto, senza il coinvolgimento dei parlamenti nazionali, degli enti locali e della società civile.  
Vogliamo che l'adesione dell'Italia al TTIP sia discussa in ogni consiglio comunale e che ogni Comune esprima la propria preoccupazione e opposizione al trattato, come molte altre città europee e italiane hanno già fatto.

"Siamo preoccupati dell'impatto che il TTIP avrà sulla nostra economia e sulla nostra vita, perché questo accordo è concepito per favorire gli interessi delle grandi imprese multinazionali, soprattutto americane"

Il TTIP rischia di compromettere la qualità del nostro cibo, dell'ambiente, la nostra salute e i nostri posti di lavoro.

Per questo motivo diciamo ai politici: "Fuori il TTIP dalla mia città!">

Partecipa anche tu alla raccolta fondi per la campagna contro il TTIP.

Ogni iniziativa impegna centinaia di attivisti e volontari che mettono a disposizione il proprio tempo e le proprie risorse per fare crescere dal basso l'opposizione al TTIP. Il tuo contributo è fondamentale per fermare l'accordo voluto dalle multinazionali europee e statunitensi.

Guarda il video su YouTube oppure affianco, pubblicato il 26 apr 2016, contenente le dichiarazioni di Moni Ovadia, Carlo Petrini, Luca Mercalli, Giulietto Chiesa, Luigi Ciotti e Alex Zanotelli supportano la Campagna Stop TTIP Italia, con un invito alla manifestazione nazionale del 7 maggio 2016 a Roma. Vi aspettiamo: tutte e tutti insieme, possiamo fermare l'accordo più pericoloso di sempre.

Fonte news (testo e immagine)

http://www.progressi.org/fuorittip
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Video contro il TTIP

Contro ogni tortura: l’Italia approvi la legge entro il 2016
Petizione nazionale promossa da Ilaria Cucchi su Change.Org
Diretta al Ministro della Giustizia e al Presidente del Consiglio



laria e Stefano Cucchi


TESTO della PETIZIONE

<Mi chiamo Ilaria, ho 42 anni e 2 figli. Vivo a Roma e di Roma è tutta la mia famiglia. È qui che sono cresciuta: non da sola, ma insieme a mio fratello Stefano, quello "famoso". Stefano Cucchi, "famoso" perché morto tra sofferenze disumane quando era nelle mani dello Stato e, soprattutto, per mano dello Stato.

Mio malgrado, sono molte le persone che mi conoscono in questo Paese. Sanno come sono fatta. Sanno - perché da sette anni ormai non mi stanco di ripeterlo - che sono in ottima forma fisica e che sono viva. Al contrario di mio fratello, che pesava quanto me ma che vivo non è più.

Nell'ottobre del 2009 non sono stata picchiata. Non mi hanno pestato, non mi hanno rotto a calci la schiena, non ho avuto per questo bisogno di cure mediche. Non mi hanno torturato. Sono viva. Sono viva e combatto con una giustizia che ha dimenticato i diritti umani.

Sono viva e da allora mi batto per non smettere di credere. Ecco perché chiedo che Parlamento e Governo approvino finalmente, ed entro quest'anno, il reato di tortura in Italia. Stiamo chiedendo all’Egitto verità per Giulio Regeni. Dobbiamo farlo. Ma ricordiamoci che lo facciamo dall'alto del fatto di essere l’unico Paese d’Europa a non avere una legge contro le brutalità di Stato. La Corte di Strasburgo ha già condannato l’Italia per gli orrori del G8 di Genova nel 2001. E ci ha imposto l’introduzione nel nostro codice penale del reato di tortura. Che aspettiamo?

Nonostante tutto io alla giustizia ci credo ancora. In questi giorni di preparazione alle elezioni amministrative in grandi città come Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli, ho lanciato delle provocazioni. Ho provato a richiamare l'attenzione della politica di qualsiasi colore su qualcosa che da sette anni fa parte della mia vita. Perché da sette anni sono una donna che chiede giustizia per l'abuso di cui è stato vittima suo fratello. E da sette anni sono una cittadina che chiede che la sfera pubblica dia finalmente risposte di civiltà.

Ho sempre creduto e continuo a credere nonostante tutto all'uguaglianza sostanziale di ognuno di noi di fronte alla legge. Vedo la politica litigare con la magistratura, i giudici scontrarsi con i governi ma non vedo, continuo a non vedere la base. E la base può essere solo quella di ripartire dai diritti umani.

Voglio che si riaccendano le luci non solo su questioni che riguardano la memoria di Stefano, ma che hanno a che fare con tutti noi. Penso a Giulio Regeni, Giuseppe Uva, Federico Aldrovandi, Riccardo Magherini. Tutte queste storie, tutte le persone dietro a queste storie ci testimoniano, con la loro morte che è una morte di Stato, che uno Stato di diritto senza diritto è una banda di predoni.

In questo nostro Stato manca un fondamento: quello del reato di tortura. Non è uno Stato di diritto quello che permette che un uomo, Andrea Cirino, venga torturato in carcere. E che permette che per questo orrore disumano non ci sia alcuna condanna, perché il reato di tortura in Italia non c'è.

Per quale motivo l'Associazione nazionale Magistrati che è sempre così giustamente sensibile ai problemi che la legislazione in materia di lotta alla corruzione e alla mafia può creare, mai e dico mai è intervenuta sul tema degli abusi e della violazione dei diritti civili e della mancata approvazione di una legge sulla tortura?

Se non si parte proprio da questo a nulla può portare il confronto tra le istituzioni: sono scontri di potere a danno dei cittadini, che vengono schiacciati, non tutelati.

Ogni tassello rimesso a posto rende più vicina la verità.

Per Stefano, per Giuseppe, per Marcello, per Giulio, per Riccardo e per tutti gli altri: approviamo il reato di tortura in Italia entro il 2016!>.

Questa petizione sarà consegnata a:

Al Ministro della Giustizia
   
Andrea Orlando

Al Presidente del Consiglio
   
Matteo Renzi

Al Parlamento


Fonte prelievo news (testo e immagine)
Piattaforma petizioni di Change.Org

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Puntiamo i riflettori sul lobbismo nell’UE
Petizione online promossa da "Riparte il Futuro" su Change.Org
Diretta a Commissione europea, Consiglio europeo e Parlamento europeo




TESTO della PETIZIONE

<Mai più opacità sulle lobby che influenzano le legislature di tutta Europa: chiediamo che questa attività ad oggi occulta venga adeguatamente regolamentata e resa trasparente una volta per tutte.

La mancanza di trasparenza del lobbismo mina la democrazia e la fiducia dei cittadini nei governi e nelle istituzioni europee.  Transparency International ha dimostrato che l'attività nascosta e indebita dei lobbisti continua a influenzare le leggi in tutta Europa. Esistono numerosi esempi: dalla lobby farmaceutica, che grazie alla sua influenza riesce a mantenere farmaci pericolosi sul mercato, a quella bancaria, che talvolta contribuisce a scrivere le leggi e i regolamenti che dovrebbero controllare le banche stesse, fino ad arrivare alle restrizioni per le industrie del tabacco e dell'alcol respinte più e più volte.

Molti temono che l'accordo transatlantico di libero scambio (TTIP) sia il frutto dell’attività di lobbying delle grandi imprese. Senza trasparenza non possiamo sapere se le decisioni prese dai politici siano fatte effettivamente nell’interesse dei cittadini.

Tutto questo perché le norme attuali che regolano il lobbismo sono deboli o solo su base volontaria. Vi è il rischio concreto che i soggetti con maggiori risorse e meglio inseriti riescano a influenzare indebitamente i politici.

Transparency International e Riparte il futuro stanno lavorando duramente per far luce sul lobbismo nell'UE. Abbiamo bisogno di regole molto più severe. Senza un registro affidabile non possiamo nemmeno essere certi di quanti siano i lobbisti, di quanti soldi spendano e quali leggi stiano cercando di influenzare.

Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione Europea, ha promesso di rendere la sua Commissione sempre più trasparente e di creare un registro dei lobbisti obbligatorio per tutte le istituzioni europee. I firmatari chiedono alla Commissione, al Parlamento e al Consiglio di dar seguito alle loro promesse politiche e di:

- Fare in modo che tutti i lobbisti siano obbligati a iscriversi al registro europeo, di modo che gli esponenti delle istituzioni UE non potranno più incontrare lobbisti non registrati, e non potranno più invitarli a udienze o gruppi di esperti.
- Assicurare che le norme valgano per tutte le istituzioni europee, compreso il Consiglio, che finora non ha nemmeno aderito al registro volontario. E’ importante che i leader politici e i loro consiglieri pubblichino online tutti i loro incontri con lobbisti.
- Rendere più affidabili le informazioni fornite sul registro. A tal fine è neccessario un robusto sistema di controllo, che includa sanzioniper lobbisti che non rispettano le regole.

Aiutaci a puntare i riflettori sul lobbismo nell'UE. Firma la nostra petizione, partecipa alla consultazione pubblica dell’UE, e rivendica un registro dei lobbisti efficace e obbligatorio!>.

NOTE

Il lobbyng in Italia (clicca link sottostante)
Come siamo messi in termini di regolamentazione del lobbying?

Guarda su YouTube il video sul lobbyng


Consultazione pubblica sulla proposta di un registro per la trasparenza obbligatorio


Fonte news (testo e immagine) e per firmare la Petizione
Sito Web di "Riparte il Futuro.it"
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Nessuno in Paradiso - Nessuno evada nei paradisi fiscali
Petizione promossa dall'Associazione "Progressi - l'Italia in movimento"
http://www.progressi.org/nessunoinparadiso




TESTO della PETIZIONE

<Lo scandalo dei Panama Papers ha rivelato grandi truffe ai danni dello Stato, da parte di imprenditori, personaggi dello spettacolo e dello sport.
Si tratta di miliardi di euro spostati verso paradisi fiscali per sfuggire a qualsiasi controllo, mentre a risanare le casse pubbliche sono soprattutto i lavoratori, i pensionati e gli imprenditori onesti che pagano le tasse in Italia.
Se azzerassimo evasione ed elusione potremmo ridurre di quasi la metà il prelievo fiscale, già molto elevato, e liberare energie fondamentali per lo sviluppo del nostro Paese.
Chiediamo al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Ministro dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan tre azioni concrete affinché nessuno evada nei paradisi fiscali:

- tassare i super ricchi e le grandi imprese dove producono i propri profitti.>.

Note sull'Associazione/Sito Web



<Progressi è molto più di un sito di petizioni online.
Stiamo costruendo una rete di persone che si vogliono impegnare per partecipare attivamente al cambiamento progressista, guidare azioni e gruppi locali.
Sono diverse le iniziative che si possono organizzare attraverso questa rete: dalle riunioni dei piccoli gruppi agli eventi per raccogliere firme, fino alle manifestazioni per fare pressione sulle istituzioni, sulla politica locale o nazionale.
Indica le tue preferenze (clicca quì) e facci sapere che cosa ti piacerebbe fare per Progressi. Considera che ogni iniziativa si basa sul volontariato e sull'indipendenza dai partiti politici e dai poteri economici.>.

Per info e contatti con l'Associazione "Progressi"


Per sostenere questa libera Associazione "no-profit"

Fonte news (testo e immagini) e per firmare la petizione
Website Associazione "Progressi - l'Italia in movimento"

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Chi paga le tasse?
Petizione online di WeMove.Eu per equità fiscale nella UE
https://act.wemove.eu/campaigns/peso-fiscale



Destinatari della Petizione

Alla Commissione Europea e ai Ministri delle finanze e del commercio dell'UE

Testo della Petizione

Gli scandalosi stratagemmi contabili usati dalle multinazionali per trasferire il loro fatturato ovunque le tasse siano al minimo, stanno costando miliardi a tutti noi. Bisogna porre fine a tutto questo. Quale primo passo, chiediamo che le multinazionali debbano come minimo dichiarare pubblicamente quanto pagano in tasse e quali attività commerciali svolgono in ciascun paese in cui operano.

Perche è importante?

Lo avrai sentito di nuovo al telegiornale. I più benestanti tra di noi beneficiano del privilegio di eludere le tasse. Che si tratti di Luca Montezemolo, del padre del Primo ministro della Gran Bretagna David Cameron, o del calciatore Messi, i milionari stringono astuti accordi con le banche al fine di evadere le tasse [1].
Le centinaia di casi esposti da Panama Papers sono solo un altro esempio di come i ricchi e le aziende stiano nascondendo i loro soldi nei paradisi fiscali.
Dopo anni di pressioni da parte di persone come noi, l’Unione Europea sta ora analizzando come obbligare le corporazioni ad essere trasparenti su quante tasse pagano. In tal modo tutti potranno vedere se hanno provato a nascondere profitti e a quanto realmente ammontano i loro debiti. Il prossimo martedì la Commissione europea metterà insieme una proposta. Le aziende stanno lottando duramente per indebolire tale proposta, in modo di rendere vano ogni tentativo di combattere contro l’elusione fiscale.
Se la direttiva finale finisce con il consentire alle aziende di fornire il resoconto che vogliono, avremo dei dati deboli che non riveleranno se le corporazioni si siano adoperate ad una pianificazione delle tasse e ad un trasferimento dei profitti aggressivi, ottenendo così informazioni su meno del 15% di tutte le aziende. [3, 4] Ciò significherebbe che le società e le persone benestanti potrebbero semplicemente spostare i loro profitti nei paradisi fiscali al di fuori dell’UE e continuare ad eludere le tasse.
Se la Commissione e il suo Presidente, Jean-Claude Juncker, sostenessero gli europei questo mostrerebbe la loro serietà nel trovare soluzioni applicando una politica di tolleranza zero nei confronti delle aziende che evadono le tasse.
Sostenerci significa assicurarsi che il prossimo martedì porti dei frutti. Significa obbligare tutte le aziende dell’UE a fare rapporto pubblicamente, a prescindere da dove si trovi la loro sede principale, sulle loro attività in tutti i paesi, non solo europei. Signigica che l’85% delle aziende non venga esentato dal fornire relazioni sulle proprie attività. [2]

Firma ora: è necessaria la trasparenza totale delle corporazioni per una tassazione giusta!

La petizione è intrapresa da "WeMove.EU"



in partneriato con "Eurodad" e "Progressi"



European Network on Debt and Development


Associazione/Sito Web "No-Profit"

Note

[1] Panama Papers: così vip e potenti del mondo hanno nascosto miliardi nei paradisi fiscali
[2] In ingelese: http://www.taxresearch.org.uk/Blog/2016/03/22/the-eu-is-going-to-fail-on-country-by-country-reporting/#sthash.QIOeJlCZ.dpuf
[3] In inglese: Eurodad, Q + A on the leaked CBCR proposal from the European Commission (March 24, 2016)
[4] In inglese
[5] In gergo tecnico si chiama Country by Country Reporting (CBCR)

Fonte news (testo e immagini)
Website "WeMove.EU"

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Lago Ciad: intrappolati nella violenza quotidiana
Appello di Medici senza Frontiere premio Nobel Pace 1999
http://www.medicisenzafrontiere.it/notizie/news/lago-ciad



Fotografia di Sylvain Cherkaoui / Cosmos for MSF


<Una delle più grandi crisi umanitarie del continente africano si sta consumando nell'area del Lago Ciad, che comprende Nigeria, Camerun, Ciad e Niger. Attentati suicidi e attacchi del gruppo armato Boko Haram si verificano quasi ogni giorno. Le persone sfollate, che sono state costrette a lasciare le loro case per sfuggire alla violenza, sono 2,7 milioni.
Boko Haram e la forte risposta militare per fermarli hanno aggravato una crisi già esistente. Questa area è già colpita dalla povertà, dall’insicurezza alimentare, ricorrenti epidemie e un sistema sanitario pressoché inesistente. C'è bisogno di servizi di base come cibo, acqua, ripari e assistenza sanitaria.
In risposta allo spostamento continuo delle persone in fuga e ai bisogni umanitari, stiamo
significativamente aumentando le nostre attività mediche e di assistenza: oltre 1.223 operatori MSF sono impegnati nei progetti in tutta la regione del Lago Ciad.
Sostieni la nostra azione a favore delle persone in fuga dalla violenza.>.

Leggi il resoconto completo regione per regione
(Nigeria, Camerun, Ciad, Niger)

Visiona il filmato su YouTube
La storia di Falmatou, scappata da Boko Haram




Per sostenere attività umanitaria di MsF


Fonte news (testo e immagini)
Website di Medici senza Frontiere
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Mauritania: salviamo la vita di Mohamed Mkhaïtir!
Appello/Petizione di Amnesty International - Sezione Italiana
http://appelli.amnesty.it/mauritania-pena-di-morte




La vicenda

<Mohamed Mkhaïtir, blogger di 32 anni, è stato condannato a morte per apostasia dalla Corte di Nouadhibou,  nel nord-ovest della Mauritania, il 24 dicembre 2014. La causa della sua condanna è la pubblicazione di un blog su Facebook in cui ha criticato coloro che usano la religione per emarginare alcuni gruppi in Mauritania. Il blog è stato ripreso da diversi siti web prima di essere rimosso perché considerato blasfemo nei confronti del profeta Maometto. Per la Mauritania, questo sarebbe un atto di apostasia. L'articolo 306, comma 4, del codice penale della Mauritania prevede che "qualsiasi persona colpevole di apostasia sarà condannato a morte, a meno che lui / lei non si penta in anticipo."
Mohamed Mkhaïtir è stato arrestato il 5 gennaio 2014. Durante i primi sei mesi della sua detenzione, è stato tenuto in isolamento, senza servizi igienici o doccia. Il giudice del tribunale di Nouadhibou ha accusato Mohamed Mkhaïtir di apostasia per aver "parlato con leggerezza" del profeta Maometto.
Mohamed Mkhaïtir si è pentito due volte del suo atto, sia prima che durante il processo, spiegando che il suo testo era finalizzato a denunciare quelli che usano la religione per sminuire alcune categorie sociali e non destinato a criticare il profeta Maometto o la religione islamica. Sebbene l'articolo 306 del codice penale preveda misure di clemenza in caso di pentimento, la corte non ha mostrato alcuna indulgenza.
I suoi avvocati hanno presentato l’appello contro la sua condanna a morte nel dicembre 2014. Ad oggi deve ancora essere fissata una data per l'udienza di appello.>.

Destinatario dell'Appello/Petizione

President of the Islamic Republic of Mauritania
Mohamed Ould Abdel Aziz
Office of the president
BP 184
Nouakchott
Mauritania

Fax: +222 45 25 98 01

Testo dell'Appello/Petizione

<Eccellenza,
Sono un sostenitore di Amnesty International, l'organizzazione non governativa che dal 1961 lavora indifesa dei diritti umani, ovunque siano violati.
Le chiedo di annullare la condanna a morte di Maometto Mkhaïtir e di rilasciarlo immediatamente e senza condizioni.
La invito a porre fine alle condanne per apostasia, inclusi attivisti e difensori per i diritti umani, in quanto la criminalizzazione dell’apostasia è incompatibile con i diritti umani.
La invito ad abolire la pena di morte, e in attesa della sua completa abolizione, di stabilire una moratoria ufficiale sulle esecuzioni.
La ringrazio per l’attenzione.>.




Fonte di prelievo e per firmare l'Appello/Petizione
Amnesty Internationa - Sezione Italiana
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Aiutaci a chiedere alle case farmaceutiche di abbassare il prezzo per il vaccino contro la polmonite
Petizione di Medici senza Frontiere, premio Nobel per la Pace 1999
http://donazioni.medicisenzafrontiere.it/landing/petizione-vaccini




TESTO della PETIZIONE

<Al direttore generale di Pfizer Ian Read e al direttore generale di GSK Andrew Witty:

Ogni 35 secondi un bambino muore di polmonite. Le vostre case farmaceutiche, Pfizer e GSK, producono un vaccino efficace per prevenire la polmonite ma il 75% dei bambini nel mondo rimane scoperto contro questa malattia. Uno degli ostacoli principali è il prezzo elevato. Pfizer e GSK hanno già dichiarato più di 28 miliardi di dollari di profitto dalle vendite globali del solo vaccino contro la polmonite. Vi chiediamo di abbassare il prezzo di acquisto a 5$ per ciascun bambino, per tutti i Paesi in via di sviluppo e per le organizzazioni umanitarie. È ora di dare a ciascun paese la possibilità di proteggere la salute dei propri bambini, è ora di dare a tutti un “FairShot” – Il vaccino giusto, al prezzo giusto.>.



1. Firma ora la petizione (clicca link)
← Chiedi ai direttori generali di Pfizer & GSK, Ian Read e Andrew Witty, di abbassare il prezzo del vaccino contro la polmonite. (Termini e condizioni qui.)

2. Twitta a Pfizer e GSK
(clicca link)
.@MSF_Italia: @Pfizer e @GSK abbassate il prezzo per il vaccino contro la polmonite a $5/bambino!

3. Condividi sui Social Network
(clicca link su FB e TW)
Al 30/03/2016 hanno già firmato 192.444 persone. Aiutaci a raggiungere 250.000, condividendo la nostra campagna sui social network! Clicca ora su:
Facebook
Twitter

Guarda lo specifico video di MsF su YouTube

Fonte prelievo news (testo e immagine)
Sito web di Medici senza Frontiere

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Aggiornamento STOP TTIP!
Insieme contro Ttip & Ceta
http://www.stop-ttip.org




TESTO dell'APPELLO/PETIZIONE

<Cari amici!
Vi siete appellati alla UE insieme ad altri milioni di europei per fermare le trattative su TTIP & CETA. La Commissione vi sta ascoltando? Non molto, a quanto pare. Il 29 febbraio, la commissaria Malmström ha annunciato l'accordo con il Canada sul CETA. La proposta avanzata include il diritto degli investitori di fare causa ai governi – il famigerato meccanismo ISDS – ora ribattezzato Sistema giudiziario per la protezione degli investimenti.
Contemporaneamente, la UE ha messo il suo "zombie-ISDS" sul tavolo delle trattative della dodicesima tornata negoziale sul TTIP, che ha avuto luogo solo qualche giorno fa a Bruxelles.
Bastano cambiamenti di sola forma per rispondere alle preoccupazioni dei cittadini? Noi non lo crediamo – perciò continuiamo a costruire la nostra campagna per convincere parlamenti e governi a non approvare quest' accordo.
Per questo avremo di nuovo bisogno del vostro aiuto: è ora di affrontare la questione con i nostri rappresentanti eletti, che dovranno decidere per noi sul CETA e sul TTIP! E' il momento di sedersi con loro e dare voce alle nostre perplessità, sia per  lettera che per email, attraverso i social media o di persona.
Entro il mese di maggio ci proponiamo di lanciare un nuovo strumento di campagna che vi consentirà di contattare i vostri rappresentanti al Parlamento Europeo (MEPs) e far pressione su di essi, riguardo al CETA in primo luogo e in seguito sul TTIP. Mentre voi scriverete a un deputato del Parlamento Europeo o andrete ad incontrarlo, cittadini e attivisti di altri paesi membri faranno lo stesso ed è unendo i nostri sforzi che potremo spingere i nostri parlamentari europei ad ascoltare e agire. Sappiamo che armati della vostra convinzione, passione e sentire comune sarete una forza con laquale si dovrà contare.
Nelle settimane a venire vi aggiorneremo sul nostro nuovo strumento di campagna ma al momento ecco come potete essere di aiuto: diteci cosa possiamo fare perché questa campagna funzioni bene per voi! Abbiamo preparato un questionario online al quale è possibile rispondere in un paio di minuti. Quindi, per favore, affilate le vostre penne digitali e diteci di cosa avete bisogno per portare a termine il lavoro!>

Qui il potere è alle persone!
Michael Efler, Dániel Fehér and Stephanie Roth

Fonte prelievo (testo e immagini)
Newsletter del website Stop TTIP!



Per leggere e firmare la petizione (clicca link)

Iniziativa Europea contro TTIP e CETA


Per info e/o contatti
Twitter: @eci_ttip
Website: https://stop-ttip.org/it
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<Dal corpo dei malati al cuore della politica>
Petizione per la libertà di ricerca sulle staminali embrionali
Promossa dall'Associazione "Luca Coscioni", per la libertà della ricerca scientifica



TESTO della PETIZIONE

<Il 22 marzo 2016 la Corte Costituzionale si riunisce per decidere sulla possibilità di utilizzare per la ricerca scientifica i pre-embrioni altrimenti destinati a rimanere crioconservati. La ricerca sulle staminali embrionali è fondamentale per ricercare cure su malattie che colpiscono milioni di persone. Qualunque sia la decisione della Corte, il Parlamento italiano potrebbe in ogni caso intervenire per rimuovere un divieto che danneggia sia la ricerca che la salute. Per questi motivi, vi chiediamo di sottoscrivere questa petizione al Parlamento>.

Chiediamo

"Al Parlamento italiano ed al Governo di presentare ed approvare le necessarie proposte legislative e regolamentari al fine di garantire la libertà di ricerca scientifica sugli embrioni non idonei per una gravidanza.".



Fonte prelievo (testo e immagini) e per firmare la petizione
Sito Web Associazione "Luca Coscioni" (clicca link)

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PARTONO i REFERENDUM SOCIALI
Scuola Pubblica, Blocca Inceneritori, Trivelle Zero e Beni Comuni
Aggiornamento sulla petizione di Riccardina Sgaramella su Change.Org



Comunicato del 14 marzo 2016

"Ieri, domenica 13 marzo 2016, si è svolta una partecipatissima Assemblea Nazionale a Roma. Giovedì 17, avverrà il deposito dei primi quesiti in Cassazione, per una primavetra
di diritti e di democrazia!"

<Partono i Referendum sociali per la scuola pubblica, per bloccare il Piano nazionale inceneritori, per l'opzione "Trivelle zero" in Italia e per la difesa dei beni comuni.
Ieri a Roma al Cinema Palazzo si è svolta una partecipatissima assemblea nazionale con centinaia di persone provenienti da tutta Italia che ha dato avvio alla nuova stagione referendaria.
Da giovedì prossimo 17 marzo si avvierà il deposito dei primi quesiti alla Cassazione per far partire la raccolta delle firme con un evento unitario e diffuso il 9 e 10 aprile che darà vita alla campagna nazionale di mobilitazione che si chiuderà entro il 9 luglio prossimo.
L’obiettivo è superare le 500.000 firme necessarie per tutti i sei quesiti referendari già in campo, oltre quelli contro la privatizzazione dei beni comuni in via di definizione, per andare al voto nella primavera del 2017.
L'approvazione dei principali provvedimenti governativi, dalla Buona Scuola allo Sblocca Italia, con cui si è attaccato il ruolo della scuola pubblica, privatizzati i beni comuni e i servizi pubblici, aggredito l'ambiente, a partire dalle trivellazioni e da un autoritario aumento di nuovi inceneritori ed abbattuti i diritti del lavoro, ha innescato un crescente percorso di lotta che sostiene un opposto modello di sviluppo fatto di tanti comitati, movimenti, sindacati, associazioni che hanno iniziato ad incontrarsi in numerose assemblee sul territorio, da Bologna a Pescara, da Ancona a Napoli ed a Roma.
Si è pertanto formalizzata ieri l’alleanza sociale tra i movimenti per la scuola pubblica, per l'acqua bene comune, contro la devastazione ambientale che si oppone alle trivellazioni e contro il piano nazionale per vecchi e nuovi inceneritori che insieme chiedono di puntare ad una società “democratica” che investa sul valore della scuola pubblica, sulla sostenibilità ambientale e la difesa della salute pubblica, sulla gestione pubblica dei servizi locali, sul lavoro stabile e sul diritto al reddito che veda la piena attuazione del dettato costituzionale, e non il suo smantellamento.
L'iniziativa incrocia infatti il tema della democrazia e della sua espansione, che altro non è se non il rovescio della medaglia dell'affermazione dei diritti fondamentali. La nostra stagione dei referendum sociali, pur nella sua dimensione autonoma, vuole contribuire anche alla campagna per il NO alla controriforma istituzionale, con la convinzione che parlare di democrazia non significa ragionare puramente di architettura istituzionale ma del potere che hanno le persone di decidere sulle scelte di fondo che riguardano gli assetti della società.
Proprio perché non pensiamo che la nostra iniziativa sia autosufficiente e esaustiva delle battaglie in corso ci sentiamo fortemente impegnati per l'affermazione del Sì al referendum contro la prosecuzione indefinita delle concessioni in mare entro le 12 miglia del prossimo 17 aprile, così come nella preparazione e nella buona riuscita della manifestazione nazionale contro il TTIP prevista per il 7 maggio.
Per quanto riguarda il Jobs Act, provvedimento che ha la stessa matrice di quelli oggetto del nostro intervento, non rinunciamo né all'idea che, progressivamente, si possa costruire un intreccio sempre più stretto tra le questioni che oggi sono al centro dell'iniziativa e il tema del lavoro, né alla nostra autonomia di giudizio e di iniziativa anche su questo tema, una volta conosciuti gli eventuali quesiti referendari promossi dalla CGIL.
Si apre quindi una stagione di grande impegno sociale, che mobiliterà sui grandi temi della Costituzione materiale tante persone nei territori affermando un'altra idea di modello sociale e di democrazia.>.
L'intervento introduttivo completo all'Assemblea di Roma può essere letto qui: http://wp.me/p78jxh-zx

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Movimento per la scuola pubblica
Campagna "Stop devastazioni", per i diritti sociali ed ambientali
Comitato Sì Blocca Inceneritori

Fonte di prelievo della news (testo e immagine) e per firmare la richiesta di un Referendum Popolare sulla "Buona Scuola" (link)
URL Website di Change.Org https://www.change.org/p/firmate-per-la-richiesta-di-un-referendum-popolare-sulla-buona-scuola

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<L'ITALIA NON SI TRIVELLA>
Sottoscrizione preventiva di GreenPeace contro le trivelle
Firma il tuo impegno a votare SI' il 17 aprile 2016




COMUNICATO e SOTTOSCRIZIONE PROMOSSA da GREENPEACE

5 MARZO 2016

<Mobilitazione dei nostri volontari in 23 città a sostegno del referendum del 17 aprile

La bellezza del nostro Paese e le trivelle sono incompatibili.

I nostri volontari l'hanno mostrato a tutti, esponendo in 23 diverse città italiane un'immagine metaforica del Paese sporcato di petrolio per rendere evidente, in modo surreale, in cosa rischierebbe di trasformarsi l'Italia petrolizzata e diffondere un chiaro messaggio: "L'Italia non si trivella"!

Con immagini provocatorie come il Colosseo a Roma o il Teatro Politeama di Palermo e altre bellezze dello Stivale grondanti petrolio, i nostri volontari hanno voluto far luce sull'incompatibilità tra la nostra identità culturale e la strategia energetica del governo, ancora fondata su vecchie e inquinanti fonti fossili. Mostrare un volto sfigurato dei monumenti delle nostre città spiega in modo semplice ed evocativo che in gioco non ci sono "solo" il mare e le comunità costiere: la minaccia riguarda tutti gli italiani, anche quelli che vivono nei centri urbani lontani dalle coste.

Le trivelle sono incompatibili con la bellezza del nostro Paese, che rappresenta l'unico vero petrolio dell'Italia: aiutaci a difenderla>.

FIRMA il TUO IMPEGNO a VOTARE il 17 APRILE!

Fonte news e immagine
Sito web di GreenPeace

TESTO del QUESITO REFERENDARIO del 17/04/2016

“Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?”.
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Referendum costituzionale. Firma per le ragioni del No e per bloccare l'Italicum
Petizione promossa dal giornale "Il Fatto Quotidiano" e diretta ai cittadini
https://www.change.org




<Manca ormai solo il voto della Camera ad aprile per l'approvazione di una revisione costituzionale che riduce il Senato a un'assemblea non eletta dai cittadini e sottrae poteri alle Regioni per consegnarli al governo, mentre scompaiono le Province.

Potevano essere trovate altre soluzioni, equilibrate, di modifica dell’assetto istituzionale, ascoltando le osservazioni, le proposte, le critiche emerse perfino nel seno della maggioranza. Si è preferito forzare la mano creando un confuso pasticcio istituzionale, non privo di seri pericoli. La revisione sarà oggetto di referendum popolare nel prossimo autunno, ma la conoscenza in proposito è scarsissima. I cittadini, cui secondo Costituzione appartiene la sovranità, non sono mai stati coinvolti nella discussione. Domina la scena la voce del governo che ha voluto e dettato al Parlamento questa deformazione della Costituzione, che viene descritta come passo decisivo per la semplificazione dell'attività legislativa e per il risparmio sui costi della politica: il risparmio è tutto da dimostrare e la semplificazione non ci sarà. Avremo invece la moltiplicazione dei procedimenti legislativi e la proliferazione di conflitti di competenza tra Camera e nuovo Senato, tra Stato e Regioni. Il risultato è prevedibile: sono ridotte le autonomie locali e regionali, l'iniziativa legislativa passa decisamente dal Parlamento al governo, in contraddizione con il carattere parlamentare della nostra Repubblica, e per di più il governo non sarà più l'espressione di una maggioranza del paese.

Già l’attuale parlamento è stato eletto con una legge elettorale definita Porcellum. Ancora di più in futuro: con la nuova legge elettorale (c.d. Italicum) - risultato di forzature parlamentari e di voti di fiducia - una minoranza, grazie ad un abnorme premio di maggioranza e al ballottaggio, si impadronirà alla Camera di 340 seggi su 630.

Ridotto a un'ombra il Senato, il Presidente del consiglio avrà il dominio incontrastato sui deputati in pratica da lui stesso nominati. Gli organi di garanzia (Presidente della Repubblica, Corte Costituzionale, Csm) ne usciranno ridimensionati, o peggio subalterni. Se questa revisione costituzionale sarà definitivamente approvata la Repubblica democratica nata dalla Resistenza ne risulterà stravolta in profondità. E’ gravissimo che un Parlamento eletto con una legge giudicata incostituzionale dalla Corte abbia sconvolto il patto costituzionale che sorregge la vita politica e sociale del nostro paese.

Nel deserto della comunicazione pubblica e con la Rai sempre più nelle mani del governo, chiediamo a tutte le persone di cultura e di scienza di esprimersi in un vasto dibattito pubblico, anzitutto per informare e poi per invitare i cittadini a partecipare in tutte le forme possibili per ottenere i referendum, firmando la richiesta, e per bocciare con il voto nei referendum queste pessime leggi. Sentiamo forte e irrinunciabile il compito di costruire e diffondere conoscenza per giungere al voto con una piena consapevolezza popolare, prima nel referendum sulla Costituzione e poi nei referendum abrogativi sulla legge elettorale. Per ottenere questi referendum sulla Costituzione e sulla legge elettorale occorrono almeno 500.000 firme, per questo dal prossimo aprile vi invitiamo a sostenere pienamente questo impegno.

Facciamo appello a tutte le persone di buona volontà affinché diano il loro contributo creativo a questo essenziale dovere civico.

Nicola Acocella, Marco Albeltaro, Vittorio Angiolini, Alberto Asor Rosa, Gaetano Azzariti, Michele Bacci, Andrea Bajani, Laura Barile, Carlo Bertelli, Francesco Bilancia, Franco Bile, Sofia Boesch, Ginevra Bompiani, Sandra Bonsanti, Mario Bova, Giuseppe Bozzi, Alberto Bradanini, Alberto Burgio, Maria Agostina Cabiddu, Giuseppe Campione, Luciano Canfora, Paolo Caretti, Lorenza Carlassare, Loris Caruso, Riccardo Chieppa, Luigi Ciotti, Pasquale Colella, Daria Colombo, Michele Conforti, Fernanda Contri, Girolamo Cotroneo, Nicola D’Angelo, Claudio De Fiores, Claudio Della Valle, Ida Dominijanni, Angelo D’Orsi, Roberto Einaudi, Vittorio Emiliani, Luigi Ferrajoli, Gianni Ferrara, Vincenzo Ferrari, Maria Luisa Forenza, Patrizia Fregonese, Mino Gabriele, Alberto Gajano, Giuseppe Rocco Gembillo, Roberto Giannarelli, Paul Ginsborg, Antonio Giuliano, Fabio Grossi, Riccardo Guastini, Monica Guerritore, Elvira Guida, Leo Gullotta, Alexander Hobel, Elena Lattanzi, Paolo Leon, Antonio Lettieri, Rosetta Loy, Paolo Maddalena, Valerio Magrelli, Fiorella Mannoia, Maria Mantello, Ivano Marescotti, Annibale Marini, Anna Marson, Federico Martino, Enzo Marzo, Citto Maselli, Stefano Merlini, Gian Giacomo Migone, Giuliano Montaldo, Tomaso Montanari, Paolo Napolitano, Giorgio Nebbia, Guido Neppi Modona, Diego Novelli, Piergiorgio Odifreddi, Massimo Oldoni, Moni Ovadia, Alessandro Pace, Valentino Pace, Antonio Padellaro, Giovanni Palombarini, Giorgio Parisi, Gianfranco Pasquino, Valerio Pocar, Daniela Poggi, Michele Prospero, Alfonso Quaranta, Antonella Ranaldi, Norma Rangeri, Ermanno Rea, Giuseppe Ugo Rescigno, Marco Revelli, Stefano Rodotà, Umberto Romagnoli, Gennaro Sasso, Vincenzo Scalisi, Giacomo Scarpelli, Silvia Scola, Giuseppe Sergi, Tullio Seppilli, Toni Servillo, Salvatore Settis, Armando Spataro, Mario Tiberi, Alessandro Torre, Nicola Tranfaglia, Marco Travaglio, Nadia Urbinati, Gianni Vattimo, Daniele Vicari, Massimo Villone, Maurizio Viroli, Mauro Volpi, Roberto Zaccaria, Gustavo Zagrebelsky, Alex Zanotelli.>.

Fonte news, immagine e per firmare la petizione
URL piattaforma online di Change.Org (clicca link)
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<VERITA' per GIULIO REGENI>
Uno striscione, una richiesta, una campagna lanciata da Amnesty International Italia e la Repubblica, per non permettere che l'omicidio del giovane ricercatore italiano finisca per essere dimenticato

http://www.amnesty.it/egitto-Verita-per-Giulio-Regeni




<Uno striscione, una richiesta, una campagna, lanciata da Amnesty International Italia e la Repubblica. per non permettere che l'omicidio del giovane ricercatore italiano finisca per essere dimenticato, per essere catalogato tra le tante "inchieste in corso" o peggio, per essere collocato nel passato da una "versione ufficiale" del governo del Cairo.

Qualsiasi esito distante da una verità accertata e riconosciuta in modo indipendente, da raggiungere anche col prezioso contributo delle donne e degli uomini che in Egitto provano ancora a occuparsi di diritti umani, nonostante la forte repressione cui sono sottoposti, dev'essere respinto.

Sarebbe importante che "Verità per Giulio Regeni" diventasse la richiesta di tanti enti locali, dei principali comuni italiani, delle università e di altri luoghi di cultura del nostro paese ai quali chiediamo di esporre questo striscione, o comunque un simbolo che chieda a tutti l'impegno per avere la verità sulla morte di Giulio.

Lo dobbiamo alla sua famiglia, ai suoi amici e colleghi che da ogni parte del mondo chiedono solidarietà.>.

Fonte news e prelievo immagine
Amnesty International - Sezione italiana

http://www.amnesty.it/egitto-Verita-per-Giulio-Regeni
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MARE a NORD della SARDEGNA: NO alla SVENDITA alla FRANCIA
Con accordo internazionale, l'Italia ha ceduto alla Francia i mari al nord della Sardegna.
Petizione online promossa da Mauro Pili su Change.Org




<UN ACCORDO INTERNAZIONALE TRA ITALIA E FRANCIA HA CEDUTO ALLA FRANCIA I MARI A NORD DELLA SARDEGNA>
<UN ACCORDO CHE SOTTRAE ENORMI SPECCHI ACQUEI ALLA PESCA E AI CONFINI NAZIONALI>
<L'ACCORDO NON DEVE ESSERE RATIFICATO E QUELLE ACQUE RESTITUITE ALLA FRUIZIONE DEI PESCATORI SARDI>

“I mari a nord della Sardegna diventano francesi. Con un blitz senza precedenti il governo Renzi ha ceduto alla Francia le acque più pescose al Nord della Sardegna. Un’operazione scattata nei giorni scorsi quando un peschereccio sardo una volta lasciato il porto di Alghero e raggiunte le tradizionali aeree di pesca al nord dell’Isola si è sentito intimare dalle autorità francesi lo stop immediato. Il messaggio è stato chiaro: fermatevi state entrando in acque nazionali francesi in base all’accordo internazionale sottoscritto dal governo italiano da quello francese. Le autorità francesi non ci hanno pensato due volte a fermare l’imbarcazione sarda. E’ solo così che tra ieri e oggi si è scoperto che un  accordo internazionale siglato dal Ministro degli esteri francese Fabius e quello italiano Gentiloni aveva ceduto porzioni infinite di mare alla Francia, guarda caso quelle aree notoriamente più pescose e battute dalle imbarcazioni della flotta sarda”.

Lo ha denunciato (vedi testo su pagina facebook) il deputato sardo di Unidos Mauro Pili, che ha presentato un’interrogazione urgente al Ministro degli esteri e dell’agricoltura. Mauro Pili stamane ha incontrato i pescatori del Nord Sardegna e le organizzazioni di categoria annunciando anche iniziative clamorose se non verrà subito dismesso quel divieto illegale da parte delle autorità francesi.

“L’operazione maldestra e gravissima è stata compiuta in gran segreto e nessuna comunicazione è stata fatta ai soggetti interessati. Le stesse organizzazioni dei pescatori sono state colte di sorpresa e già stamane si sono riuniti ad Alghero numerosi operatori per decidere le azioni da intraprendere senza perdere altro tempo. Si tratta di un fatto di una gravità inaudita compiuta in dispregio non solo degli operatori economici sardi ma anche delle istituzioni. Il governo italiano ha scambiato la Sardegna come una colonia che si può cedere senza alcun pudore addirittura ad un’altra nazione. L’accordo siglato a Caen il 21 marzo del 2015 è stato fatto scattare nei giorni scorsi in modo unilaterale dalla Francia, considerato che lo ha già fatto ratificare al proprio parlamento. Non altrettanto ha fatto il governo italiano che lo ha tenuto nascosto e non lo ha mai sottoposto al parlamento. Un accordo che stravolge tutti gli accordi precedenti e particolarmente cede alla Francia una parte rilevante di specchio acqueo a nord est della Sardegna, comprendendo nella cessione gran parte delle acque internazionali da sempre utilizzate dai pescatori sardi. Le marinerie da Alghero a Golfo Aranci hanno sempre utilizzato quelle aree a mare senza alcun limite. Ora su quel versante il limite della Corsica passa dalle 12 miglia ad oltre le 40 miglia. Un’operazione gravissima – ha detto Pili - sia sul piano economico che giuridica. L’alt della Guardia Costiera francese alle imbarcazioni sarde è un atto grave e senza precedenti che deve essere immediatamente risolto con la revoca di quell’accordo bilaterale Italia e Francia del 21 marzo 2015 dove sono stati rivisti i confini marittimi delle due nazioni. E’ un accordo che non ha nessun valore proprio perché non è stato ancora ratificato dal Parlamento italiano”.

“E’ fin troppo evidente – ha proseguito il parlamentare di Unidos - che il governo Renzi nel corso del negoziato l’Italia ha accettato la cessione di alcune importantissime zone di mare a nord ovest e a nord est della Sardegna. Un danno immenso per le marinerie sarde che risulta incomprensibile e inaccettabile. Sono sconosciute le motivazioni che hanno portato alla definizione di un accordo così penalizzante e soprattutto senza alcun coinvolgimento delle autorità locali e le stesse categorie produttive. Per questo motivo – ha concluso Mauro Pili - il governo deve immediatamente intervenire presso le autorità francesi per far dismettere questo tipo di azioni di blocco delle imbarcazioni sarde”.

Fonte URL news, immagine e per firmare la petizione su Change.Org
https://www.change.org/p/matteo-renzi-presidente-del-consiglio-dei-ministri

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FOIA4ITALY - Freedom Of Information Act
Accesso alle informazioni per un'Italia davvero trasparente
Movimento Organizzato da Foia4Italy




Informazioni sulla petizione e sul "movimento" relativo alle tematiche della Trasparenza


<La pubblica amministrazione produce ed è in possesso di moltissime informazioni di estrema importanza che però non sono accessibili a tutti: conosce ad esempio di che cosa si muore in una città dove si trova un grande impianto industriale, i dati della sicurezza degli edifici scolastici, quanto lo Stato versa per i vitalizi ai politici, i nomi e le aziende che gestiscono gli appalti dei grandi eventi e come e da chi viene gestito il business dell’accoglienza ai migranti nelle città.
Tutte queste informazioni sono raccolte in nome della collettività e grazie alle risorse dei contribuenti. Eppure noi cittadini non possiamo accedervi facilmente né conoscere cosa fanno le istituzioni, e, perché no, controllare l’operato dei nostri rappresentanti.>

(Foto: Flickr – CC/Truthout.org)
http://www.foia4italy.it/

Aggiornamento sulla petizione
"Subito il Contratto di servizio Rai, vogliamo sapere perché paghiamo il Canone"
Unisciti al Movimento Trasparenza: siamo oltre 240 mila!
Cittadinanzattiva Onlus - Roma, Italia




<12 feb 2016 — Grazie al tuo supporto, la nostra petizione per avere il nuovo Contratto di Servizio per la RAI ha superato le 61mila firme e continua a crescere!
Tuttavia, le prime pessime bozze diffuse e la mancanza di un testo ufficiale sono la dimostrazione che la battaglia per la trasparenza in questo campo è molto lunga e difficile, e chiede la più ampia mobilitazione possibile!
Change.org Italia ci ha, dunque, proposto di sperimentare un nuovo strumento che, già collaudato con successo all’estero, sbarca adesso nella versione italiana: le “pagine movimento”.
All’indirizzo www.change.org/trasparenza troverete raccolte petizioni su questioni diverse (ambiente, diritti umani, economia) ma accomunate tutte dall’urgenza di ottenere maggiore trasparenza da parte delle Pubbliche Amministrazioni. Si va dai siti contaminati da amianto fino alla trasparenza sulla gestione dei fondi regionali per contrastare la violenza sulle donne. Ancora, la battaglia per l’accessibilità alle informazioni sui derivati del debito pubblico italiano e la nostra petizione sul canone RAI e il contratto di servizio.
La pagina movimento è uno strumento a disposizione di tutti: chiunque può creare nuove petizioni per richiedere maggiore trasparenza su una questione che gli sta a cuore.
Siamo già oltre 240 mila a chiedere a gran voce maggiore trasparenza da chi ci governa e gestisce la cosa pubblica. Se pensi che l’accesso alle informazioni sia fondamentale clicca sul pulsante “Segui” per aderire al movimento e rimanere aggiornato.>.

ELENCO delle PETIZIONI ATTIVE, PROMOSSE nell'AMBITO delle TEMATICHE del "MOVIMENTO TRASPARENZA"
(clicc link sui titoli)

01

FOIA4ITALY
<No al Foia giocattolo: l’Italia ha bisogno di una vera libertà di accesso ai documenti>

02
RIPARTE il FUTURO
<Vivere in un Paese civile è possibile. Ecco le 6 riforme necessarie per contrastare la corruzione>

03
WIRED ITALIA
<Approva entro il 2015 #AddioAmianto: le cinque misure per la trasparenza sull'amianto proposte da Wired>

04
WIRED ITALIA
<Ministro Padoan: fa' la cosa giusta, pubblica i contratti dei derivati sul debito pubblico italiano>

05
CITTADINANZATTIVA ONLUS ITALIA
<Subito il Contratto di servizio Rai, vogliamo sapere perché paghiamo il Canone>

06
ACTIONAID ITALIA
<#iomangiogiusto - Diamo una mensa giusta ai nostri bambini>



NOTE

Fonte della news, dell'immagine di testa e del logo small del FOIA4Italy
http://www.foia4italy.it/
https://www.change.org/movements/accesso-alle-informazioni-per-un-italia-davvero-trasparente

Fonte della news e dell'immagine del logo small di CittadinanzAttiva Onlus
http://www.cittadinanzattiva.it/
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Unione Europea: STOP alla vendita di armi all'Arabia Saudita
Appello-Petizione online di Avaaz.Org - Il Mondo in Azione
https://secure.avaaz.org/it/saudi_arms_deal_it/?copy




Premessa all'Appello-Petizione

<Bombardano scuole, ospedali, perfino matrimoni: quello che sta facendo l’Arabia Saudita in Yemen è disgustoso. E lo sta facendo con armi vendute da Italia, Europa, Stati Uniti e Canada. Ma tra 48 ore possiamo ottenere l’impensabile: una vittoria storica contro la vendita di armi ai sauditi.

Martedì il Parlamento europeo può finalmente decidere se votare un embargo totale sulla vendita di armi all’Arabia, ma la pressione delle lobby e dei sauditi per bloccare il voto è enorme.

Ora più che mai i politici europei devono sentire che da ogni angolo del mondo chiediamo tutti la stessa cosa: resistere e dire “NO” alle atrocità dell’Arabia Saudita. Firma questa campagna urgente per chiedere l’embargo sulle armi e dare tutto il nostro sostegno a chi sta lottando per ottenerlo.>

Destinatari dell'Appello-Petizione

<Ai membri del Parlamento europeo, ai Capi di stato di Italia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Germania, Francia e tutti gli altri Paesi che hanno accordi di vendita di armi con l'Arabia Saudita>

Testo dell'Appello-Petizione

<Da tutto il mondo vi chiediamo con forza di sospendere immediatamente ogni accordo di vendita di armi all’Arabia Saudita fino a quando il Paese non fermerà i suoi attacchi in Yemen e darà inizio a un vero processo di pace. Una recente inchiesta dell’ONU ha documentato ben 119 violazioni del diritto umanitario internazionale: è inaccettabile far finta di niente e ignorare che l’Arabia Saudita utilizzi le armi vendute dai nostri Governi per bombardare indiscriminatamente la popolazione civile.>.

Fonte news, immagine e per firmare petizione
Sito web di "Avaaz.org - Il mondo in azione"
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